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Perché le donne millennial stanno rifiutando la pillola

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Calah Alexander - pubblicato il 14/11/17
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Tracciamento della fertilità e pianificazione familiare naturale sono più semplici e più accurate che maiQuando avevo 18 anni mi è stata prescritta la pillola anticoncezionale per qualche dubbia ragione… dubbia innanzitutto perché non riesco neanche a ricordare quale fosse. Non ero sessualmente attiva e non avevo la sindrome dell’ovaio policistico o cicli problematici, ma sono andata dal medico per qualche motivo e ne sono uscita con la pillola.

Non ci è voluto molto per capire che in realtà non era affatto un farmaco. Mi faceva sentire malissimo, piangevo ed ero instabile, e ho preso rapidamente quasi cinque chili. Cosa più allarmante per una matricola universitaria, avevo le idee confuse e il mio rendimento ne risentiva. Dopo neanche un mese ho smesso di prendere la pillola.

Anni dopo, accettare l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione ha fatto parte degli ostacoli della conversione. Ammetto di aver lottato con il rifiuto della contraccezione in generale per un po’, ma non mi ci è voluto niente per rifiutare la pillola in particolare. In quel periodo ho avuto il mio primo figlio, e sapevo esattamente quali sintomi imitasse la pillola – i giorni lacrimosi, pazzi e cupi dell’inizio di una gravidanza.



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Risulta che non sono l’unica a rifiutare la pillola per ragioni che non hanno a che vedere con la fede. Molte donne millennials la stanno rifiutando per varie ragioni, secondo Vogue UK di questo mese:

Le donne più giovani si stanno allontanando a frotte dalla pillola – uno studio dell’NHS [il Servizio Sanitario Nazionale statunitense, n.d.t.] ha rivelato che il numero di donne in contatto con i servizi per la salute sessuale e riproduttiva che hanno usato contraccettivi dipendenti dall’utente, inclusa la pillola, è diminuito di oltre il 13% tra il 2005 e il 2015. Non sorprende: una rapida ricerca su Google riferisce alcuni rapporti allarmanti, da articoli sui possibili legami tra la pillola e il cancro a dichiarazioni decisamente bizzarre, come quella per cui “le pillole contraccettive gettate nel water stanno rendendo i pesci transgender”.

Nonostante Vogue liquidi rapidamente questi resoconti definendoli “allarmisti”, si sa da anni che la pillola è cancerogena. L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica le pillole anticoncezionali come elementi cancerogeni di Gruppo 1, insieme a cose come amianto e tabacco. Non stupisce, allora, che le donne stiano finalmente dicendo basta e trovino metodi alternativi per evitare le nascite.

Anche se i metodi alternativi sono liquidati rapidamente come “metodo del bioritmo” nei media popolari, le donne cattoliche li usano da anni. Vogue promuove un’app progettata da una fisica delle particelle che traccia la temperatura basale del corpo. Anche noto come pianificazione familiare naturale, è un metodo di pianificazione delle gravidanze che le donne cattoliche usano da decenni, e in effetti è il primo metodo che ho imparato quando mi sono convertita dieci anni fa.



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Come menziona la sua ideatrice, questo metodo non funziona per tutti. Per me non ha funzionato, ma ancora una volta i cattolici giocano d’anticipo. C’è almeno una mezza dozzina di metodi diversi che combinano il tracciamento dei vari sintomi, incluso il metodo Marquette che usa il monitor per la fertilità ClearBlue Easy. E con la tecnologia è migliorato anche il tracciamento della fertilità: c’è un’app per qualsiasi metodo si scelga.

E allora, qualunque sia la ragione del rifiuto della pillola da parte delle donne millennials, sono fortunata che il tracciamento della fertilità sia più semplice e accurato che mai – in buona parte grazie al lavoro fatto dai cattolici in tutto questo tempo.



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[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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