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“L’amore si paga solo con l’amore”: copiamo S.Teresa di Lisieux? Anche lei lo ha fatto…

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Carmelo Veneto - pubblicato il 06/07/18
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Dai Santi del Carmelo a Fiorella Mannoia, risalendo fino a Pitagora, passando per Marco Aurelio e poi via via attraverso il Cantico dei Cantici, San Bernardo, Fernando de Rojas e Petrarca, ecco come si scambia la moneta nel “mercato” dell’amoredi P. Ermanno Barucco ocd

Sotto i blasoni disegnati da santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux) per rappresentare la sua unione sponsale con Gesù si trova il motto: «L’amore si paga solo con l’amore» (traduzione Vaticana-OCD). Così è stato tradotto il francese: «L’amour ne se paie que par l’amour». Il testo risale, come lo conosce Teresa, a san Giovanni della Croce, uno dei suoi maestri prediletti, e la Carmelitana francese concluderà che la sua missione è di rendere «Amore per Amore». Nella Basilica di Santa Teresa del Bambino Gesù a Verona-Tombetta, sopra l’urna della piccola Santa che spira d’amore, il motto è stato però tradotto, o meglio semplificato, con «l’amore domanda l’amore». Questa frase ci rinvia invece a santa Teresa di Gesù (d’Avila), la madre del Carmelo riformato. Vorremmo descrivere come queste tre espressioni di un “detto d’amore” siano profondamente legate tra loro nei tre Dottori del Carmelo.



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“Amore per Amore” (Teresa di Lisieux)

Alla fine nel Manoscritto A (85v°-86r°) Teresina riporta i blasoni e la loro spiegazione concludendo con la citazione del Santo mistico spagnolo «L’amore si paga solo con l’amore». Ma è interessante notare che nel piccolo Manoscritto B Teresa riprende la frase così:

O Gesù, lo so, l’amore si paga soltanto con l’amore: perciò ho cercato e ho trovato il modo per calmare il mio cuore rendendoti Amore per Amore» (Ms B, 4r°). Teresa ha appena scoperto, grazie all’Inno della carità di san Paolo in 1 Cor 13, che Gesù le ha dato la vocazione di essere l’Amore nel cuore della Chiesa. Qualche pagina prima aveva ricondotto la frase di san Giovanni della Croce ad un versetto del Cantico dei Cantici, perché desiderando solo la “scienza dell’Amore” e «pur avendo dato tutte le mie ricchezze per essa – scrive Teresa – mi sembra, come la sposa dei sacri cantici, di non aver dato nulla (Ms B, 1r°).

Anche se in questo caso la traduzione di Ct 8,7 usata da Teresa deve essere stata un po’ diversa da quella che noi usiamo oggi, la sua affermazione indica che ella ha dato a Dio le proprie ricchezze d’amore, che le paiono quasi come nulla, “in cambio dell’amore” ricevuto da Dio. Pochi anni prima, la piccola Santa aveva già scritto in una breve opera teatrale, “La Missione di Giovanna d’Arco”, di essere «la sua piccola sposa» di voler «provare a rendergli amore per amore» (PR 1, 10v°), come pure aveva chiesto a Celina, scrivendole una lettera, di rispondere alla follia d’amore di Gesù con un amore altrettanto folle, poiché «l’amore si paga solo con l’amore e le piaghe d’amore si guariscono solo con l’amore» (LT 85).

“Perché l’amore non si paga che con se stesso” (san Giovanni della Croce)

Ma cosa intendeva dire san Giovanni della Croce con quella frase che usa Teresa? Siamo nel commento alla strofa 9 del Cantico spirituale e scopriamo che la prospettiva è l’inverso di quello che intende Teresina. Non è infatti l’anima che deve rispondere con l’amore all’amore di Dio, ma nel testo del Santo è l’anima che brama la “ricompensa” per il fatto che ama e serve l’Amato, ricompensa che non è che ancor altro amore per amare di più fino alla perfezione dell’amore: «perché l’amore non si paga che con se stesso» (CB 9,7). Ma se è l’Amato a “pagare” l’amore dell’amata per lui con altro amore perché essa ami ancor più, la logica è quasi la stessa di Teresa di Lisieux, anche se la sfumatura è un po’ diversa: non quella di “rispondere” con amore ad un amore donato, ma di “far crescere” l’amore con l’amore donato, fino a farlo diventare un amore smisurato. Proprio alla fine del Manoscritto C, Teresa raggiungerà la stessa dinamica del suo maestro carmelitano grazie al suo Maestro Gesù: «Sì, Signore, tu mi hai detto:

Tutto ciò che è mio è tuo” (Lc 15,31; cf. Gv 17,10). […] Il tuo amore mi ha prevenuta fin dall’infanzia, è cresciuto con me e ora è un abisso del quale non riesco a sondare le profondità… L’amore attira l’amore, perciò, mio Gesù, il mio si slancia verso di te… Per amarti come mi ami tu, devo fare mio il tuo amore, solo allora trovo riposo (Ms C, 34v°-35r°).

I due Santi carmelitani si rivelano così entrambi figli della stessa madre, Teresa d’Avila

TERESA

Public Domain



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“Amore trova amore” (Teresa d’Avila)

Teresa d’Avila utilizzò infatti un’espressione simile a volte tradotta con «amore domanda amore» (toh! proprio il testo usato a Tombetta per tradurre il motto di Teresina!), anche se sarebbe meglio rendere lo spagnolo «amor saca amor» con «amore trova amore», in una pluralità di altre possibili traduzioni: «amore esige, suscita, produce, provoca, attira amore» (toh! “attira”, ripreso da Teresina come abbiamo visto nel testo appena sopra citato). Ma è dal testo intero che apprezziamo l’intenzione profonda della Santa spagnola nel descrivere la sua relazione con Gesù e con Dio:

quando pensiamo a Cristo, ricordiamoci sempre dell’amore con cui ci ha fatto tante grazie e quanto è grande l’amore che Dio ci ha mostrato nel darci un segno di quanto ci ama; amore trova amore. E anche se ciò è solo all’inizio e noi molto mal messi, procuriamo di ricordarlo sempre e così di svegliarci ad amare; perché se una volta il Signore ci dona la grazia di imprimerci nel cuore questo amore, tutto ci diverrà facile e ci metteremo all’opera in brevissimo tempo e senza sforzo. Sua maestà, che sa cosa ci conviene, ce lo conceda per l’amore che ha per noi e per il suo glorioso Figlio che a sue spese ce lo ha mostrato. Amen (Vita 22,14).

La logica della Grande Teresa, in uno dei passaggi più conosciuti della sua Autobiografia, è quindi quella di un amore che suscita un altro amore, poiché l’amore di Dio in Cristo attira l’amore umano in risposta al suo amore, come dirà Teresina prima usando le parole di san Giovanni della Croce poi quelle che sembrano prese da Teresa d’Avila. I tre Dottori carmelitani si incontrano e si arricchiscono con punti di vista diversi e complementari nell’impiegare uno stesso “detto d’amore”. Inoltre l’espressione «amor saca amor» di Teresa d’Avila ci fa ricordare un altro famoso detto di san Giovanni della Croce che impiega lo stesso verbo: «E dove non c’è amore, metta amore e troverà (sacará) amore [e ne ricaverà amore]» (Lettera 26, del 6 luglio 1591).

Un “detto d’amore” più antico e ancor oggi cantato

Potremmo inoltre pensare che l’espressione «L’amore si paga solo con l’amore» deriva dalla tradizione mistica cristiana, e infatti la troviamo espressa quasi uguale in altri autori più antichi, come in san Bernardo che scriveva, commentando il Cantico dei Cantici, che «l’amore è sufficiente a se stesso» poiché «quando Dio ama, altro non desidera che essere amato» (Sul Cantico 83,4). Eppure nella sua forma letterale la troviamo in un capolavoro della letteratura castigliana della fine del XV secolo e inizio XVI, “La Celestina”, attribuita a Fernando de Rojas, che forse (probabilmente) è stata letta dai nostri due Santi carmelitani spagnoli anch’essi annoverati tra i grandi autori della lingua castigliana. L’opera “La Celestina” ha avuto diverse versioni con diversi titoli prima dell’edizione definitiva, come i nostri “Promessi sposi” per capirci, per questo ritorna più volte e con varie parole l’espressione tipica del romanzo amoroso: «el amor no se paga sino con puro amor y las obras con obras» (VII). Notiamo che anche Teresa d’Avila aveva fatto seguire alla dinamica dell’amore che trova amore, grazie al Signore che imprime questo amore nel cuore, la conseguenza positiva di poterci mettere all’opera con più facilità, subito e senza sforzo. Potenza dell’amore! Ne troviamo riscontro nel famoso detto teresiano: «a questo tende il matrimonio spirituale: a produrre opere e opere» (Castello VII, 4, 6).



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Non abbiamo la pretesa di aver trovato ne “La Celestina” la fonte originaria del detto «L’amore si paga solo con l’amore», che qualcuno attribuisce addirittura a Pitagora citato da Marco Aurelio, ma che più probabilmente è una traduzione – che ebbe molta fortuna nella Spagna del XVI secolo – di un’espressione di Francesco Petrarca scritta in latino: «amor amore pensandus est» (Rerum Memorandarum, III, 82). Ma è interessante notare che ricompare spesso lungo i secoli nella letteratura amorosa (e in quella mistica), come pure recentemente in diverse canzoni, anche in italiano, tanto che Fiorella Mannoia ne intitola una proprio “L’amore con l’amore si paga”, con un versetto iniziale e finale stupefacente, «continuo a bussare alla porta di Dio», confermando che solo ricevendo da Dio l’Amore possiamo veramente amare, ridonando questo stesso amore che ha trasformato il nostro nel suo e rendendo perciò «Amore per Amore» (santa Teresa di Gesù Bambino), poiché «amore trova amore» (santa Teresa di Gesù) e «l’amore non si paga che con se stesso» (san Giovanni della Croce).

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