di Liz Origenes
La domenica di Pentecoste, i cristiani sono abituati a trovare auguri di compleanno ovunque su Internet – ovviamente per festeggiare la Chiesa. Non si può biasimare nessuno, perché la maggior parte delle persone ama i compleanni.
Riflettendo sulle letture delle Scritture per questa celebrazione, però, vediamo che c’è molto di più di torta e candeline.
La Pentecoste celebra la vita dello Spirito Santo in tutto il mondo. Nel salmo responsoriale si recita: “Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra” (Salmo 104). Negli Atti degli Apostoli vediamo una vivida immagine del vento e del fuoco che scendono sui discepoli di Cristo. Nel Vangelo di Giovanni, lo Spirito rende nota la presenza di Dio attraverso l’alito divino.
“Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!… Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo…»” (Giovanni 20, 19; 21-22).
La Pasqua è una celebrazione che dura cinquanta giorni. La Pentecoste, che significa “cinquantesimo giorno”, conclude queste celebrazione e guarda al futuro. Se i compleanni tendono ad essere fugaci, la Pentecoste vuole infiammarci.
Per aiutarci a sostenere la fiamma di questo giorno di festa, ecco sei modi pieni di Spirito per pensare alla Pentecoste.
1 È un giorno per far brillare lo Spirito
Lo Spirito Santo è spesso considerato la terza Persona dimenticata della Trinità, ed è vero. Preghiamo il Padre e invochiamo Gesù Cristo Figlio, ma al di fuori della liturgia recitare il Gloria e il segno della croce sono a volte le uniche forme di attenzione che riserviamo allo Spirito.
La Trinità – tre persone in un unico Dio – è un mistero. È una convinzione che abbiamo per grazia di Dio. Anche se possiamo non capire pienamente, Cristo ci chiede di impegnarci nella nostra fede. È la “fede che cerca la comprensione”, come direbbe Sant’Anselmo.
Mentre cerchiamo sempre di più Dio, possiamo guardare allo Spirito Santo per ricevere una guida. È lo Spirito che ha soffiato la vita nel creato all’inizio dei tempi, che è sceso su Maria per dar vita a Cristo e che ora cammina tra di noi, come Gesù stesso ha camminato sulla Terra.
Dio Spirito Santo è vicino, e cerca di attirarci verso l’amore portatore di vita della Trinità.
2 La Chiesa celebra la vita di tutti i cristiani
La Pentecoste non è solo una cosa cattolica. È per i cristiani ovunque! Se celebriamo il compleanno della Chiesa, quella che festeggiamo è la Chiesa di tutti i cristiani.
“Un solo corpo, un solo spirito… un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Efesini 4,4-6).
Come cattolici, crediamo che Dio riveli pienamente Cristo attraverso la Chiesa cattolica. Troppo spesso, però, cadiamo in una mentalità “noi-loro”. Spesso i nostri sentimenti nei confronti degli altri cristiani sono accompagnati dall’amarezza e da un senso sbagliato di “diritto cattolico”.
La Chiesa di Gesù è il suo Corpo. Se i cristiani sono divisi, spezziamo il Corpo di Cristo. Questa non è la volontà di Dio, ed è fonte di grande tristezza per i cristiani ovunque.
La Pentecoste ci ricorda che lo Spirito Santo in cui siamo battezzati è lo stesso Spirito che dà la vita a ogni cristiano. Siamo tutti fratelli e sorelle. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per vivere pienamente la nostra vocazione come Corpo di Cristo.
“Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui” (1 Corinzi 12, 26).
Dovremmo lavorare attivamente per guarire le ferite che dividono e formare autentici legami attraverso la nostra speranza collettiva in Cristo.
3 La Chiesa ci esorta a ricordare i nostri legami umani condivisi
Papa San Giovanni Paolo II ci ha incoraggiati a conoscere Dio come “Padre di tutti gli uomini”. Lo Spirito che dà vita ai cristiani dà vita anche a tutti i popoli.
“Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Corinzi 5, 15).
Nella Gaudium et Spes, la Chiesa ci dice che “dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale”. Come ci chiama ad essere un unico corpo di credenti, Dio ci chiama anche all’unità con tutti i popoli del mondo. Ciò è possibile attraverso lo Spirito Santo.
Siamo aperti a questa unità?
4 Possiamo commemorare la nostra Cresima
Chi di noi ha ricevuto il sacramento della Confermazione ha vissuto la propria Pentecoste speciale. Come l’esperienza dei discepoli, l’effusione dello Spirito Santo nella Confermazione rafforza i seguaci di Cristo perché conducano una vita pienamente cristiana.
All’interno della liturgia rinnoviamo regolarmente le nostre promesse battesimali, ma pensiamo raramente alla nostra Cresima. Nella Chiesa delle origini, il Battesimo e la Confermazione erano un unico sacramento di iniziazione cristiana. Sapendo questo, la teologia cattolica oggi ci dice che la Confermazione è un completamento del Battesimo. Diventiamo “segnati con il dono dello Spirito Santo”, come il vescovo o il sacerdote afferma amministrando il sacramento.
La Pentecoste è l’opportunità perfetta per rivalutare la nostra apertura allo Spirito Santo, perché la grazia ricevuta attraverso sia il Battesimo che la Confermazione possa trasformare la nostra vita.
5 Dio chiama a mettere in pratica i nostri doni unici
Come riflettiamo sulla nostra Cresima, possiamo riflettere anche sui talenti unici che Dio ci ha affidato. Lo Spirito Santo gioca un rolo speciale nell’impartire questi doni o carismi.
“Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un’utilità ecclesiale, ordinati come sono all’edificazione della Chiesa, al bene degli uomini e alle necessità del mondo” (CCC 799).
Ciascuno di noi ha responsabilità e vocazioni specifiche nella propria vita quotidiana, e Dio fornisce i mezzi per metterle in pratica.
“A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Corinzi 12, 7).
Concentrandoci di più sui nostri doni e meno sulle nostre mancanze, possiamo forse iniziare a vedere la grazia abbondante che offre lo Spirito Santo.
6 La Pentecoste ci guida attraverso tutto il Tempo Ordinario
Segnando il passaggio dalla Pasqua al Tempo Ordinario, la Pentecoste è un momento fondamentale di transizione. Nel periodo pasquale abbiamo ricevuto e celebrato la nuova vita in Cristo. Lo Spirito viene ora a noi a Pentecoste, offrendo e affermando la costante fedeltà di Dio.
“Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra, il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa” (Lumen Gentium, n. 4).
Il periodo del Tempo Ordinario si concentra sul riconoscere Dio in ciò che sembra ordinario e mondano e sul rispondere alla chiamata quotidiana di Cristo nella nostra vita. La Pentecoste può modellare tutto il lungo periodo che ci attende. Il suo messaggio di attività missionaria e conversione continua cerca di infiammare i nostri cuori di virtù cristiana.
La Pentecoste non dovrebbe essere un ripensamento della Pasqua, ed è più di una celebrazione di compleanno che indica quanto siamo arrivati lontano. Ci invita a partecipare attivamente al Tempo Ordinario e a tutto ciò che ci aspetta, ispirandoci a servire il mondo rimanendo alla presenza dello Spirito.