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La Madonna piange come a Civitavecchia. La trama de “Il miracolo”

AMMANITI CIVITAVECCHIA
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/03/18
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Parla il regista della nuova serie, Niccolò Ammaniti: non sono credente ma mi affascinano i miracoli

Il miracolo, la serie evento di Niccolò Ammaniti, debutta a maggio in esclusiva su Sky Atlantic. Si tratta di una produzione articolata in otto episodi.

La premessa è tanto semplice quanto suggestiva: durante un’operazione di polizia, viene ritrovata una statuetta di plastica della Madonna che piange sangue. Al mistero non c’è risposta, ma la potenza di quell’enigma può far impazzire e deragliare le vite di tutti quelli che entrano in contatto con questo evento (La Repubblica, 27 marzo).

La trama

Siamo nell’Italia di oggi, governata da una sinistra moderata, sull’orlo di una crisi referendaria: è in corso, infatti, la chiamata alle urne per la definitiva uscita del nostro Paese dall’Europa e si agita lo spettro dell’Italia-exit.

Il premier, interpretato da un convincente Guido Caprino, viene convocato d’urgenza dal generale dell’Arma (Sergio Albelli) per la doppia scoperta fatta dai suoi uomini: il covo malavitoso e la statuetta sanguinante. «Qual è il trucco? È uno di quei programmi dove fanno gli scherzi?», si chiede l’uomo politico frastornato davanti a quell’immagine che, per chi ha fede, potrebbe rappresentare un miracolo.



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Sangue maschile

Ma ben presto le analisi di laboratorio, fatte dalla biologa Sandra (Alba Rohwarcher) stabiliscono che il sangue è umano, è maschile e di gruppo 0. «Se il Vaticano dovesse divulgare questa notizia — si preoccupa il generale, rivolgendosi al premier — diventerebbe un problema di ordine pubblico: verremmo invasi dai pellegrini e potrebbe persino scatenarsi una guerra di religione». Nel mezzo spunta un prete che punta a creare un business sul fenomeno.



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Il viaggio a Civitavecchia

Ammaniti ha raccontato di essere affascinato, da sempre, dei miracoli: andò con la nonna fino a Civitavecchia per vedere la statua della Madonnina, ma sostiene che trovarono chiusa la chiesa del Pantano, dove si trovava la statua (anche se va detto che quella chiesa, come tutte le altre, ha degli orari di apertura e di chiusura regolari). E’ lì che gli è venuta in mente la prima idea, che opportunamente sviluppata, ha funzionato da base per questa nuova serie.

L’ispirazione

«Non sono credente, ma mi sono sempre interessati i miracoli — esordisce Ammaniti al Corriere della Sera (26 marzo) — La gente va a Lourdes e improvvisamente guarisce. Sono affascinato da questi fenomeni animistici e da chi ha fede, un talento che io non possiedo. Ricordo quando, da ragazzo, mia nonna mi portò a Civitavecchia per vedere la Madonnina che piangeva sangue: era sangue di pollo. Immaginai una storia in cui questa statuetta venisse rubata da qualcuno e che, continuando a versare lacrime, si lasciasse dietro una scia insanguinata: un serio problema anche per i ladri».

Va puntualizzato che le analisi del sangue compiute sulle lacrime della statua di Civitavecchia hanno certificato che si trattava di sangue umano e non di pollo, come sostiene Ammaniti.


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“Come reagirei davanti ad un vero miracolo”

Intanto lo scrittore, non credente, si gode l’attesa che si è creata intorno alla sua prima prova da sceneggiatore e regista con un tema religioso: «Perché? Mi sono posto un problema: io come reagirei davanti a un vero miracolo? Avrei paura? Verrei assalito da una crisi di coscienza, sensi di colpa? Mi chiederei qual è il senso dell’esistenza?». Autore Premio Strega, sceglie però di raccontare Il Miracolo con una serie-tv. «Sì — conclude — perché il sangue ha bisogno di un colore, di luce e si esprime in maniera più forte col cinema che con le parole scritte».


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