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La battaglia di Papa Benedetto XVI contro il maligno

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Miguel Cuartero Samperi - pubblicato il 22/04/18 - aggiornato il 02/01/23
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Ne ha parlato padre Gabriele Amorth nel suo libro "L’ultimo esorcista" (2012)

Più volte si è parlato dei combattimenti che papa Giovanni Paolo II dovette affrontare contro il demonio, ma è meno noto il fatto che anche il suo successore Benedetto XVI ebbe modo di scontrarsi e sconfiggere le forze del male durante il suo pontificato. Ne ha parlato padre Gabriele Amorth nel suo libro "L’ultimo esorcista" (2012) e ora un nuovo libro dell’esorcista Truqui (Professione esorcista, 2018) ci rivela un episodio inedito.

DUE POSSEDUTI IN PIAZZA SAN PIETRO
Benedetto XVI era ancora felicemente regnante quando il famoso esorcista paolino raccontava l’episodio in cui due ragazzi posseduti furono accompagnati all’Udienza Generale del mercoledì in piazza San Pietro. Siamo nel maggio del 2009. Mentre il Santo Padre saluta la folla a bordo della papamobile i due energumeni iniziano ad agitarsi violentemente e – fuori di sé – cadono a terra sbattendo più volte la testa contro i “sampietrini”, farneticando freneticamente. «I giovani uomini – racconta Amorth – urlano, sbavano, tremano, danno in escandescenze». La scena non sfugge al Papa che, senza scomporsi, li vede da lontano e li benedice. «Per i due posseduti è una scossa furente. Una frustata assestata su tutto il corpo. Tanto che cadono tre metri indietro, sbattuti per terra. Adesso non urlano più. Ma piangono, piangono, piangono. Gemono per tutta l’udienza. Quando poi il Papa se ne va, rientrano in se stessi».

LA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI CHE SCACCIO’ IL DIAVOLO
Un nuovo episodio, ancora più discreto e “silenzioso” di quello avvenuto in piazza San Pietro, conferma quanto la preghiera del papa tedesco si sia rivelata efficace contro il Maligno. Il fatto ci viene raccontato da padre Cesare Truqui, sacerdote messicano che svolge il suo ministero in Svizzera, nella diocesi di Coira, nel suo libro Professione esorcista (Piemme 2018). Padre Truqui – esorcista formatosi alla scuola di padre Amorth e di padre Bamonte – racconta quello che fu il suo primo caso di possessione diabolica, un caso si risolse solo grazie all’intervento dell’allora Pontefice Benedetto XVI.

Un uomo francese di nome Charles, di circa quarant’anni, era terribilmente tormentato dal demonio. Sposato e padre di un figlio, Charles aveva iniziato a subire disturbi in età adulta ma scoprì che, quando era ancora nel grembo di sua madre, i genitori – che appartenevano ad una setta – lo avevano consacrato a Satana e accompagnato ad alcuni riti. Da quando iniziarono i disturbi Charles si affidò alla cura di diversi psichiatri e sacerdoti, senza mai ottenere la liberazione.

Per questo si recò a Roma per affidarsi a uno degli esorcisti più rinomati del mondo: padre Francesco Bamonte, attuale presidente Associazione internazionale esorcisti. Fin dalle dalle prime sedute Bamonte convocò padre Cesare Truqui come traduttore per poter dialogare con l’uomo francese e il demonio che lo possedeva. Interrogato dall’esorcista, secondo la prassi, il demonio rivelò inizialmente di chiamarsi “Rex” (dal latino, “re”). Ma l’esorcista lo incalzò: «Nessun diavolo si chiama così…». Il demonio rispose ancora: «Sono il principe di questo mondo». Alla terza volta che l’esorcista gli chiese di rivelare il nome, il diavolo si presentò come «Satana». La storia di Charles ha dell’incredibile. Si trattava di uno dei rari casi di vera possessione ed era Satana, in persona, a possederlo! Lo stesso padre Bamonte lo definì come «Il caso più difficile di tutta la mia vita». La superbia e l’arroganza del demonio lo portavano a irridere l’esorcista e a sfidarlo con violenza:

– «Non puoi farmi nulla»
– «Allora chi può farlo?» chiese l’esorcista
– «Un vescovo o il Papa» rispose Satana.

Bamonte e Truqui ne parlarono con padre Amorth per ottenere qualche consiglio. La risposta di Amorth fu secca: «E’ una menzogna per spaventarti! L’esorcista parla sempre a nome di un vescovo». Il caso si complicava: aveva  forse ragione il diavolo nell’affermare che solo il vescovo o il Papa avrebbero potuto scacciarlo? Oppure, come diceva Amorth, il demonio cercava solamente di scoraggiare e far desistere gli esorcisti per essere lasciato in pace? Ecco il racconto dalle parole di padre Cesar Truqui:

Data la gravità della possessione consigliammo all’uomo di scrivere a Benedetto XVI e consegnai la lettera a un confratello che a quel tempo lavorava nella Segreteria di Stato. Una settimana dopo arrivò una risposta firmata dal segretario del Santo Padre in cui si affermava che il pontefice avrebbe preso personalmente nota della vicenda e prometteva di pregare per il posseduto e di offrire intenzioni nelle messe affinché fosse liberato.  Tre mesi dopo avere scritto la lettera, ricevetti una telefonata inaspettata. Era padre Bamonte. Mi disse: «Padre, non ci crederà, ma penso che Charles sia libero!». Infatti nel corso di un esorcismo, Charles aveva gridato forte e aveva annunciato: «Mi sento libero e felice. Non sono più oppresso!». La liberazione si era compiuta. […] Questa liberazione così veloce, dopo tanti e tanti sforzi vacui, è spiegabile solo in un modo: la potente preghiera del Papa a cui Satana è stato costretto a piegarsi. Quell’uomo oggi è ancora libero, nessun demonio lo tormenta.

BENEDETTO XVI: “BESTIA NERA” DI SATANA

A differenza di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI non compì veri e propri esorcismi, ma – come afferma padre Amorth – era «temutissimo da Satana». La sua santità di vita, la sua preghiera e la sua devozione rappresentavano una costante sfida per il diavolo: «Le sue messe, le sue benedizioni, le sue parole sono come dei potenti esorcismi. […] Credo che il suo pontificato sia un grande esorcismo contro Satana. Efficace. Potente». «Il modo con cui Benedetto XVI vive la liturgia. Il suo rispetto delle regole. Il suo rigore. La sua postura sono efficacissimi contro Satana. La liturgia celebrata dal Pontefice è potente. Satana è ferito ogni volta che il Papa celebra l’eucaristia». E’ per questo che Satana temeva molto l’elezione di Ratzinger a Sommo Pontefice perché vedeva in lui la continuazione della battaglia che aveva combattuto contro il suo predecessore per più di ventisei anni. Mons. Andrea Gemma, Arcivescovo Emerito di Isernia-Venafro, conferma ciò che hanno affermato diversi esorcisti, vale a dire che l’invocazione a Giovanni Paolo II durante i riti provoca un impatto devastante sul diavolo: «Giovanni Paolo II è molto invocato negli esorcismi, e il Diavolo soffre molto all’udire il suo nome». Il vescovo testimonia però che, durante un esorcismo, fu lo stesso diavolo ad ammettere la sua avversione ancora maggiore verso Benedetto XVI affermando per bocca di una donna: «Il vecchiaccio [Giovanni Paolo II ndr.] ci ha danneggiato enormemente, ma quello che c’è adesso è peggio!». (Cfr. A. Gemma, Confidenze di un esorcista, 2009). Chi avrebbe pensato che quell’uomo mite e discreto, dedito allo studio e alla preghiera, quale era Joseph Ratzinger, fosse così temuto dal demonio? «E’ confortante – ha affermato mons. Gemma – che Benedetto XVI venga considerato dagli spiriti maligni un avversario addirittura più pericoloso, letale e potente del suo venerato predecessore»

AMORTH: GLI ESORCISTI DEVONO MOLTO A BENEDETTO XVI
Quando nel febbraio del 2013 papa Benedetto rinunciò al Soglio di Pietro, padre Gabriel Amorth, parlando a nome di tutti gli esorcisti, gli dedicò uno speciale ringraziamento. Parole colme di riconoscenza per il sostegno e l’incoraggiamento offerto a questi sacerdoti – spesso incompresi o guardati con sospetto persino nelle proprie diocesi – che sono al servizio dei fedeli e combattono in modo speciale l’influsso di satana nel mondo.

Papa Benedetto XVI ha fatto molte cose per gli esorcisti, a cominciare dalla stesura del catechismo della Chiesa cattolica e per aver consentito a noi esorcisti di poter amministrare il sacramentale dell’esorcismo non solo a persone che subiscono la possessione diabolica ma anche su quelle persone che subiscono disturbi diabolici, come la vessazione e l’infestazione diabolica [Questa speciale concessione solleva gli esorcisti dalla proibizione presente nel nuovo rituale degli esorcismi emanato dal Vaticano dopo il Concilio Vaticano II e che ha trovato dure critiche da p. Amorth e diversi altri esorcisti, n.d.r.].

Allo stesso modo l’esorcista spagnolo José Antonio Fortea – autore della Summa Daemoniaca (– ha parlato di Benedetto XVI come «il Papa che nell’età moderna più ha fatto per gli esorcisti» (D. Murgia, Vade Retro, Mondadori 2017, p. 110). Essendo a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’allora cardinale Joseph Ratzinger emanò un breve documento in cui ribadiva ai Vescovi di tutto il mondo alcune norme da osservare nei casi di esorcismo. Tra queste la proibizione rivolta ai laici e ai sacerdoti che non ne abbiano ricevuto la facoltà dal proprio Vescovo, di guidare riunioni e di utilizzare le formule e le preghiere di esorcismo. «I Vescovi – scriveva Ratzinger – sono vivamente pregati di esigere l'osservanza di queste norme». (Lettera agli Ordinari riguardante le norme sugli esorcismi, 29 settembre 1985).

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