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L’unica cosa che può evitare le molestie sessuali

WEINSTEIN
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Elizabeth Scalia - Aleteia inglese - pubblicato il 09/11/17
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Iniziate perseguendo una virtù impopolare e poco considerata… e non è quella a cui state pensandoNel corso dell’ultimo mese abbiamo letto una serie apparentemente interminabile di storie su Hollywood e l’industria televisiva relative agli atti di molestie sessuali terribili e talvolta disgustosi perpetrati contro le donne, e a volte contro gli uomini, in alcuni casi giovanissimi di entrambi i sessi, da uomini estremamente potenti.

Con quasi ogni rivelazione, le tendenze abusatrici di tutti loro – da Harvey Weinstein a Brett Ratner e a Kevin Spacey; da Roger Ailes e Bill O’Reilly di FOX News a Mark Halperin di MSNBC e Michael Oreskes di NPR – sono seguite da due parole: “Segreto aperto”.


HARVEY WEINSTEIN,MIRAMAX
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“Tutti sapevano”

In altre parole, come ha twittato Rosie O’Donnell, “tutti sapevano”. Chiunque a Hollywood conosceva quello che era chiamato il “divano da provino” (anche se, come ha indicato Maureen O’Hara, si andava ben oltre) e chi lo usava. Chiunque a Hollywood sapeva, e ancora sa, delle persone con molto potere che sfruttano di routine quelle che ne hanno di meno e sognano di diventare un giorno anche loro potenti.

E sappiamo che è vero. Sappiamo che “tutti sapevano” perché anche molti di noi che si interessano un po’ al gossip “lo sapevano”, quantomeno a grandi linee.

Poco tempo dopo le rivelazioni su Weinstein, la designer Donna Karan ha condiviso (per poi fare rapidamente marcia indietro) l’opinione per cui le donne abusate a Hollywood “lo chiedevano”. L’attrice Mayim Bialik, apparentemente con buone intenzioni, ha osservato che le donne dovrebbero fare più attenzione al modo in cui si vestono, se in modo modesto o “immodesto”.

Nessuno lo chiede

Chiariamo una cosa: le donne non “lo chiedono” mai. Nessuno chiede mai di essere usato e abusato, reso un oggetto, disumanizzato. Ma c’è una parte di verità nel fatto che il modo in cui ci presentiamo al mondo e socializziamo è importante.

Non dovremmo mai permettere di essere messi in una posizione precaria o vulnerabile per avere successo a livello sociale o “andare avanti” – non perché queste ambizioni siano negative, ma perché le persone malvagie sfrutteranno sempre un’opportunità, e perché – come ha scritto David Mills – il mondo non è giusto.

Siamo ancora più chiari: scegliere di vestirsi in modo modesto e socializzare con autocontrollo sono cose positive, che inviano un messaggio non verbale per dire “So chi sono, e appartengo a me”.

Detto questo, buone scelte di questo tipo non proteggeranno dalle molestie di persone malvagie; un abito modesto che non ostenta nulla può essere una dichiarazione, ma mai uno scudo. Le donne con il burqa vengono stuprate comunque. Le donne che indossano l’abito religioso vengono assalite sessualmente. Si abusa anche dei bambini, che vengono gettati in un’ombra che dura tutta una vita. Posso dirlo con sicurezza perché sono una di loro, tutti vestiti adeguatamente e istruiti su come sedersi, stare in piedi e correre “come una donnina”.

Anche le donne possono sfruttare e abusare

Ci sono anche troppe storie di uomini che vengono abusati da persone con autorità (e più storie di quelle che si vorrebbero sentire su adolescenti abusati dalle insegnanti) per far finta che le vittime siano solo le donne, e troppe storie di bambini abusati per fingere che la predazione riguardi semplicemente la mancanza di limiti a livello sessuale.

La verità è che l’aggressione sessuale riguarda il potere. Riguarda sempre qualcuno che crede di poter controllare qualcun altro. Fare questo serve a riempire un vuoto – o un abisso terrificante – dentro di lui/lei.

Un aggressore sessuale agisce a servizio di qualsiasi cosa sia gravemente mancante, disturbato e malato in sé. In Strange Gods, descrivo come i nostri idoli ci riflettano per come vorremmo essere guardati. Per gli israeliti che vagavano nel deserto, il vitello d’oro rappresentava il potere, “un’affermazione di forza, ricchezza e grandezza, che potevano confermare con i propri occhi”. Per questi predatori, il fatto di rendere vittime gli altri riflette loro un senso di potere, controllo e perfino desiderabilità.

Come porre fine agli abusi sessuali?

Gli abusi sessuali esisteranno sempre perché viviamo in un mondo pieno di anime ferite al di là di quello che possiamo immaginare. È facile dire “Se solo la gente fosse casta come Dio le dice di essere, queste cose non accadrebbero”, ma è una falsa premessa.

Sì, Dio ci dice di essere casti, e anche di onorare i nostri genitori, non uccidere, non rubare, non desiderare, perché senza queste linee guida piuttosto limitate lasceremmo i nostri genitori anziani a morire da soli, ruberemmo tutto ciò che desideriamo e uccideremmo in un momento di rabbia, o anche in un altro. Fornicheremmo senza pensarci, senza amore, responsabilità o impegno, e faremmo tutto ciò senza pensare al nostro futuro, al nostro significato come creature create.

Dio ci dice di essere casti e noi dovremmo esserlo, ma ciò non porrà fine allo sfruttamento sessuale di altre persone. Solo una cosa potrà farlo: l’umiltà.

Servire gli altri, servire se stessi

L’umiltà è una virtù impopolare – si potrebbe dire che sia a malapena considerata –, ma è la chiave per sviluppare una vita pienamente virtuosa e una società giusta. La pratica dell’umiltà non permette di servire la percezione del proprio potere o di ridurre le persone a “cose” o oggetti. Piuttosto, obbliga a considerare l’umanità dell’altro e comprende il privilegio di servirlo.

L’umiltà è la virtù che ci guida in tutte le altre virtù celesti:

  • Gentilezza, perché ricorda di aver ricevuto atti gentili
  • Pazienza, perché ha sperimentato l’impazienza
  • Diligenza e Carità, perché ha visto la ricompensa di entrambe
  • Temperanza, perché un’anima umile è una che prende meno anziché prendere di più
  • Castità, perché l’umiltà riconosce il dono della sessualità co-creatore e collegato a Dio

Il peccato mortale sarà sempre con noi, ma la grazia può abbondare e portare luce nell’oscurità; può guarire le ferite della nostra psiche e della nostra anima. Ma dobbiamo volerlo, e chiederlo.

È un “segreto aperto”: perseguire l’umiltà – chiedere la grazia della virtù dell’umiltà, e poi metterla in pratica – è un modo per iniziare.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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