Il commento al Vangelo di oggi di don Luigi Maria EpicocoIn quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. (Luca 19, 45-48)
Le cose che contano nella vita di una persona non si possono e non si devono comprare. Non si può comprare l’affetto, il bene, l’amore, la stima. Eppure passiamo tanto tempo della nostra vita a commerciare, a barattare, a comprare e a vendere cose che contano, cose che possono renderci felici. Gesù vuole togliere questa logica commerciale dalla nostra vita e vuole che ci riappropriamo della logica della preghiera, che è la logica della comunione. Chi si sente addosso questo rapporto con Dio allora riesce a vivere senza il bisogno di dover comprare e vendere per essere felice. Non elemosina la vita. Sarebbe interessante capire se abbiamo mai compreso che la preghiera serve a renderci liberi e non è invece un buono sconto da usare per rendere anche Dio merce di scambio.
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