L’Arcangelo Gabriele veglia su di loro. In Italia si trovano a Monopoli e Napoli
C’è un Arcangelo che più degli altri ha vegliato sulla Madonna. E dopo la morte ne ha custodito gelosamente le immagini. Ne parlano Marcello Stanzione e Carmine Alvino in “Gli angeli del beato Bartolo Longo” (edizioni Segno).
Di questa missione dell’Arcangelo Gabriele ne parlava già il beato Bartolo Longo, fondatore del culto della Madonna di Pompei.
La devozione delle immagini
Dopo la serena morte di Maria – scriveva Bartolo Longo – Gabriele diveniva il custode delle immagini della gloriosa «Madre di Dio. Egli ogni dì ed in ogni città cristiana ne procura la venerazione per mezzo delle divote immagini, in difesa delle quali più volte si è fatto vedere in aria fulminante, ed ai divoti ne ha implorato grazie singolari».
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La Casa di Maria
Scriveva ancora il beato Longo, che l’Arcangelo – una volta distrutta Gerusalemme – aveva trasportato la santa Casa di Maria in Dalmazia, sulla costa dell’attuale Croazia.
«Non vi ha dubbio che egli abbia custodito la santa Casa di Maria in Nazareth, ed abbia mosso il cuor di Sant’Elena Imperatrice ad edificarle ivi un sontuoso tempio. E, poiché Gerusalemme venne diroccata da Saladino Re di Babilonia, e furon cacciati via i Cristian dalla Siria, il potente Arcangelo San Gabriele trasportò la Santa Casa di là a Tersatto nella Dalmazia nel dì 9 Maggio 1291, sotto il Pontificato di Nicola IV; e dopo tre anni la trasferì in Loreto, addì 10 dicembre del 1294, sotto il Pontificato di Celestino V».
A Monopoli
A questo Arcangelo si attribuisce, ancora, «il miracoloso trasporto della immagine di Maria Santissima detta della Madia in Monopoli (Bari ndr), arrivata colà galleggiante sulle onde del mare, e dall’altra detta di Costantinopoli in Bari, città di illustri delle province napoletane.
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A Napoli
Secondo Bartolo Longo, Gabriele ha in custodia pure «le prodigiose immagini della Divina Madre, che si venerano nella città di Napoli, come quella della Madre di Misericordia nel nobile e divoto Monastero della Sapienza, dalla quale questa Città riportò la liberazione del contagio nel 1764, e le altre, che si conservano nel Monastero di Sant’Orsola, di Santa Chiara, nella Chiesa di Piedigrotta, nel Carmine Maggiore, nella Chiesa di Costantinopoli, ed in quella della Madonna dell’Arco, fuori Napoli».
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Miracoli e prodigi
Attraverso la venerazione di queste immagini, conclude il beato, si verificherebbero miracoli e guarigioni «col ministero dell’amorevole suo Custode San Gabriele».
Gabriele, insieme a San Michele, è considerato anche l’angelo custode del santuario della Madonna del Rosario a Pompei.
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