Il re voleva che l’abate venisse tirato e squartato, ma poi accordò una “semplice” impiccagioneIn quello che sembra essere stato un leggero cambiamento nell’animo di uno dei re più spietati della storia, una lettera del XVI secolo mostra Enrico VIII che commuta la condanna a morte di un sacerdote a una forma di esecuzione più misericordiosa.
Il testo, mostrato al pubblico sabato, venne scritto in risposta alla notizia per la quale il tentativo del sovrano di chiudere un’abbazia era stato fermato.
Enrico ordinò la morte dell’abate, decretando inizialmente che venisse impiccato, tirato e squartato, prima di essere esposto sulla pubblica piazza, riferisce Sky News. Quelle indicazioni vennero poi modificate, optando per una “semplice” impiccagione.
La lettera, che si pensa sia stata dettata a un segretario nell’ottobre 1536, è in mostra al Norton Priory Museum, nel Cheshire, insieme a un ostensorio d’argento dorato.
Per Sean Cunningham, responsabile dei Registri Medievali presso gli Archivi Nazionali, la lettera mostra che Enrico era interessato alla soppressione della Chiesa in Inghilterra. Nel 1536, un anno dopo l’esecuzione dei santi Tommaso Moro e John Fisher, ordinò la dissoluzione dei monasteri.
“Anche se era un re con la reputazione di delegare gli affari di Stato di routine, questa bozza di mandato mostra che Enrico VIII era molto interessato a tutto ciò che minacciava il suo potere e minava la sua sovranità”, ha affermato Cunningham. “Possiamo quasi percepire la sua indignazione mentre decide la risposta più efficace alle notizie relative all’abbazia di Norton”.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]