Il coraggio di due genitori che non si sono arresi allo sconforto di fronte alla devastante malattia del loro ragazzoIl video di Bill e Chris Davis, padre e figlio, riapparso a dicembre scorso sui social, ha nuovamente posto alla nostra attenzione la problematica dell’autismo e delle conseguenti enormi difficoltà delle famiglie ad affrontare questo grave disturbo dello sviluppo neurobiologico.
La figura di Bill ha subito richiamato alla mia mente la storia analoga di un altro papà, italiano, raccontata in un libro di grande successo: “Se ti abbraccio non aver paura” da Fulvio Ervas. Lo scrittore vi narra l’esperienza autobiografica di papà Franco e del figlio autistico Andrea.
La lotta per evitare a Chris l’internamento in un istituto
Bill con accanto Chris, racconta nel video la difficile battaglia che la famiglia ha affrontato per donare al figlio, nonostante i suoi gravi handicap, una più dignitosa prospettiva di vita. Infatti nell’intervista il padre sottolinea con soddisfazione la caparbietà con cui insieme alla moglie hanno lottato per evitare a Chris l’internamento in un istituto come consigliato loro praticamente da tutti. Questo perché a causa del grave quadro di autismo, complicato da una forte tendenza all’autolesionismo, il figlio non riusciva a interagire quasi per nulla con la realtà esterna:
“Chris non comunicava, non si sedeva, non si vestiva, voleva vestirsi, non usciva. Mangiava le pareti, il tavolo, il tappeto. Noi non potevamo mangiare in casa oppure accendere la luce o la televisione. Se mi sentiva tossire scendeva giù per le scale e mi dava i pugni. E questo era il nostro fardello quotidiano h24. Chris non mangiava, non dormiva, portava ancora i pannolini e non parlava”.
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La scuola in casa
Nonostante tutto questo i genitori non si sono arresi: la madre ha prima studiato approfonditamente la patologia del figlio, poi ha peregrinato presso le più importanti istituzioni scientifiche e di cura presenti negli Stati Uniti, ed infine ha aperto in casa una scuola su misura per Chris in grado di garantirgli i trattamenti di cui aveva bisogno.
L’aspetto più emozionante del video è l’interazione mimica e gestuale tra padre e figlio, in cui il genitore mostra tutta la delicatezza, l’amore e la pazienza che ha contraddistinto la sua relazione con Chris, che ora frequenta l’undicesima classe al liceo. Infatti Bill ha sempre pensato che se suo figlio fosse stato felice sarebbe con il tempo scomparsa la tendenza all’aggressività verso se stesso e gli altri, risultato in effetti raggiunto.
Amare incondizionatamente
Il passaggio dell’intervista che colpisce di più riguarda l’affermazione del padre che confessa di aver imparato, grazie al doversi confrontare dolorosamente con la grave malattia del figlio, ad amare incondizionatamente, risorsa che all’inizio non gli apparteneva.
Questo riuscire ad amare incondizionatamente un figlio con una patologia così devastante, per cui donare tutta la propria vita “morendo a se stessi”, è il vero sacri-ficio della famiglia Davis oltre a rappresentare una straordinaria testimonianza per tutti noi.
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