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La sedia papale che ha ridato senso alla vita di un ex carcerato

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Esther Núñez Balbín - pubblicato il 26/01/18
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“Grazie a Sua Santità Papa Francesco ora so cosa devo fare”Quando gli hanno proposto l’idea non era sicuro di riuscirci. Anche se si era sempre dedicato ala falegnameria, non aveva ancora sfruttato davvero questo talento. “È una cosa per la quale vorrei ringraziare Francesco”, ha commentato ad Aleteia l’ex recluso dell’istituto penitenziario di Puerto Maldonado Juan Carlos Vilca Llacta.

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Juan Carlos Vilca LLacta

Juan Carlos ha imparato ad avere fiducia in se stesso quando ha visto terminata la sedia papale che gli era stata commissionata un mese fa. Dopo cinque anni in carcere, due mesi fa è stato rilasciato. “Grazie a Sua Santità Papa Francesco ora so cosa devo fare”, ha confessato sorridente.

Francesco mi ha restituito la speranza

La sedia che ha realizzato doveva essere più naturale possibile, e quindi ha utilizzato la corteccia di un albero, la più resistente dell’Amazzonia peruviana. L’opera doveva conservare le caratteristiche della regione amazzonica ed è alta 1,75 metri.

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Pur non essendo riuscito a vedere Francesco, Juan Carlos sente che con questo incarico la sua vita è cambiata e ora ha un altro senso. “Sono libero. Inizierò a intagliare e so che potrò portare avanti questa iniziativa”. “Voglio essere un intagliatore a livello internazionale”.

Davanti a oltre 20.000 persone, Francesco ha rivolto il suo messaggio agli abitanti di Puerto Maldonado dalla spianata dell’Istituto Superiore Tecnologico Jorge Basadre. La sedia papale disegnata da Juan Carlos ha completato lo scenario naturale.

Il carcere di Puerto Maldonado, noto nella zona come “San Francesco d’Assisi”, ospita 896 reclusi, tra i quali 50 donne, 15 stranieri e 6 bambini nati dietro le sbarre.

Oltre alla sedia papale, Juan Carlos ha voluto mostrare la semplicità, l’umiltà e la misericordia nel volto di San Francesco d’Assisi attraverso un’immagine intagliata nel legno.

L’opera d’arte doveva essere consegnata al Papa, ma quando tutto era ormai previsto il Santo Padre è passato davanti al carcere ma non si è fermato. Passando ha benedetto l’immagine e gli oltre 20 reclusi che tra balli e canti hanno celebrato la sua visita.

Ora l’opera resta all’interno del carcere come dono di speranza per i reclusi, mentre Juan Carlos inizierà redento una nuova vita e non smette di sognare: “Voglio ringraziare Francesco, che mi ha cambiato la vita”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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