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3 eroi statunitensi che sventarono un attentato: siamo stati “guidati da Dio”

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Zelda Caldwell - Aleteia USA - pubblicato il 01/02/18
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Il nuovo film dell’attore e regista Clint Eastwood, The 15:17 to Paris, che uscirà il 9 febbraio, racconta la storia vera di tre statunitensi che hanno sventato un attacco terroristico su un treno francese affollato il 21 agosto 2015. Oggi credono che la loro presenza sul convoglio non sia stata del tutto casuale.

I tre eroi interpretano se stessi nel film, e in un’intervista rilasciata al Guardian hanno affermato che credono di essere stati guidati da Dio quando hanno bloccato Ayoub el-Khazzani, un marocchino che minacciava con una AK47 automatica i passeggeri di un treno che stava lasciando la cittadina francese di Oignies diretto a Parigi.

I tre amici – Alek Skarlatos, Spencer Stone e Anthony Sadler – sono cristiani praticanti.

“Sappiamo che questa serie di eventi non è stata una coincidenza. È come se tutta la nostra vita abbia portato a quel momento”, ha detto Sadler, figlio di un pastore.

“Non si conoscono sempre che progetti abbia Dio per te. Col senno di poi abbiamo capito che faceva parte di un progetto, di un quadro più ampio. È lì che dovevamo trovarci quel giorno”, ha aggiunto Skarlatos. “Se si guardano le statistiche, la possibilità di trovarsi in mezzo a un attacco terroristico è minima. La possibilità di sopravvivere e di essere la persona che sventa l’attacco è troppo esigua per credere che si sia tratato di una mera coincidenza. Penso davvero che Dio sia intervenuto. Siamo semplici strumenti”.

Dopo aver sentito dei colpi di arma da fuoco, Spencer Stone è corso verso l’uomo armato. Insieme ai suoi amici e a un passeggero britannico, Chris Norman, è riuscito a bloccare Khazzani, armato di una pistola, un coltello, un martello e della benzina.

Sadler pensa che anche girare il film faccia parte del progetto divino.

“Penso che abbiamo la responsabilità di diffondere questo messaggio il più possibile per non sprecare l’opportunità che Dio ci ha dato”, ha osservato.

“Il fatto che viviamo vuol dire che dobbiamo diffondere questa storia, che deve toccare le persone, e noi tre siamo le persone scelte per farlo”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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