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Hanno usato la sua foto per giustificare l’aborto ma la madre ha lottato con tutte le forze

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Dolors Massot - pubblicato il 12/04/18
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Nathalie Weaver ha affrontato le reti sociali per porre fine agli attacchi e ha vinto grazie al sostegno di moltissime personeL’essenziale è invisibile agli occhi”, afferma Saint-Exupéry ne “Il Piccolo Principe”. I genitori di Sophia sanno bene che se ci si concentra solo sull’esteriorità si sbaglia.

Sophia ha 9 anni. È nata con la sindrome di Rett, una malattia che influisce sul linguaggio e sulle funzioni motorie.

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Nataliew1020 – Twitter

22 interventi

Sophia ha presentato fin dal primo momento deformità al volto, ai piedi e alle mani. Man mano che il cervello e il corpo si sviluppavano soffriva di convulsioni e soffocamento, il che ha spinto i medici a intervenire chirurgicamente in ben 22 occasioni.

In casa Weaver la accompagnano un fratellino e una sorellina, che dimostrano in ogni momento quanto le vogliono bene, indipendentemente da come sono i suoi occhi, la sua bocca, i suoi denti…

La naturalezza con cui amano Sophia ha fatto sì che la mamma non avesse problemi a mostrare sulle reti sociali alcuni momenti della sua vita familiare.

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Nataliew1020 – Twitter

Nathalie credeva anche che fosse una buona occasione per parlare della malattia, proprio mentre la famiglia cercava un’area in cui la bambina potesse essere assistita meglio a livello sanitario. Sono aumentati i followers su Twitter, che hanno iniziato a conoscere (e ad amare) la quotidianità di Sophia e della sua famiglia.

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Nataliew1020 – Twitter

Immagine identificata con la necessità di abortire in caso di certe malattie

Poi, però, Natalie Weaver ha iniziato a ricevere messaggi terribili su Twitter. Alcuni hanno iniziato a raccomandarle di porre fine alla vita di Sophia “per risparmiarle la vergogna di continuare a vivere” essendo così deforme.

Un giorno Nathalie ha ricevuto un messaggio diretto in cui l’immagine di sua figlia accompagnava un testo a favore dell’aborto e ha detto basta, decidendo di passare all’azione.

“Aiutatemi…”

Nathalie si è lamentata con Twitter per l’uso dell’immagine di sua figlia in un commento pieno di crudeltà. Ha bloccato l’autore, ma non è riuscita a frenare la sua intenzione di fare danno e farsi notare. Il tweet crudele continuava a girare su Internet.

Il 21 gennaio Nathalie ha scritto:

“Per favore, aiutatemi e girate questo tweet. Questa persona continua a usare l’immagine di mia figlia per promuovere l’aborto perché è disabile. Qualche avvocato potrebbe aiutarmi a intraprendere misure legali? PS: Non pagate per mia figlia. Ha un’assicurazione privata e siamo noi a coprire le spese”.

Twitter ha iniziato a ribollire.

Dopo molte insistenze di Nathalie e dei suoi followers, che chiedevano la chiusura dell’account che denigrava Sophia, Twitter ha chiuso l’account e ha chiesto scusa.

Un portavoce di Twitter ha dovuto rispondere alla CNN per ciò che era accaduto: “Non si può promuovere violenza contro qualcuno o attaccare direttamente altre persone sulla base di razza, etnia, origine nazionale, orientamento sessuale, genere, identità di genere, affiliazione religiosa, età, disabilità o malattia”.

Ha anche segnalato che si tiene conto di tutti questi concetti quando la piattaforma analizza una lamentela per contenuti che promuovono l’odio.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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