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Mio marito è un perverso narcisista o “solo” un grande egoista?

KŁÓTNIA
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Mathilde De Robien - pubblicato il 01/03/18
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Egoista, egocentrico, narcisista, manipolatore, psicopatico… Certe manifestazioni più o meno smisurate dell’ego respingono talvolta il nostro coniuge. Sono davvero appropriate? Esagerate? Mio marito è un perverso narcisista o “solo” un grosso egoista?

La nozione di perversione narcisistica corrisponde certo a una realtà psicanalitica, ma è stata così abbondantemente divulgata e interpretata dalla psicologia popolare che si è ormai allontanata dalla definizione originaria per adattarsi a demonizzare e a stigmatizzare il perverso narcisista. Al punto che oggi una donna arriva a dare al marito del perverso narcisista perché magari quello non ha portato giù l’immondizia oppure ha organizzato serate di calcio o di altri sport tra amici. Ora, attenzione: «Alcuni tratti narcisistici non fanno una struttura narcisistica», precisa padre Pascal Ide nel suo libro Manipulateurs.

La nozione di perversione narcisistica è stata introdotta nel 1986 da Paul-Claude Racamier, psichiatra e psicanalista, e designa non una personalità ma un meccanismo psichico basato sui concetti freudiani di perversione e di narcisismo. Fu nel 1989 che Alberto Eiguer, psichiatra e psicanalista francese, dà carne a questa forma patologica di narcisismo descrivendo il perverso narcisista e il suo potere manipolatorio. Nel 1998, Marie-France Hirigoyen, dottore in medicina, psichiatra e psicoterapeuta famigliare, divulga la nozione stabilendo la definizione della molestia morale, appannaggio del perverso narcisista. Da allora è emersa una vera e propria nozione popolare, ripresa in numerosi articoli di giornale e in diverse opere.

La differenza tra un perverso narcisista e un egoista?

Il Larousse [un popolare dizionario francese, più o meno l’equivalente dello Zingarelli italiano, N.d.T.] definisce l’egoismo come una tendenza che porta un individuo a preoccuparsi esclusivamente del suo proprio piacere e del suo proprio interesse senza curarsi di quelli altrui. Allora sì, un perverso narcisista è egoista, ed egocentrico!, nella misura in cui pensa di essere il centro del mondo, serve i propri interessi e non prova compassione alcuna verso gli altri. Per contro – e meno male! – una persona egoista non è necessariamente un perverso narcisista.

L’egoista non fa la vittima. Non pensa che a sé stesso ma non cerca di manipolare gli altri, mentre il perverso narcisista utilizza l’altro, lo denigra, lo strumentalizza per conseguire i propri obiettivi, servire i propri progetti e alimentare il proprio ego. Padre Pascal Ide, dottore in medicina, filosofia e teologia, avverte che nei casi estremi, cioè nei sociopatici, il narcisismo può spingersi fino alla distruzione dell’altro. Nella sua opera Manipulateurs, egli cita lo psichiatra Alberto Eiguer:

Gli individui perversi narcisisti sono quelli che, sotto l’influenza del loro sé grandioso, cercano di creare un legame con un secondo individuo attaccandosi in particolare all’integrità narcisistica dell’altro per disarmarlo. Essi si abbarbicano anche all’amore di sé, alla fiducia in sé, all’autostima e all’autovalorizzazione dell’altro.

L’egoista non si preoccupa degli altri, ma non per questo si sente superiore a loro. Mentre il perverso narcisista, da parte sua, è convinto di valere molto più degli altri. Ha la percezione di essere eccezionale. Quest’adorazione della propria personalità conduce il perverso narcisista ad esigere dagli altri delle attenzioni e dei privilegi, e a dar prova di collera quando questi non arrivano.

L’egoismo è un tratto della personalità su cui si può lavorare e che può evolvere, a forza di buona volontà e di una buona comunicazione. Se spiegate con calma a vostro marito che per voi è pesante portare giù l’immondizia tutte le settimane, oppure restare sola tutte le sere perché c’è il Sei Nazioni, ci sono forti possibilità che lui faccia un piccolo sforzo. D’altro canto, invece, un perverso narcisista, talmente convinto della propria superiorità e così obnubilato dagli obiettivi che si è prefissato, non cambia. Pascal Ide enuncia l’ipotesi che

il criterio più sicuro per riconoscere una personalità narcisistica è forse la sua incapacità di riconoscere una colpa, e dunque di cambiare per cessare di far soffrire l’altro. E in ultimo, la perversione narcisistica è una malattia. Se anche l’egoismo lo fosse, saremmo tutti un po’ malati.

Saper discernere

Sono sempre di più le persone che affermano, durante sedute dallo psicologo, che il loro coniuge, il loro capo o il loro collega hanno personalità narcisistiche. Certo, si può sospettare di qualcuno – specie se trovano in lui riscontro 14 su 30 comportamenti caratteristici definiti dalla terapeuta comportamentista e cognitivista Isabelle Nazare-Aga. Ma un tale giudizio esige le competenze di uno psichiatra, di un medico o di uno psicologo. Senza l’autorevolezza di una valutazione medica, ci si può facilmente focalizzare su di un solo sintomo in assenza del resto del quadro.

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By fizkes | Shutterstock

Se il vostro coniuge risulta essere un “vero” perverso narcisista, Pascal Ide propone numerose soluzioni per fronteggiare il caso. Esse dipendono dal grado di perversione e dal discernimento proprio a ciascuno. In primo luogo, egli consiglia di adottare una modalità di interazione e di comunicazione adattata al perverso narcisista, per smorzare il suo comportamento distruttore: evitare di mettersi in luce rispetto a lui, evitare tutto ciò che potrebbe accusare come umiliante, evitare l’opposizione sistematica, evitare di confidarsi con lui, non attendersi reciprocità, smorzare le sue manipolazioni, mostrargli la propria approvazione quando è sincera, gestire il suo amor proprio, avere una persona a cui confidare la sofferenza, elaborare il lutto per una comunicazione perfetta, non mostrare di essere scalfiti dalla sua attitudine, frapporre distanze in rapporto alle sue lusinghe, imparare a rifiutare, a dire no, soprattutto quando la domanda è fluida o imprecisa.

Alla domanda “ci si deve separare da un coniuge che si rivela essere una personalità narcisistica?” Pascal Ide distingue più criteri di discernimento: a cominciare dall’età dei bambini. Quando i bambini sono piccoli, un perverso narcisistico può “contaminarli” a causa del processo d’imitazione. Altro criterio di discernimento, la pericolosità del perverso. È violento? Picchia il coniuge? Per saggiare la situazione, bisogna anche interrogarsi sulle risorse della vittima per contrastare le violenze quotidiane. Una donna – o un uomo – che scelga eroicamente di proseguire una vita comune deve da una parte liberarsi dalla presa psicologica del perverso narcisista, e dall’altra essere accompagnato spiritualmente e psicologicamente.

È possibile perdonare?

In quanto cristiani siamo chiamati a perdonare, anche un perverso narcisista che ci perseguita. Il perverso narcisista resta una persona, quale che sia la profondità della sua turpitudine. Pascal Ide cita una psicoterapeuta che spiega a un bambino che suo padre non è meraviglioso, che quanto ha fatto non va bene… ma che resta tuttavia una meraviglia nel nome dell’immagine di Dio in lui. Pascal Ide afferma che

il cristiano perdonerà alla personalità narcisistica che, di fatto, è sua nemica in quanto lo perseguita. Lo farà nel nome di Cristo, perché Cristo esige dai suoi discepoli il perdono dei nemici in quanto Egli stesso ha perdonato e perché ci dà la forza del suo Spirito per perdonare a nostra volta.

Egli precisa tuttavia che “perdono” non significa “riconciliazione”. Il perdono è un atto interiore che cancella il debito dell’aggressore – che costui riconosca o meno il male causato. La riconciliazione è un atto reciproco per mezzo del quale l’offensore riceve il perdono e riconosce i propri torti. Infine, Pascal Ide sottolinea che perdonare non dispensa dalla prudenza, per proteggersi dai comportamenti corrosivi della personalità narcisistica.

Lista dei 30 comportamenti caratteristici del perverso narcisista, secondo Isabelle Nazare-Aga:

  1. Colpevolizza gli altri invocando l’amore, l’amicizia, la famiglia e la coscienza professionale.
  2. Esige la perfezione da parte degli altri, che devono essere onniscienti, totalmente disponibili alle sue richieste e immediatamente capaci di rispondere a tutte le domande e che non devono mai cambiare opinioni.
  3. Sfrutta i sentimenti morali degli altri (dovere, generosità, cortesia, umanità…) per soddisfare i propri bisogni.
  4. Rimette in causa la competenza, la personalità e le qualità degli altri: critica e svilisce per creare confusione e, dopo, giudica.
  5. È geloso di tutti (famiglia compresa).
  6. Ricorre alle lusinghe, ai regali e ai servigi resi per essere benvisto.
  7. Fa costantemente la vittima.
  8. Non si ritiene mai responsabile di alcunché, rendendo invece gli altri responsabili di tutto.
  9. Non enuncia chiaramente i suoi sentimenti, le sue opinioni, i suoi bisogni e le sue domande.
  10. Risponde sempre in modo evasivo.
  11. Può cambiare argomento senza soluzione di continuità nel corso di una conversazione.
  12. Evita o abbandona le riunioni e gli incontri.
  13. Utilizza metodi indiretti, come le interposte persone, le segreterie telefoniche o i messaggi scritti – per far filtrare le proprie comunicazioni.
  14. Invoca ragioni logiche per far passare le sue pretese di dominio.
  15. Deforma, interpreta e racconta menzogne per nascondere (o disvelare) la verità.
  16. Rifiuta le critiche e nega le evidenze.
  17. Ricorre talvolta al ricatto e alle minacce implicite.
  18. Crea conflitti al fine di manipolare il proprio entourage.
  19. Si comporta diversamente, e modifica l’espressione del proprio pensiero, in funzione delle persone e delle situazioni.
  20. Mente (anche per omissione).
  21. Utilizza l’ignoranza di quanti incontra e tenta di far ammettere loro la sua superiorità.
  22. È egocentrico.
  23. Ciò che dice non corrisponde a quello che fa.
  24. Invoca l’urgenza per ottenere un vantaggio da parte degli altri.
  25. Rinnega i sentimenti, i desideri, i bisogni e i diritti altrui.
  26. Rigetta implicitamente le domande mentre pretende di occuparsene.
  27. Genera sentimenti di malessere, di malanimo e/o di assenza di libertà.
  28. Giunge a far compiere agli altri atti che non vorrebbero compiere.
  29. Raggiunge i propri obiettivi a detrimento degli altri.
  30. Si pone come oggetto di discussioni frequenti e ricorrenti.
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Editions de l'Emmanuel

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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