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Quando la vulnerabilità diventa una forza

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Mathilde De Robien - pubblicato il 16/04/18
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Tutti, come esseri umani, siamo vulnerabili, ma possiamo trascendere le nostre debolezze e rendere la nostra vulnerabilità una forza feconda e creativaCharles Gardou, antropologo, professore dell’Università Lumière Lyon 2 e dell’Istituto di Scienze Politiche di Parigi nonché autore di numerosi libri sull’handicap, spiega che la vulnerabilità, pur se distribuita in modo diseguale, caratterizza ogni essere umano.

Nessuno è immortale o onnipotente, anche se le teorie transumaniste vorrebbero farcelo credere.

Le persone disabili sono forse caratterizzate più visibilmente dalla fragilità, ma ogni persona, secondo l’antropologo, “in forme e gradi diversi, presenta ritardi, squilibri, anomalie, problemi fisici, intellettuali, psicologici, emotivi, relazionali, economici…”

Per questo, “il motore dell’esistenza umana risiede in questa lotta contro la vulnerabilità”, spiega Gardou.

Cosa fa l’essere umano per superare la sua fragilità? Secondo quanto hanno dimostrato le otto grandi personalità menzionate nel suo libro Pascal, Frida Kahlo et les autres… (Ed. Erès), l’essere umano possiede un capitale di risorse ed energie insospettate, ed esacerbate quando è necessario.

Un turbamento, un’occasione di vergogna, uno svantaggio, ecc., possono costituire uno stimolo importante. Un ostacolo apre l’accesso a un livello superiore di funzionamento e diventa un motore di sviluppo psichico.

Sappiamo, ad esempio, che quando manca un senso se ne sviluppa un altro – quando viene meno una facoltà ne sorge un’altra. L’handicap, la paralisi, la dipendenza vengono quindi compensati da altri aspetti.

FRIDA KALHO

Domaine Public
Frida Kahlo*gelatin silver print*Oct. 16 / 1932

Forza e svantaggi

Seguendo i passi delle otto personalità studiate dall’autore nel suo libro comprendiamo che la loro energia creativa è nata da questa lotta contro la vulnerabilità.

“Ciascuna di loro conosceva, con la sicurezza che dà l’esperienza vissuta, il posto della vulnerabilità e le risorse necessarie per superarla. (…) Testimoniano la stessa ambizione: lavorare per superare i limiti”, afferma l’autore.

Si tratta, ovviamente, di una lotta continua. “A volte le scopriamo deboli come se il sangue abbandonasse le loro vene, altre volte così forti che nessun ostacolo sembra poter frenare il loro impeto vitale e creativo”.

Vita e opere sono intimamente legati, “una stessa avventura”, con le parole di Merleau-Ponty evocando la fragilità psicologica di Cézanne. Perché questi personaggi creavano certamente per esprimersi, ma anche per impadronirsi della loro vita e restituirle la loro elevatezza.

Consideriamoli dei modelli da seguire, perché ci esortano a trascendere le nostre debolezze. Non lasciamoci vincere dalle nostre tante limitazioni e dalla nostra impotenza, ma aumentiamo tutte le capacità del nostro essere.

Le nostre ferite non sono una negazione di tutto. “Nessuno, finché vive, rinuncia a tutto”, ricorda l’antropologo.

In un’epoca in cui si esaltano la forza, la competizione e la vittoria, siamo tentati di camuffare la nostra vulnerabilità e di disprezzare o abusare di quella degli altri, ma continua ad essere universale ed eterna.

Anziché negarla, quindi, mostriamo un po’ di umiltà e ammettiamo la nostra ineludibile e indelebile imperfezione legata alla nostra condizione umana.

“L’essere umano è più forte quando conosce se stesso e assume la sua vulnerabilità”, sottolinea Charles Gardou. Citando la riflessione di Simon Leys su Henri Michaux, “chi lascia davvero un segno è chi ha la forza e il coraggio di esplorare e sfruttare le proprie carenze; chi si accontenta di sviluppare i suoi doni non arriva molto lontano”.

“Il motore dell’esistenza umana risiede in questa lotta contro la vulnerabilità”

“Vulnerabile! Ecco qualcosa che specifica con la forza dell’evidenza la condizione umana. È quello che caratterizza la nostra specie. Né le apparenze di potere né i desideri di grandezza possono cancellare questa precarietà. L’umanità, che vorrebbe essere forte ed eterna, fa il rumore della porcellana che si rompe”.

In Pascal, Frida Kahlo et les autres…, Gardou ritrae otto scrittori e artisti che seppur malati o disabili, per nascita o incidenti, hanno superato la propria debolezza creando capolavori. Ecco quindi Robert Schumann, Frida Kahlo, Blaise Pascal, Jean-Jacques Rousseau, Fëdor Dostoevskij, Joë Bousquet, Helen Keller e Demostene.

9782749240503

Pascal, Frida Kahlo et les autres… Ou quand la vulnérabilité devient force, Charles Gardou, edizioni Érès, gennaio 2014, 221 pagine, 21 euro.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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