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Papa Francesco incontra le vittime del dittatore Pinochet

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Ary Waldir Ramos Díaz - Aleteia Spagnolo - pubblicato il 19/01/18
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Il Pontefice ha ascoltato in Cile la storia di Héctor Marín Rossel Questo giovedì 18 gennaio, ultimo giorno della sua visita in Cile prima di partire per il Perù, Papa Francesco ha incontrato due vittime della repressione degli anni Settanta nel Paese.

Héctor Marín Rossel è una delle vittime della dittatura guidata da Augusto Pinochet. Suo fratello è stato sequestrato e assassinato nella città di Iquique, nel nord del Cile, nel 1973.

Marín ha detto al vescovo di Roma che mette “nelle sue mani” la speranza di trovare altri “detenuti scomparsi”. Lo ha anche ringraziato per il sostegno della Chiesa cattolica cilena, sottolineando “la grande opera di promozione e difesa dei diritti umani” che svolge.

L’uomo ha consegnato una lettera al Pontefice e ha riferito ai mezzi di comunicazione locale che nel testo parla della “lotta” dei “familiari per trovare i detenuti scomparsi”.

https://twitter.com/rodrigotapiad/status/954042407003283457

L’incontro non figurava nel programma ufficiale ed è stato annunciato da Greg Burke, direttore della Sala Stampa vaticana, ai giornalisti qualche giorno prima dell’inizio del viaggio apostolico.

Nel settembre 1973 la dittatura ha iniziato a smantellare il Governo socialista democraticamente eletto di Salvador Allende. Era Pontefice Paolo VI, e su consiglio del cardinale cileno Raúl Silva Henríquez non condannò apertamente il regime per salvare più vite.

La Chiesa ha aiutato migliaia di cileni ad andare in esilio e li ha protetti da torture, persecuzioni ed esecuzioni. Pinochet è rimasto al potere fino al 1990 ed è morto nel 2006.

Nel 1986 il dittatore aveva ricevuto Papa Giovanni Paolo II, che in quell’occasione non ha incontrato le vittime del regime per non far incrinare il ponte diplomatico e continuare a sostenere l’episcopato cileno per unirlo e lavorare per la transizione democratica senza entrare nel confronto politico.

La Polizia segreta di Pinochet ha partecipato a una rete di terrore e repressione insieme ad altri Paesi della regione – Brasile, Argentina e Paraguay -, chiamata “Operazione Condor”.

Si calcola che durante il regime di Pinochet circa 4.000 persone siano morte o scomparse in Cile, e altre decine di migliaia sono state esiliate, incluso l’attuale Presidente Michelle Bachelet, torturata insieme alla madre mentre il padre è stato assassinato.

La Giustizia cilena è ancora attiva nel realizzare processi ed emettere condanne contro ex membri del regime, in particolare della Polizia segreta, per i suoi abusi contro i diritti umani durante il periodo più oscuro della storia del Paese.

Marín ha esortato Francesco a rivolgere un appello alle forze armate e al Governo del Cile perché collaborino a questa crociata umanitaria per le vittime, secondo quando ha riferito Burke alla stampa.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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