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Per Massimo Cacciari il Natale è stato “ucciso” dai cristiani

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Lucandrea Massaro - Aleteia Italia - pubblicato il 01/12/17
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Il filosofo veneto mette in chiaro che “Il Natale non è solo dei cristiani”Il filosofo Massimo Cacciari esordisce con nettezza «Il Natale dei panettoni, il Natale delle pubblicità, il Natale dei soldi. Il Natale oggi è una festina» e poi aggiunge mettendo il carico da novanta:  «Sono i cristiani i primi ad aver abolito il Natale». Con queste poche frasi inizia un colloquio tra il pensatore veneziano, già sindaco della città e intellettuale laico di primo piano, e l’intervistatore del Giornale. Parole che interrogano il credente, ma anche i laici e che certamente avranno strascico, anche perché la posizione di Cacciari è forte di una presa di coscienza molto netta e interessante. Per lui il filosofo non può credere ma può lasciarsi interrogare dal mistero «La ricerca a un certo punto si avvicina alla preghiera – dice -. Certo, il fedele è convinto che la sua preghiera sia ascoltata, il filosofo prega il nulla. Però resta stupefatto davanti al mistero. E lo assorbe, come ho fatto nel mio ultimo libro su Maria: Generare Dio. Pensi, una ragazzetta che è madre di Dio. Da non credere, anche per chi ci crede». Da questo scandalo parte la sua riflessione:

Che cosa è per lei il cristianesimo?

«Il cristianesimo è una parte fondamentale del mio percorso, della mia vicenda, è qualcosa con cui mi confronto tutti i giorni».

Perché laici e cattolici oggi balbettano davanti all’evento che tagliato in due la storia?

«Perché non riflettono, perché non fanno memoria di questa storia così sconvolgente».

Dio che si fa uomo.

«Capisce? Non Dio che stabilisce una relazione con gli uomini, ma Dio che viene sulla terra attraverso Cristo. Vertiginoso».

Cacciari è “arrabbiato”, deluso, di certo percepisce e racconta di una situazione, quella della società italiana ma non solo, che ha smarrito anche la verità dei dati di fatto, il peso della storia e delle provocazioni morali: «Appunto. La nostra società è anestetizzata, il Natale è diventato una favoletta, una specie di raccontino edificante che spegne le inquietudini» aggiunge. Secondo Cacciari “si è perso l’abc” della fede ma anche del suo ruolo culturale nella società. Per lui  «La prima distinzione non è fra laico e cattolico, ma fra pensante e non pensante. Se uno pensa, come pensava il cardinal Martini, allora si interroga e se si interroga prima o poi viene affascinato dal cristianesimo, dal Dio che si fa uomo scandalizzando gli ebrei e l’Islam».

Siamo alle prese con uno scontro di civiltà?

«Ma che scontro. Anche dalle loro parti si è persa la portata profonda del fatto religioso. Viviamo in un mondo che dimentica la dimensione spirituale».

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