Chi è e cosa cercava il terrorista della metro di New York?Akayed Ullah, nato in Bangladesh 27 anni fa, ha confessato alla Polizia statunitense che l’attacco perpetrato a Times Square è stato dovuto ai cartelloni natalizi esistenti nella zona.
Secondo quanto ha reso noto il quotidiano The Telegraph, il giovane che ha fatto scoppiare l’ordigno voleva simulare l’attacco che il 20 dicembre dell’anno scorso ha seminato il terrore in un mercatino natalizio di Berlino. Nelle sue dichiarazioni ha confessato che la bomba era una risposta agli attacchi aerei degli Stati Uniti contro lo Stato Islamico in Siria e in altri luoghi.
L’attentato ha avuto luogo l’altroieri mattina. Akayed Ullah ha fatto scoppiare la bomba che teneva attaccata al corpo in uno dei luoghi più noti della città: Manhattan, vicino alla metro di Times Square.
L’intenzione del terrorista era provocare il più alto numero possibile di vittime. Come ha spiegato il sindaco della città Bill de Blasio, “grazie a Dio il terrorista non ha raggiunto il suo obiettivo”.
Si continua a indagare sulle connessioni di Akayed Ullah con l’ISIS. Non si sa ancora se ci siano stati un ordine diretto e un contatto con il gruppo o se il terrorista abbia semplicemente deciso di realizzare questo atto per conto suo dopo aver imparato come fabbricare una bomba su Internet.
Ecco il momento esatto dell’esplosione a Times Square:
https://www.youtube.com/watch?v=CHoExtiqN4M&feature=youtu.be
Chi è e cosa cercava il terrorista?
Come succede in questi casi, le speculazioni sull’attentato di lunedì in un tunnel che collega la metro di New York di Times Square alla stazione degli autobus di Port Authority si sono sprecate sui mezzi di comunicazione, che hanno coperto esaustivamente il fatto, che ha provocato solo quattro feriti, di cui l’unico grave è stato il terrorista.
La Polizia di New York ha identificato Akayed Ullah come il presunto autore dell’esplosione avvenuta alle 7.00 in un passaggio sotterraneo vicino alla 42nd Street e alla 8th Avenue. Tutto indica che Ullah abbia agito ispirato dallo Stato Islamico e che la sua intenzione fosse provocare il più alto numero possibile di vittime in un attentato suicida poi fallito.
Akayed Ullah risiede legalmente negli Stati Uniti e la sua famiglia vive a Brooklyn, secondo fonti citate dai media locali. Per via del suo ingresso legale nel Paese, sia il Presidente Donald Trump che il procuratore generale Jeff Sessions hanno chiesto immediatamente al Congresso di lavorare a una riforma migratoria che vieti persone “pericolose” come Ullah.
Secondo la Commissione per i Taxi e le Limousine di New York citata dalla catena CNN, Ullah ha ottenuto una licenza da conducente di taxi dal marzo 2012 al marzo 2015. Quando il documento è scaduto non è stato rinnovato. Per portare a termine l’attacco, Ullah aveva il dispositivo legato al corpo con velcro e cerniere. “Le indagini preliminari indicano che quest’uomo aveva con sé un esplosivo improvvisato e rudimentale attaccato al corpo”, ha detto il commissario del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) James O’Neill.
Ullah ha detto alla Polizia di aver fabbricato l’ordigno sul posto di lavoro, secondo un alto funzionario della Polizia e un funzionario municipale che hanno ricevuto informazioni sulle indagini. Il sospetto ha riportato ferite alle mani e all’addome, venendo quindi portato all’ospedale Bellevue, dov’è stato ricoverato in condizioni “gravi” e sotto custodia.
Secondo quanto ha pubblicato nell’edizione di martedì 12 dicembre il New York Times, per le autorità Ullah ha detto di aver scelto il luogo dell’attentato “per le decorazioni natalizie che c’erano”. Ha anche detto che l’attentato è stato progettato “come rappresaglia per i bombardamenti di una coalizione antijihadista su siti controllati dallo Stato Islamico in Siria e in altri luoghi”.
A seguito della detonazione, oltre ad Akayed Ullah sono rimaste ferite altre tre persone, secondo la Polizia di New York. I feriti hanno riportato problemi alla testa e alle orecchie e altre conseguenze minori, ma quello che avrebbe potuto essere un massacro nel periodo natalizio è stato solo un attentato fallito. “Grazie a Dio”, come ha detto il sindaco de Blasio, che ha poi segnalato che New York “dimostra che una società in cui convivono molte convinzioni può funzionare, e i terroristi vogliono eliminare proprio questo”.
Si è trattato del terzo attacco a New York dal settembre 2016 e del secondo in due mesi, solo qualche settimana dopo che otto persone sono morte in un attacco perpetrato con un camion su una pista ciclabile lungo il fiume Hudson. Come i due attentati precedenti, sembra essere stato compiuto da un presunto “lupo solitario”, come quello che ha ritratto John Updike nel suo libro Terrorist dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]