Succede a Padova in una azienda che punta tutto sui propri dipendentiIl mercato del lavoro italiano è tra i più ostili per le donne. Il tema principale è quello del mobbing, che costringe le donne, magari in dolce attesa, a licenziarsi, oppure a non veder rinnovato i proprio contratto a tempo. Maternità e lavoro non vanno a braccetto, quando in realtà la produttività e la crescita di una nazione si mobilitano verso l’alto proprio quando le donne possono sia lavorare che fare figli. E’ una regola in Francia e in nord Europa che hanno tassi di occupazione femminile più alti e anche più bambini.
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Eccezioni a macchia di leopardo
Per fortuna però ci sono delle isole felici, magari poche, ma ci sono. Un esempio è quello di Eurointerim Spa, una agenzia di lavoro, di Padova che ha deciso che avere figli è un bene per tutti e che la crisi demografica attuale va in tutti i modi ribaltata e quindi cosa fa? Paga chi, tra le donne che lavorano in azienda, entro il prossimo anno avrà un figlio. Come? Con un apposito stanziamento di 50 mila euro e che corrisponderà a un po’ di più di una mensilità. Inoltre – come spiega il presidente di Eurointerim, Luigi Sposato (omen nomen?) – «Per Eurointerim è fondamentale l’attenzione verso le risorse umane e la conciliazione dei tempi casa-lavoro, ai fini del miglioramento del clima aziendale e familiare. Quest’anno nel mese di maggio i dipendenti hanno ricevuto un premio aggiuntivo pari al doppio della normale mensilità ed è stato inoltre istituito un fondo per incentivare la maternità in azienda» (HuffPost).
I particolari della promozione aziendale saranno illustrati oggi durante l’iniziativa «Bimbi in ufficio Eurointerim», «per favorire la conciliazione dei tempi di vita familiare e lavorativa: per un giorno i figli dei dipendenti potranno conoscere i colleghi ed il posto di lavoro di mamma e papà. Si tratta di una giornata di lavoro senza scuola, baby-sitter e nonni», spiega Sposato.
«Questo evento festoso consentirà ai bambini di partecipare alla quotidianità lavorativa dei genitori, senza associare il lavoro ad un senso di assenza, ma a una situazione serena insieme ad altri bambini, per farli sentire parte di una grande famiglia. La giornata trascorrerà grazie alla presenza di animatori, intrattenimenti e gonfiabili. Tutti i dipendenti e i bimbi pranzeranno insieme negli spazi aziendali», spiega (La Stampa).
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Eppure la genitorialità vale un tesoro…di competenze!
Dal problem solving alla capacità di negoziazione, dall’empatia alla creatività: le competenze genitoriali corrispondono alle cosiddette soft skill, ricercatissime dalle aziende e indicate anche dal World Economic Forum come le abilità centrali nel futuro mondo del lavoro.
«Alcune esperienze della vita, come la maternità o la paternità, sono delle vere e proprie palestre, perché il cervello si rimette in moto proprio come quando i bambini vanno alle elementari. È lo stesso tipo di apprendimento», spiega Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value e coautrice del metodo di apprendimento Maam (Maternity as a master, La maternità è un master), il primo programma al mondo che trasforma la maternità in un master per lo sviluppo delle competenze soft. Le aziende comprano un pacchetto di lezioni, proposte poi ai dipendenti genitori, che riconoscono e mettono in pratica le competenze genitoriali nella vita lavorativa ed extralavorativa (Morning Future).
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