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La storia di Paolo, Apostolo di Cristo

PAUL,APOSTLE OF CHRIST,MOVIE
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John Burger - pubblicato il 18/03/18
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Il film con Jim Caviezel e James Faulkner è stato immerso nella preghiera fin dall’inizioL’attore James Faulkner, noto per i suoi ruoli in Downton Abbey e Il Trono di Spade, era appena tornato da una battuta di caccia nella campagna inglese e si stava rilassando con un bicchiere di whisky nella sua casa di Londra. Era quasi mezzanotte quando ha sentito suonare il telefono.

“Era il mio manager da Los Angeles”, ha ricordato in un’intervista recente. “’James, sei disponibile?’ ‘Sì’. ‘Splendido, non muoverti, ti richiamo tra dieci minuti’”.

“Mi ha richiamato dieci minuti dopo dicendo: ‘Tra tre giorni dovrai essere a Malta. C’è un copione nella tua e-mail. Voglio che tu lo legga e mi dica subito che ne pensi. È un copione fantastico. È qualcosa a cui pensavo per te da vari mesi, e finalmente si è realizzato’”.

Faulkner ha detto di essere rimasto “molto toccato” da quello che ha letto.

“L’ho richiamato subito e ho detto: ‘Devo avere questa parte’. ‘È un ruolo fantastico’, ha detto. ‘È un film importante perché la fede cristiana riaffermi se stessa’”.

La sceneggiatura era del 35enne Andrew Hyatt, che in precedenza aveva scritto Full of Grace, un film del 2016 sugli ultimi giorni della Beata Vergine Maria. Il suo ultimo sforzo, Paul, Apostle of Christ, è sia il risultato della collaborazione basata sulla preghiera con altri professionisti e molti sostenitori che un prodotto del suo genio creativo. La prima sceneggiatura è stata stesa in una casa per ritiri fuori Chicago, e il suo sviluppo è stato dovuto anche alle preghiere di tante persone.

Molto tempo prima che Faulkner venisse contattato per interpretare San Paolo e Jim Caviezel San Luca, Hyatt ha incontrato i produttori Eric Groth e Terence “T.J.” Berden alla Bellarmine Jesuit Retreat House di Barrington (Illinois, Stati Uniti). Il gesuita padre J. Michael Sparough, che fa parte del team che si dedica al ministero nella casa, conosceva Berden da quando era incaricato del ministero universitario presso la Loyola University di Chicago.


JIM CAVIEZEL
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“Era l’attore con più talento nel programma di recitazione della Loyola dell’epoca”, ha affermato padre Sparough, che ha studiato direzione teatrale a Yale e ha fondato la compagnia teatrale cristiana Fountain Square Fools. “E allora l’ho ‘reclutato’ per lavorare in una serie di produzioni che usavo regolarmente. Parte del mio modo di presentare il messaggio evangelico è usare dramma, danza, mimo e musica come modo per mettere in scena storie bibliche nel contesto di giornate di preghiera o ritiri. T.J. era molto coinvolto nel ministero per i giovani adulti e ha recitato in molte giornate di preghiera”.

Dopo la laurea di Berden, i due sono rimasti in contatto. Berden ha iniziato a sviluppare film per la ODB Films, una compagnia di produzione cattolica guidata da Eric Groth, e ha collaborato con Hyatt in Full of Grace e altri film che esplorano il genere biblico da un punto di vista artistico e umano.

In un’intervista, Hyatt ha detto che Full of Grace è stato il suo “tentativo di trovare quello a cui non ero mai stato esposto in molte delle mie esperienze di fede, ovvero l’umanità dietro questi individui. Quel film riguardava Pietro, e ora stiamo esplorando Paolo. È lì che è iniziato tutto, con la domanda: ‘Come posso dare al pubblico un’idea dell’umanità di quest’uomo straordinario?’”

La storia di Paolo, ha aggiunto, ha risuonato parecchio in lui, perché ha vissuto un “ritorno alla fede molto potente, com’è accaduto a Saulo”.



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Mentre pensava a come mettere in scena la vita di San Paolo continuava a chiedersi: “Qual è il momento in cui sperimenteremo chi sia davvero quest’uomo?”

“Mi affascinava un’idea: ‘Chi è Paolo alla fine della sua vita? Chi è quest’uomo che alla fine dei suoi giorni dice ‘Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede’? È diventato una specie di ‘Ok, concentriamoci su questo e lasciamo parlare Paolo… Alla fine della sua vita come avrebbe parlato, cosa avrebbe detto?’”.


SAINT PAUL
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Berden ha inviato a padre Sparough delle prime versioni della sceneggiatura, che aveva il titolo povvisorio Chief of Sinners (Capo dei Peccatori). Il sacerdote non è un esperto di Scrittura, ma Berden pensava che avesse qualcosa da offrire, non solo per il suo passato teatrale, ma anche per la sua esperienza di guida di pellegrinaggi in Grecia e Turchia “sulle orme di San Paolo”. Sparough ha incontrato Hyatt per dargli un feedback sul copione, e il gruppo si è riunito per un ritiro per discuterne e “chiedere la benedizione del Signore sul progetto”, ha detto il sacerdote. Il team voleva “immergersi in preghiera”, ha aggiunto, “per attingere ai propri istinti più profondi nel raccontare storie, ma anche per cercare protezione spirituale”.

“E allora sono venuti qui a dicembre, ed è stata la prima analisi di tutto il copione – la prima volta in cui è stato letto ad alta voce. Andrew mi ha chiesto di leggere la parte di San Paolo, di modo che potesse sedersi dietro e sentire le parole pronunciate forte”.



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Ma perché il gruppo cercava “protezione spirituale”?

In un’intervista, padre Sparough ha riflettuto su quella che considera una “forte componente spirituale del processo artistico”, spiegando: “Si cerca di ascoltare la voce dello Spirito Santo e c’è una lotta spirituale, un’opposizione spirituale contro di questo. Sono rimasto molto colpito dal fatto che proprio prima che iniziassero, dopo che avevano firmato il contratto [con la Sony], prima che andassero a Malta per girare, abbiano riunito un team di preghiera di sostegno composto da persone che erano state dei sostenitori – alcune a livello finanziario, molte a livello spirituale, guerrieri della preghiera, se vogliamo dire così”. A un certo punto, il vescovo David J. Malloy di Rockford, nell’Illinois, ha presieduto una Messa per il gruppo, che ha dedicato il film a Nostra Signora Stella della Nuova Evangelizzazione.

“C’era questo gruppo di persone che pregava regolarmente per il film prima che venisse prodotto, durante e dopo la produzione”, ha dichiarato padre Sparough.

“Una delle cose che ammiro davvero della ODB è che si impegna per rispettare gli standard più elevati nella realizzazione dei film e per farlo come cristiani cattolici”, ha proseguito il sacerdote. “Non si compromette in alcun modo l’integrità artistica, ma si apporta una profonda fede al progetto. Considerando che T.J. ed Eric sono devoti cattolici e Andrew un convertito più recente, l’approccio cattolico è meno letterale di quello cristiano evangelico per quanto riguarda il fatto di girare film. Non volevano un film su San Paolo che riempisse la testa del pubblico di tanti messaggi, ma che ci fosse una storia avvincente e che i personaggi prendessero davvero vita. E c’è stata la lotta per scrivere il copione, per trovare un modo in cui equilibrare un film senza renderlo pesante ma trasmettendo comunque la drammaticità”.



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Dell’esperienza di girare a Malta Hyatt ha detto: “L’esperienza migliore è stata il fatto di vedere che il cast e la troupe tenevano tanto alla storia di Paolo. E non è stato un film realizzato dalla Chiesa o da una troupe cristiana. È stato bello vedere come anche persone che non avevano mai ascoltato prima il Vangelo o le parole di Paolo siano rimaste colpite. Guardare James [Faulkner] recitare e questi momenti intimi splendidi nella comunità cristiana [nella storia] – è stato molto speciale. Mi guardavo intorno e vedevo delle persone piangere. In certi momenti molto toccanti con Paolo e la Chiesa cristiana delle origini, guardarsi intorno e vedere un intero cast e tutta la troupe piangere è stato veramente speciale”.

Ha aiutato il fatto che Malta sia uno dei luoghi che San Paolo ha visitato nei suoi viaggi evangelizzatori nel Mediterraneo duemila anni fa.

Faulkner, che si descrive come anglicano “leggermente praticante”, ha ricordato l’educazione cristiana che ha ricevuto. “Mi è stato insegnato a porgere l’altra guancia e ad amare il prossimo, ma intepretare Paolo me lo ha ricordato in modo molto forte, perché Paolo è un uomo che ha sofferto molto nella sua vita. Io non ho dovuto affrontare le sue prove. Capita a pochissima gente”, ha affermato.

“Le esigenze fisiche della sua vita – i viaggi, la persecuzione costante, essere fustigato, picchiato, le difficoltà che ha affrontato… e tuttavia era ancora in grado di amare il prossimo e trovare redenzione, e anche di predicarla. Dal copione emerge chiaramente che non è mai troppo tardi per cambiare”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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