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L'”opzione cattolica”: come diventare santi senza ritirarsi dal mondo

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Catholic Link - pubblicato il 02/05/18
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di Emily Shaw

È iniziato tutto con il libro The Benedict Option (L’opzione benedettina), di Rob Dreher, ma poi è uscita fuori rapidamente tutta una serie di altre “opzioni” che ha invaso la rete: l’Opzione Domenicana, l’Opzione Mariana, l’Opzione Kateri e l’Opzione Francescana (l’ultima delle quali si riferisce all’Università Francescana di Steubenville, non a San Francesco).

Ogni visione sposava un elemento diverso del cattolicesimo, e tutte erano rappresentate in contrapposizione l’una all’altra, sottolineando i limiti percepiti negli altri approcci.

Forse, però, c’è un’opzione migliore: un’“opzione cattolica” che trae spunto dalle idee di tutte queste cosiddette opzioni e dalla pienezza di duemila anni di tradizione cattolica praticata con successo.

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1. Costruire la comunità

L’Opzione Benedettina presenta la comunità come modo integrale per riscoprire la bellezza della tradizione e della liturgia e preservarle per le generazioni future, nonché per offrire ai cattolici la stabilità necessaria per sostenersi a vicenda nel proprio viaggio di fede.

Costruire una comunità cattolica autentica non significa necessariamente doversi sradicare e spostare in un altro luogo. Le comunità migliori iniziano in modo organico, derivando dal desiderio delle persone che la pensano allo stesso modo di riunirsi e condividere la propria vita.

Potrebbe essere qualcosa di semplice come un invito a prendere un caffè dopo la Messa domenicale che porta all’amicizia tra famiglie, alla nascita di gruppi di preghiera, gruppi di mamme o gruppi giovanili. Le comunità crescono e si adattano per far fronte alle necessità dei loro membri.

In molti casi tutto ciò che serve è un piccolo passo avanti, un invito fatto di persona, e tutto poi viene di conseguenza.

2. Ritirarsi da ciò che è mondano, non dal mondo

Una delle argomentazioni principali dell’Opzione Francescana è costruire la comunità non per astrarsi dalla società per diventare una comunità insulare o isolata.

Bisogna sicuramente creare comunità di persone che la pensano allo stesso modo, ma senza escludere la compagnia di persone al di fuori della propria comunità basata sulla fede. Nella pratica sembra realistico. Dopo tutto, la verità è che la nostra cerchia di amici, familiari e colleghi in genere si estende al di là delle nostre comunità cattoliche.

Anziché astrarsi del tutto dalla società e rifiutare qualsiasi comunità al di fuori della propria comunità cattolica, bisognerebbe concentrarsi sul ritirarsi dalle influenze mondane contrarie a quello in cui crediamo. Potrebbe bastare il fatto di spegnere la televisione o ascoltare musica di artisti che non figurano necessariamente nella classifica dei più venduti.

Molti potrebbero considerarlo un sacrificio, perché come ha affermato un commentatore australiano di media secolari lo scorso anno la televisione è diventata la base delle conversazioni.

La verità è che buona parte del contenuto della televisione commerciale e della musica pop, se non apertamente sessualizzata, è piena di idee anticristiane sovversive su vita, rapporti e moralità. Non sarebbe sbagliato essere un po’ più prudenti nei confronti dei media.

3. Devoti a Maria

Il messaggio dell’Opzione Mariana di Carrie Gress è semplice e profondo: la devozione a Maria è una parte integrale e non opzionale del cattolicesimo, ed è qualcosa che ci caratterizza come cattolici, anche se troppo spesso è sottovalutata.

Non c’è bisogno che la Gress ci ricordi tutte le volte in cui l’intercessione di Maria ha salvato i cattolici dalla rovina. Alcune di queste, come la battaglia di Lepanto, sono ormai leggendarie, e tuttavia quanto spesso diamo per scontato il suo ruolo di intercessione, o le varie apparizioni mariane di Lourdes e Fatima?

La verità è che nessuna Opzione Cattolica è completa senza la devozione e la fiducia in Maria.

Il Rosario quotidiano è un ovvio punto di partenza, ma ci sono molti altri modi per inserire la devozione a Maria nella propria vita: la recita dell’Angelus – o del Regina Caeli durate il tempo di Pasqua – è una preghiera semplice ma potente da aggiungere al proprio repertorio; inserire un giardino mariano o una grotta mariana nel giardino di casa; cucinare una torta con i propri figli il giorno del compleanno di Maria (l’8 settembre) o affidarsi al suo Cuore Immacolato.

4. Essere nel mondo ma non del mondo

L’Opzione Kateri, proposta dall’hipster cattolico per eccellenza, Tommy Tighe, può essere riassunta nel fare tutto ciò che si può per rimanere santi in un mondo secolare. Semplice ma efficace.

Diciamolo, la Chiesa cattolica ha un cospicuo arsenale a cui ricorrere in questo senso. Abbiamo una Chiesa piena di tradizioni e preghiere millenarie, Dottori della Chiesa che presentano la fede in modo eloquente, teologi che ci aiutano a comprendere l’infinito, santi che ci guidano con il loro esempio e sacramenti che ci mantengono sulla retta via. E ovviamente la lista potrebbe continuare.

Possiamo essere molto diversi gli uni dagli altri a livello individuale, ma con una tale ricchezza di Scrittura, insegnamento, tradizione e preghiera abbiamo veramente moltissime risorse a disposizione. Non c’è proprio alcuna scusa per non trovare dei modi per rafforzare la nostra vita di preghiera e crescere in santità.

5. Condividere il frutto della preghiera

Condividere il frutto della preghiera, della contemplazione e del discernimento con il mondo è l’idea centrale dell’Opzione Domenicana, spiegata da Mark Shea, ed è qualcosa che tutti possiamo implementare. Parlando a livello storico, questo frutto è stato evidentissimo nei ministeri che cercano di alleviare la sofferenza altrui.

È difficile che sia una coincidenza il fatto che le origini di molti ospedali, scuole e organizzazioni caritative siano tutte riconducibili al cattolicesimo. Queste istituzioni sono state fondate da persone di preghiera, alcune delle quali in seguito beatificate e canonizzate, che hanno cercato e trovato discernimento e hanno risposto alla chiamata di Dio nella propria vita.

Ovviamente non siamo tutti chiamati a fondare organizzazioni di questo tipo, ma ciò non significa che il frutto della nostra preghiera e del nostro discernimento non possa essere condiviso con il mondo. Forse Dio ci ha chiamati a una vocazione sacerdotale o religiosa, o forse ci ha chiamati a sbocciare là dove veniamo piantati. Indipendentemente da questo, uno sforzo concertato nei confronti della preghiera, del rapporto con Dio, cambierà il modo in cui vediamo il mondo e lo approcciamo. Potrebbe sembrarci che il nostro contributo sia scarso, ma qualcun altro potrebbe incontrare Cristo in noi.

6. Essere autenticamente cattolici

Tutte queste opzioni, e molte altre, sono una risposta alla società sempre più secolare in cui viviamo. È tuttavia importante non scoraggiarsi. La nostra epoca potrebbe sembrarci deprimente, ma dobbiamo confidare nei progetti di Dio, anche se non li comprendiamo.

Vale la pena di discutere queste “opzioni” e di trarne ispirazione, perché alla base ci chiamano a una versione più autentica del cattolicesimo. La nostra fede dovrebbe permeare tutta la nostra vita. In ogni “opzione” c’è l’esortazione ad essere pienamente cattolici, persone che non si limitano ad andare a Messa la domenica, ma che sono cattolici culturali e spirituali che usano la fede come bussola morale al momento di votare, di prendere decisioni di vita importanti e non, di socializzare, di interagire con la famiglia e in qualsiasi altra cosa facciamo.

Cattolici la cui fede permea ogni centimetro del loro essere.

In altre parole, è un’opzione di santità.

Qui l’originale.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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