Verità e menzogne su come riconciliarsi con gli altriVolete smettere di essere ostaggi del rancore e del risentimento? Perdonate… Semplice, vero? Veramente no, non è affatto facile, ma credo che sia più facile lavorare sul perdono che continuare a trascinarsi pesanti e dolorose catene d’odio e antipatia nei confronti di chi ci ha feriti.
Vivere così non è davvero vivere, perché si smette di godersi la vita, si perde la pace e difficilmente si può essere in armonia con se stessi e con gli altri. Quando perdoniamo di cuore torniamo ad essere liberi di amare in pienezza. Solo così si recupera la pace perduta.
Cos’è il perdono?
In primo luogo dobbiamo capire cosa sia il perdono. Perdonare significa cancellare il debito morale che qualcuno ha contratto con noi, ed essere così liberi da qualsiasi rancore e risentimento. Maggiore è l’offesa commessa, più grande sarà la necessità di perdonare e di essere perdonati.
Tre punti da tenere a mente
Il primo passo verso il perdono autentico è avere l’umiltà di riconoscere che anche noi abbiamo offeso gli altri e dobbiamo essere perdonati.
Bisogna poi ricordare che il perdono non è un sentimento, ma un atto di volontà. Non aspettatevi sentimenti calorosi d’amore e perdono nei confronti di qualcuno che vi ha fatto del male. Perdonate, e quei sentimenti verranno in seguito.
Perdonare è un’azione davvero positiva per noi. Dobbiamo perdonare per trovare una guarigione interiore. Possiamo cadere nell’inganno di credere che il nostro astio in qualche modo faccia male all’altra persona, ma sarebbe come assumere un veleno sperando di far danno a un altro.
Miti comuni sul perdono
Ecco alcuni miti diffusi sul perdono. Riconoscete qualcuna delle vostre obiezioni?
- “Non merita il mio perdono”. Vero! Può essere vero che la persona che ci ha feriti non meriti il nostro perdono, ma noi meritiamo di sentirci liberi e in pace.
- “Non perdono perché non ci riesco”. Falso! Se non perdoniamo è perché non vogliamo farlo; il perdono è un atto di volontà, di libero arbitrio.
- “Posso perdonare ma non dimenticare”. Tutti ci riconosciamo in questo! A meno che non abbiamo qualche problema di memoria, è difficile dimenticare le cose che ci hanno feriti. Anzi, a volte è bene ricordarle, per poter stare attenti. Quando diciamo “Non ho dimenticato” intendiamo che stiamo aspettando il momento giusto per vendicarci o per vedere soffrire la persona che ci ha fatto del male. È una cosa diversa, e va contro quello di cui stiamo parlando in questa sede. E allora, per farla breve, perdonare non è la stessa cosa di dimenticare; l’ideale è ricordare senza coltivare il veleno dell’amarezza.
- “Il perdono implica necessariamente il fatto di dover passare del tempo con la persona che ci ha feriti”. Falso! Spesso può essere meglio tenere le distanze per un po’. Forse stare lontani da chi ci ha feriti ci aiuterà davvero a perdonare e a guarire.
- “Sono costretto a dire a qualcuno quando l’ho perdonato”. Falso! Il perdono è un atto personale che avviene nel momento in cui si prende la decisione di perdonare qualcuno. Ha effetto indipendentemente dal fatto che lo si faccia sapere all’altro. Il perdono è una strada a senso unico.
- “Non posso perdonare finché chi ha offeso non dice che gli dispiace”. Falso! Il perdono è una scelta, e possiamo sempre scegliere di perdonare, anche se l’aggressore non ha cercato il perdono.
- “Non posso perdonarti di nuovo perché l’ho già fatto molte volte”. Falso! Il perdono è rinnovabile; possiamo sempre perdonare. Ad ogni modo, forse dovremmo assicurarci che non ci siano altre opportunità perché quella persona possa ferirci. Stabilire dei confini è sano e necessario, soprattutto con le persone che approfittano degli altri.
- “Se perdono devo rinnovare la mia amicizia con la persona che ho perdonato”. Non necessariamente.
- “Ho il diritto di rifiutarmi deliberatamente di perdonare”. Non è un bel modo di pensare. Pensate di essere migliore della persona che vi ha offesi?
- Perdonare è molto facile. Assolutamente no, semplicemente perché la nostra condizione umana – debole e limitata – ce lo rende più complicato.
- Quando perdoniamo togliamo al nostro nemico il potere su di noi. Vero. È per questo che perdonare non è eroico ma pratico.
- Perdonare è augurare cose buone. Non è vero, perché quando ci fanno del male sarebbe molto ipocrita dire che auguriamo cose positive. L’aspetto pratico è iniziare a perdonare, quello eroico è che, col tempo e con l’aiuto di Dio, possiamo augurare a quella persona cose buone, benedizioni.
Una strada che non finisce mai
Finalmente avete perdonato: congratulazioni! Ora siate pazienti con voi stessi, perché probabilmente dovrete rinnovare interiormente quell’atto di perdono molte volte. Continuate a scegliere di rifiutare qualsiasi pensiero di vendetta, risentimento e autocompassione, e non aspettatevi che i sentimenti calorosi arrivino subito. Abbiate pazienza. Le ferite del cuore possono richiedere un po’ per guarire, ma col tempo diventerà più semplice.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]