Al centro della sentenza della Corte Costituzionale c’è – come è giusto che sia – l’interesse superiore del bambino, dei suoi legami affettivi, della sua stabilità ma c’è anche una nettissima presa di posizione di cosa sia la maternità surrogata per la Corte: «offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane» nella sentenza un principio di etica sociale molto importante che ribadisce dunque la legittimità della Legge 40.
Il caso giudiziario
I giudici chiamati a pronunciarsi sull’impugnazione del riconoscimento del figlio naturale concepito mediante surrogazione di maternità sono sempre tenuti a valutare comparativamente l’interesse alla verità e l’interesse del minore. A sottolinearlo è la sentenza della Corte costituzionale 272, depositata oggi (con relatore Giuliano Amato), con la quale la Corte afferma che anche nell’azione prevista dall’articolo 263 del Codice civile è ineludibile la valutazione comparativa fra l’interesse alla verità e l’interesse del minore. Ci sono casi in cui tale valutazione è fatta direttamente dalla legge (così è, ad esempio, per il disconoscimento del figlio concepito da fecondazione eterologa); ce ne sono altri “in cui il legislatore impone, all’opposto, l’imprescindibile presa d’atto della verità, con divieti come quello della maternità surrogata. Ma l’interesse del minore non è per questo cancellato“.
Nel silenzio della legge, come nel caso in esame, la valutazione è dunque più complessa della sola alternativa vero/falso. Tra le variabili di cui tener conto, “oltre alla durata del rapporto con il minore e, quindi, alla condizione identitaria già acquisita, oggi assumono particolare rilevanza le modalità del concepimento e della gestazione” e la possibilità per il genitore sociale di stabilire, mediante l’adozione in casi particolari, un legame giuridico che garantisca al minore un’adeguata tutela.
Il Forum delle Famiglie
«Come donne ed in particolare come donne del Forum siamo molto soddisfatte della sentenza della Corte Costituzionale pubblicata ieri» commentano Maria Grazia Colombo ed Emma Ciccarelli, vicepresidenti del Forum delle associazioni familiari. «La Consulta conferma il divieto nel nostro Paese della maternità surrogata con la motivazione da noi pienamente condivisa che “la surrogata offende la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”».
«Un altro passo certo per ricostruire il vero e pieno rispetto della maternità, della paternità e della condizione di figlio». Le due vicepresidenti proseguono «Concordiamo con le amiche del movimento “Se non ora quando libere” nel condannare un certo clima culturale che propaganda l’utero in affitto come un atto di libertà. Come dice Francesco Izzo questa sentenza è un balzo in avanti verso la verità».
Anche Arcilesbica contraria alla GPA
L’ottavo congresso nazionale di Arcilesbica, che si è concluso a Bologna lo scorso 10 dicembre con l’elezione della nuova presidente Cristina Gramolini, ha ribadito il suo ‘no’ all’utero in affitto: “L’associazione – si legge in una nota – si proietta in un orizzonte femminista radicale, opponendosi risolutamente alla maternità surrogata in quanto riduzione a cosa di chi nasce e assoggettamento del corpo femminile sul mercato”.