di Andrés D’Angelo
Cristo è risorto! È davvero risorto! Nostro Signore ha trionfato sulla morte e sul peccato, e il suo trionfo ci invita a seguirlo. Se vogliamo seguirlo nella gloria, dovremo seguirlo nella sua Passione. Il suo trionfo sulla morte è chiarissimo, quello che non ci è chiaro è come vince il peccato. La Quaresima è una commemorazione dei quaranta giorni che Nostro Signore ha trascorso nel deserto, dov’è stato tentato da Satana e ha vinto le tentazioni con preghiere e digiuno.
Ma le tentazioni che ha vinto Gesù sono le stesse di tutti gli uomini? Sembrano tentazioni piuttosto “strane”. Pane per qualcuno che ha appena digiunato quaranta giorni: non sarebbe stato necessario? Non sarebbe stato auspicabile poter mangiare un po’ di pane? Volare dal pinnacolo del tempio, invece, questo sì che è ben strano. Direi che se ha rifiutato il pane perché avrebbe avuto bisogno di volare? E poi il diavolo gli ha offerto tutti i regni della Terra se lo avesse adorato prostrandosi. Non so a voi, ma a me il demonio non ha mai offerto tutti i regni della Terra, né di volare né del pane… Le nostre tentazioni sono uguali?
Come ci tenta il diavolo?
Le tentazioni di Gesù sono quelle “tipiche”, nel senso che sono il “tipo” su cui si basano quelle degli altri uomini. Nella meditazione delle Due Bandiere, degli Esercizi Spirituali, Sant’Ignazio dice:
“Come di solito avviene, cominceranno ad attirarli con l’avidità delle ricchezze; così essi giungeranno più facilmente alla ricerca del vano onore del mondo, e infine a un’immensa superbia. Vi sono perciò tre scalini: il primo è la ricchezza, il secondo il vano onore, il terzo la superbia; da questi tre scalini egli spinge gli uomini a tutti gli altri vizi”.
La prima tentazione: l’avidità
La prima tentazione di Cristo, quella di trasformare le pietre in pane, è la tentazione dell’avidità dei beni materiali. Gesù aveva davvero fame e aveva certamente bisogno di pane, ma il problema era come ottenere quelle “ricchezze”. Satana lo tentava perché usasse i suoi poteri spirituali per ottenere qualcosa che avrebbe potuto ottenere con poche monete in qualsiasi luogo.
Poco tempo dopo, a Cana, Nostro Signore ha realizzato un miracolo simile, trasformare l’acqua in vino, ma lo ha fatto su richiesta di sua Madre e non del tentatore, e lo ha fatto per un bene spirituale: con quel piccolo miracolo, “i suoi discepoli credettero in lui”.
La seconda tentazione: l’orgoglio
Questa tentazione ha a che vedere con il “vano onore del mondo”. Volare come un elicottero dal pinnacolo del tempio avrebbe sicuramente reso Gesù famosissimo, ma non era il suo obiettivo. Non voleva diventare famoso, anzi, fuggiva da coloro che volevano proclamarlo Re di Israele, perché il suo Regno non era “di questo mondo”. Gesù non aveva bisogno della fama, e di fatto, senza bisogno di volare, è diventato con la sua Passione, Morte e Resurrezione la persona più “famosa” del mondo, al punto da dividere la storia in due.
La terza tentazione: il potere
È la tentazione del potere diretto su tutte le Nazioni del mondo. Anche Gesù avrebbe potuto ottenerlo, e di fatto lo ha ottenuto, perché i miti erediteranno la terra. Il problema è che Satana gli offriva quei regni se Gesù si fosse prostrato ad adorarlo. Dio che adora Satana. Non credo proprio.
Viste così, le tentazioni non sembrano tanto strane. Il diavolo non è sciocco. Tenta ciascuno secondo la sua natura, e tenta tutti noi in modo uguale, soprattutto con quello che Dio ci darà in ogni caso. Ha tentato Adamo ed Eva dicendo loro che sarebbero stati come dèi, e mediante la vita della grazia possiamo “essere come Dio”, ovvero partecipare alla sua vita divina.
Veniamo tentati con astuzia
Come ci tenta secondo la nostra natura, ci tenta con ciò che ci appare “buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza”. Questo schema di tentazione è sempre presente: prima ci tenta con l’appetito sensibile, poi con la vanità, e infine con la superbia. Nella sua esortazione apostolica Into the breach, il vescovo di Phoenix, Thomas Olmsted, rivolge un appello su questo modo di operare del diavolo:
“Nella sua prima Lettera alla Chiesa, San Giovanni parla della triplice tentazione che affrontiamo tutti: passione della carne, avidità e ostentazione della ricchezza (1 Giovanni 2, 16-17). Tutti i peccati non sono forse legati a questi tre? Giovanni identifica le battaglie che tutti dobbiamo combattere dentro di noi”.
Per gli uomini (maschi), nulla oggi è più visibile di questa triplice tentazione. Ci tenta con la “carne”, specialmente mediante la pornografia, a ottenere piaceri illeciti dalla sessualità. Ci tenta mediante l’avidità a ottenere cose di cui non abbiamo bisogno, a cercare il superfluo senza occuparci delle cose del Regno, e ci tenta all’ostentazione, a “dimostrare” con vanità che abbiamo più degli altri, che la nostra auto è più nuova, o il nostro cellulare è più moderno, o la nostra vita è migliore di quella del prossimo.
L’aspetto negativo è che visto che questi peccati sono collegati alla nostra natura maschile, pecchiamo quasi “con piacere” nelle tentazioni che Satana ci offre. Siamo pieni di testosterone e la nostra carnalità si può tentare facilmente. Siamo chiamati a vincere mediante la forza, e in questo mondo in cui dobbiamo vivere, in cui la vita sedentaria ha fatto sì che scompaia lo sforzo fisico perfino per i compiti più semplici, quel “testosterone di troppo” si risolve in lussuria e aggressività. Ci tenta con l’avidità, e veniamo comandati per voler ottenere le cose del mondo. Nasciamo per vivere in un mondo ostile, e quello che prima si risolveva nella forza per vincere le inclemenze del tempo e le difficoltà della vita attualmente si sviluppa in avidità. Vogliamo di più. Non importa cosa, ma vogliamo di più, molto di più, anche se abbiamo già abbastanza. Accumuliamo “tesori” e perdiamo la vita per pagare lussi di cui non godiamo. E ovviamente ci tenta la superbia. Se otteniamo tante cose dobbiamo mostrarle, e per questo ci vantiamo.
Pecchiamo quindi seguendo lo stesso schema di sempre: appetiti sensibili, vanità, orgoglio, possessività, avidità. La meccanica delle tentazioni è sempre la stessa: quando qualcosa di creato occupa il posto di Dio. Quella cosa creata può essere una qualsiasi: la carnalità, l’ego o le ricchezze, e quando le amiamo più di Dio siamo di fronte a un problema gravissimo. Perché la nostra anima ha un vuoto delle dimensioni di Dio, e cercare di riempirla con qualche creatura finita ci rende più infelici. Da ciò derivano la grande ansia e la grande depressione del mondo contemporaneo: si ha troppo, e non si sa cosa farci. Ma non si ha l’unica cosa necessaria, l’unica che possa renderci felici: l’Amore Infinito di Dio. A chi ha Dio non manca nulla. Solo Dio basta.
Se vi sentite molto tentati o siete caduti, ricordate di accostarvi al sacramento della Confessione.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]