La responsabilità condivisa tra i Paesi europei sul fronte immigrazione è al centro della posizione italiana al Consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles: senza un accordo su questo tema, il Governo italiano è pronto a dire ‘no’ al documento conclusivo del Vertice. L’Italia chiede un meccanismo di responsabilità condivisa con i partner sia per l’arrivo delle navi che per la distribuzione dei migranti. Sul tavolo anche il nodo delle sanzioni alla Russia. L’Italia non sembra volere lo stop alle sanzioni, ma invierà un segnale di apertura a Mosca chiedendo il ripristino dei finanziamenti alle piccole e medie imprese russe da parte della Banca europea per gli investimenti e della Banca per la ricostruzione e lo sviluppo. Sulla crisi dell’Europa, ascoltiamo Rocco Buttiglione, politico ed accademico italiano, già vicepresidente della Camera, Ministro dei Beni e delle Attività.
Culturali e delle Politiche Comunitarie
“Noi abbiamo condotto una grande battaglia per l’Europa con la guida spirituale di Giovanni Paolo II e la guida politica di Helmut Khol. E’ caduto il comunismo, spiega Rocco Buttiglione, si è riunificata la Germania, abbiamo fatto l’Euro che è un patto di sangue. Però alla fine siamo stati sconfitti. Non abbiamo avuto i valori cristiani nella Costituzione, non abbiamo avuto la Costituzione. L’Unione è rimasta come un bel palazzo senza tetto dove piove dentro. E la gente giustamente è arrabbiata”.
Democrazia
“Se i burocrati comandano è perché non c’è la politica e hanno guidato l’Europa parlando di diritti senza doveri, senza costruire comunità, senza accettare il vincolo della famiglia, senza la solidarietà dentro le Nazioni. I burocrati imperano quando la politica muore. Noi abbiamo una specie di alleanza di èlite senza i popoli o contro i popoli. Ed è questa la crisi dell’Europa”.
La classe dirigente
“Guardiamo alla storia. Quando l’Italia ha avuto una vera classe dirigente? Quando c è stato un grande lavoro di educazione della classe politica. La classe politica democristiana, l’unica vera classe politica che l’Italia abbia avuto, è nata dall’Azione cattolica e dalla Fuci. Quando è finita quella classe dirigente, prosegue Buttiglione, emblematicamente avvenuta con la morte di Moro, abbiamo avuto una decadenza politica”. “E’ colpa della Chiesa forse? Certo il compito dei preti è quello non di fare politica ma di educare una classe dirigente”.
Le radici cristiane
“Quando dicevamo radici cristiane pensavamo al fatto che L’Europa orientale si è liberata del comunismo trovando nella dottrina sociale cristiana il proprio punto di riferimento. Giovanni Paolo II parlava di riunificazione dell’Europa non di allargamento”. “L’allargamento vuol dire …l’Europa siamo noi… voi adottate il nostro sistema di vita e basta! Non funziona così”. “Chi ha sofferto pensava ad uno scambio di doni. Noi portiamo quei valori che il consumismo da voi ha offuscato e voi ci aiutate a costruire un economia che funzioni. Quando si parla di incomprensioni tra l’Europa di Visigrad e l’altra Europa, la radice è questa. Anche per chiamare la gente alla solidarietà, devi prima riconoscere la radice della solidarietà. Perché dovremmo essere solidali? Se ci poniamo fuori dall’immagine cristiana dell’uomo, se quello che conta è solo l’interesse privato l’Europa si sfalda”.
Immigrazione
“Non esiste una politica dell’immigrazione. Non possiamo dire venite tutti da noi, perché andremmo in rovina noi con loro. Ma non si può neanche dire … vi affondiamo in mare, perché la nostra coscienza cristiana, ancorchè molta corrotta, non lo tollererebbe”. “Il benessere si difende allargandolo. Occorre una grande iniziatica per lo sviluppo dell’Africa. Se nasceranno posti di lavoro ed un’economia fiorente in questi Paesi, non dico che l’immigrazione finirà ma certo i flussi migratori potranno essere controllati in modo più agevole”. “Poi dobbiamo avere una buona politica di vicinato. Dobbiamo essere in grado per rimandare a casa chi non ha diritto a restare. Ma per farlo abbiamo bisogno della cooperazione dei loro governi. Che spesso non vuole riprendere i propri cittadini perché non vogliono riprendersi dei problemi da gestire”.
Federalismo o Unione di Stati
“Intanto cerchiamo di far funzionare le nostre Istituazioni. Ampliamo la sfera della solidarietà fra di noi. Recuperiamo l’anima, i valori cristiani che animano l’Unione Europea. Diamoci un identità. Avremo anche meno paura degli immigrati. Diamoci una politica di buon vicinato. Di difesa e sicurezza comune”. “Il Papa, prosegue Buttiglione, stimoli ne ha dati. Il nostro problema non è di difendere una struttura istituzionale ma è di recuperare una passione, un amore, uno spirito creativo che fa nascere istituzioni”. “Il problema dell’Europa è che i burocrati difendono lo spazio, difendono le Istituzioni Ue così come sono. Così come non hanno la libertà di cambiarle anche quando andrebbero cambiate”. “Un amore appassionato degli uni per gli altri, per un obiettivo comune, non c’è. Se non si recupera questo interesse appassionato, l’Europa non vivrà. Scegliamo”. “L’idea che si può stare insieme per fare denaro gli uni a danno degli altri non tiene in piedi l’Europa. La condanna ad una lenta decadenza. E’ la formula dell’eutanasia dell’Europa”.