Dal rapporto Focsivdi Francesco Ricupero
Ottantotto milioni di ettari di terra fertile nel mondo in diciotto anni sono stati accaparrati da stati, gruppi e aziende multinazionali, società finanziarie e immobiliari internazionali soprattutto in Africa. Si tratta del land grabbing (accaparramento delle terre) il fenomeno di cui si occupa il primo rapporto di Focsiv realizzato in collaborazione con Coldiretti, intitolato «I padroni della terra. Il land grabbing». Dagli inizi di questo millennio — sottolinea il rapporto — il fenomeno dell’accaparramento di terre fertili, «è andato in crescendo a danno delle comunità rurali locali; a perpetrarlo stati, gruppi e aziende multinazionali, società finanziarie e immobiliari internazionali. La maggior parte dei contratti conclusi, trasnazionali e nazionali, riguardano gli investimenti in agricoltura, ripartiti in colture alimentari e produzioni di biocarburanti, a seguire lo sfruttamento delle foreste e la realizzazione delle aree industriali o turistiche».
Tra i primi dieci paesi oggetto di land grabbing vi sono i paesi impoveriti dell’Africa, come la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan, il Mozambico, la Repubblica del Congo e la Liberia. Il rapporto è una denuncia e un invito a una riflessione su quanto sta accadendo in Africa: l’applicazione di un modello di produzione e consumo che accaparra risorse per sfruttarle senza riguardo delle comunità locali, in nome di interessi dei paesi ricchi. In questo sistema economico la terra è considerata soltanto una merce in balia di un mercato privo di regole, mentre è una risorsa naturale limitata indispensabile per la sopravvivenza e la produzione di cibo. Il rapporto è un lungo percorso che parte dall’analisi del fenomeno del land grabbing per giungere a stilare un punto sulla normativa internazionale in materia di diritti umani e di promozione del diritto dei contadini alla terra.