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Stop alla ricerca per Alzheimer e Parkinson. Perché investire se è lecito togliere la vita?

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Lucandrea Massaro - Aleteia Italia - pubblicato il 15/01/18
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Abbiamo deciso di lasciare sole le persone, l’Occidente si è rinchiuso nella sterilità morale del profitto. Morirà per consunzione?La Pfizer, il noto colosso farmaceutico americano, ha deciso di cancellare i programmi di ricerca su Alzheimer e Parkinson. “Gli investimenti profusi – spiega il Corriere della Sera – non sono stati sufficienti, così come per il Parkinson, ad ottenere risultati degni di nota contro il morbo. Per questo la società farmaceutica americana ha deciso di deviare altrove, su altri campi di ricerca, le proprie risorse” (7 gennaio). La Pfizer si affianca alla decisione già presa da un altro colosso farmaceutico, Merck e segue una logica tutta interna al mercato: quello che non produce frutto (economico) va tagliato e sicuramente notizie come il crollo in borsa di Axovant Sciences ha perso oltre la meta’ del suo valore in Borsa dopo avere comunicato che un farmaco un tempo pensato per la cura dell’Alzheimer non ha raggiunto i risultati sperati in studi recenti fanno da pietra tombale per un mondo che gira attorno al profitto (Sole 24 Ore). Nulla di male, per carità, nessuno si aspetta che le società debbano fare beneficenza, ma la responsabilità morale di questi colossi è enorme.



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Quando ho appreso la notizia e l’ho condivisa, un mio contatto – studente di teologia – ha immediatamente commentato una cosa del tipo “se l’eutanasia è l’orizzonte della vecchiaia, perché spendere per evitare il declino?”. Effettivamente non si può non pensare che se l’indirizzo prevalente in Occidente è quello della legalizzazione e diffusione dell’eutanasia, se la cultura dello scarto riguarda tutto e tutti (dal grembo materno alla quarta età), se il metro di giudizio è quello dell’utilità e dell’efficienza allora non c’è spazio per gli storpi, per i vecchi, per gli inutili. Quindi non c’è spazio nemmeno nei bilanci societari. Se poi nel frattempo abbiamo anche sottratto agli stati ogni spazio di manovra per riparare alle iniquità della società (non ci sono soldi, non possiamo fare debito, come se ogni tipologia di debito fosse uguale…) o tanto meno per ridare agibilità alla ricerca pubblica, più interessata a risolvere i problemi che a far quadrare i conti, ci ritroveremo (e anzi ci siamo già ritrovati) soli, abbandonati e umiliati dallo strapotere del denaro sulla persona.



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