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Perché Giuda Iscariota non è santo?

THE TAKING OF CHRIST
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Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 28/03/18
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Lezioni di vita del Mercoledì SantoNessuno ha mai detto “San Giuda Iscariota, prega per noi!” Perché? Perché Giuda Iscariota, uno dei dodici apostoli scelti da Cristo, non è santo?

È perché ha tradito Cristo? In fondo chi non l’ha fatto? Ogni vero santo si batterà il petto e confesserà di essere un peccatore, e non dimentichiamo che San Pietro, uno dei dodici e primo Papa, ha proclamato la sua fedeltà a Cristo ma tra l’Ultima Cena e l’alba successiva ha negato tre volte di averlo perfino conosciuto!

E allora qual è la differenza? Che differenza c’è tra un peccatore e traditore che diventa santo e il resto di noi? Possiamo illustrare la differenza più importante guardando da vicino Simon Pietro e Giuda Iscariota – uno santo, l’altro no.

San Pietro ha tradito Cristo con grida e imprecazioni in mezzo a una folla. Giuda Iscariota lo ha tradito nell’ombra e tra i sussurri, in una cospirazione. San Pietro pensava di conoscere meglio del suo Maestro la verità sul proprio coraggio e la propria debolezza. Giuda Iscariota, che ha tradito il suo Maestro con un bacio, pensava di sapere meglio di Cristo quale dovesse essere la missione dell’Unto di Dio. Entrambi avevano un che di delirante – San Pietro delirava su se stesso, Giuda Iscariota su Cristo.

San Pietro, che ha testimoniato la trasfigurazione di Cristo sul Monte Tabor, ha scelto di confidare sulla propria forza piuttosto che affidarsi in modo umile e saggio alla forza di Cristo. Giuda Iscariota, che ha testimoniato in prima persona i tre anni del ministero pubblico di Cristo, pensava di essere più saggio di Gesù, e ha cercato di sottomettere l’Unto di Dio alla sua saggezza umana piuttosto che arrendersi a quella divina.

Quello che questi due personaggi, San Pietro e Giuda Iscariota, hanno in comune è il fatto che entrambi hanno distolto gli occhi da Cristo e hanno guardato se stessi. Ovviamente non posso chiedere un’alzata di mano in questa sede, ma porrò comunque qualche domanda: “Non sono forse molto simili a noi? Non è forse vero che anche noi facciamo affidamento sulla nostra forza e la nostra saggezza? Non è vero che anche noi molto spesso guardiamo noi stessi piuttosto che volgerci a Cristo, che proclamiamo nostro Signore e Maestro?”

Per esseri umani caduti come voi e me, scegliere di riconoscere che abbiamo molto in comune sia con San Pietro che con Giuda Iscariota è un primo passo importante. La Settimana Santa, e soprattutto il Mercoledì Santo, è un momento importante per riconoscere il pericolo che corriamo e la nostra promessa.

Il pericolo che corriamo è questo – quando riconosciamo l’orrore del nostro peccato, quando ci rendiamo conto della mostruosità del nostro peccato che porta all’assassinio dell’Amore Incarnato, il Cristo di Dio, la nostra repulsione può portare a disperare anziché alla conversione. Consideriamo queste parole della versione di Edward Fitzgerald del Rubaiyat of Omar Khayyam:

Il dito scrive, e dopo aver scritto va avanti;
tutta la tua pietà e il tuo spirito
non riusciranno a cancellare neanche mezza riga,
e tutte le tue lacrime non potranno lavarne via una sola parola.

Sia San Pietro che Giuda Iscariota hanno realizzato l’orrore del loro peccato. Pietro ha tradito d’impulso, Giuda Iscariota ha tradito deliberatamente – entrambi hanno deluso il Maestro.

Pietro ha pianto amaramente, ci dice la Scrittura, e si è pentito del suo peccato. Quando il suo Maestro risorto lo ha salutato, è rimasto sicuramente sorpreso di essere stato perdonato e che gli fosse stata affidata una grande missione. Il Cristo Risorto ha detto al suo traditore pentito queste parole: “Pasci il mio gregge”.

Giuda Iscariota, vedendo sulle sue mani il sangue di un uomo innocente, il suo vero Maestro, ha disperato e si è ucciso. Con il peccato ci separiamo da Cristo, ma finché viviamo possiamo ancora pentirci e trovare la misericordia. Con la sua disperazione, Giuda ha rifiutato di lasciarsi trovare dal Cristo risorto e misericordioso.

Ora, amici miei, durante questa Settimana Santa noi peccatori abbiamo una scelta da compiere. Ammetteremo la stupidità, la bruttezza e la malizia dei nostri peccati? E se lo facciamo, cosa faremo in seguito? C’è ancora tempo per pentirci dei nostri peccati e diventare santi, come Pietro che ha tradito Nostro Signore ed è tornato a Lui; oppure ci nasconderemo da Cristo e disprezzeremo la sua misericordia? La Settimana Santa è il momento in cui compiere in modo speciale questa scelta terribile, davanti alla quale si trova ogni peccatore onesto.

I giorni della Settimana Santa ci serviranno a poco se non facciamo una buona confessione sacramentale e non scegliamo di sperare e confidare. Finché c’è tempo torniamo al Signore!

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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