Secondo una serie di studi, c’è un nesso tra cattiva alimentazione e ricorso alla fecondazione artificialeChi ricorre alla fecondazione? Sopratutto obesi e vegani. E’ quanto emerge da alcuni studi che mettono in relazione infertilità e alimentazione.
Problemi di ovulazione
Una ricerca della Harvard School of Public Health ha scoperto un calo dei problemi di infertilità nelle donne alla ricerca di un figlio che seguivano una dieta sana: chi segue regimi alimentari corretti riduce del 66% il rischio di infertilità per problemi di ovulazione. In una equilibrata alimentazione rientra anche l’assunzione di caffè.
Nessuna controindicazione davanti al consumo di un paio di tazze al giorno, ma le donne che consumano più di cinque caffè al giorno, secondo uno studio danese della Fertility Clinic di Aarhus, avrebbero il 50% di probabilità in meno di ottenere il successo con una fertilizzazione in vitro (Il Faro on line, 18 giugno).
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Eccessiva magrezza
La ricerca di Harvard non va che a rafforzare le tesi di precedenti studi. In Italia il 12% dei casi di infertilità dipende da eccessivo peso ponderale o da eccessiva magrezza nella donna, sosteneva un’interessante ricerca dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano che ha preso in esame circa 5.000 adulti, fra i 20 e i 40 anni (Agi, ottobre 2014).
Ma sono diversi gli studi che evidenziano che un peso non adeguato alla propria altezza aumenta il rischio di aborti e di sterilità.
Nelle donne sottopeso il tasso di gravidanza dopo Pma (procreazione medicalmente assistita) è del 20% più basso rispetto alle donne normopeso. Le donne sovrappeso o obese, invece, hanno ridotti tassi di gravidanza e aumentati tassi di aborto dopo Ivf (fecondazione in vitro). L’obesità materna aumenta il tasso di neonati gravemente prematuri in gravidanze gemellari dopo Ivf.
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Maschi a rischio
Il problema di peso non riguarda solo le donne. Anche il sottopeso, il sovrappeso e l’obesità maschili si associano a una ridotta qualità seminale e a un elevato rischio di sub-fertilità nelle coppie in cui il partner maschile è obeso. Ma c’è anche un altro aspetto che non va sottovalutato: ovvero seguire diete particolari, come quella vegana.
Dieta vegana
Seguire una dieta vegetariana può ridurre il numero di spermatozoi? E questo aspetto può a propria volta mettere a rischio la fertilità maschile? Una dieta ricca di frutta e verdura protegge da molte malattie e può prolungare la vita. Ma ha effetti negativi dal punto di vista della fertilità? (Greenme.it, ottobre 2014)
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Gli esperti della Loma Linda University, nel Sud della California, si sono impegnati un progetto di quattro anni per ricercare gli effetti delle diete sullo sperma. Questa regione ha un’elevata popolazione formata da Avventisti del Settimo Giorno che scelgono di eliminare la carne dalla loro dieta o di ridurne molto il consumo.
Carne e verdure
Gli Avventisti del Settimo Giorno vivono in media 10 anni più a lungo rispetto all’aspettativa di vita americana. Secondo le ipotesi degli esperti la longevità poteva risultare legata ad una migliore qualità dello sperma. Ma dagli studi è emerso l’esatto opposto. Secondo quanto riportato dal Telegraph, i vegetariani e i vegani hanno quantità di sperma più basse rispetto a chi mangia carne: 50 milioni di spermatozoi per ml rispetto a 70 milioni per ml.
Spermatozoi attivi
Hanno inoltre una motilità dello sperma – fattore che indica il numero di spermatozoi attivi – inferiore. In vegetariani e vegani soltanto 1 spermatozoo su 3 sarebbe risultato attivo, a confronto con il 60% rilevato per i consumatori di carne. I ricercatori credono che le cause siano da individuare in una carenza di vitamine o nella sostituzione della carne con la soia.
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