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Il mistero di padre Paolo Dall’Oglio. Ancora prigioniero o ucciso nel 2013?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 07/11/17
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Padre Jacques Murad, anche egli rapito e poi liberato dall’Isis, sostiene che può essere ancora nelle mani dei rapitori. Ma un combattente vicino all’Isis indica data e assassino del sacerdote

«Io ho sempre avuto la speranza che la caduta della roccaforte di Raqqa ci avrebbe permesso di sapere qualcosa di più su di lui. E adesso abbiamo chiesto anche a francesi e statunitensi di farci sapere se si può fare qualcosa per cercarlo. Ma finora non ci è arrivata nessuna notizia. Io mantengo la speranza che magari, in questa fase caotica, anche Paolo possa essere inserito in qualche scambio di prigionieri».

Padre Jacques Murad, insieme ai fratelli e alle sorelle di Dei Mar Musa – la comunità monastica fondata da padre Paolo Dall’Oglio – confida ora più che mai nel miracolo della liberazione del sacerdote rapito dall’Isis in Siria il 29 luglio 2013.

Cosa succede vicino Raqqa

«È caduta Raqqa, e adesso è caduta anche Deir el Zor – osserva Padre Jacques – Tutti i jihadisti, sia dalla Siria che dall’Iraq, si stanno concentrando in alcune zone di frontiera tra i due Paesi e in aree desertiche, utilizzando corridoi umanitari che vengono messi a loro disposizione e che loro attraversano con la garanzia di non essere attaccati. È una cosa che mi appare strana. E non so come andrà a finire. Lì si sono diretti anche i jihadisti che ad ottobre avevano ri-occupato un’altra volta Qaryatayn, la città siriana dove vivevo e dove i jihadisti, nel 2015, avevano sequestrato anche me, prelevandomi dal monastero di Mar Elian» (La Stampa, 7 novembre).


BLESSED JOHN
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Il rapimento di Jacques

Padre Jacques fu sequestrato nel maggio 2015: i jihadisti lo avevano prelevato dal monastero di Mar Elian, a Qaryatayn, tenendolo segregato per mesi, per poi riportarlo nella stessa Qaryatayn, dopo averla conquistata, insieme ad altre centinaia di cristiani che come lui avevano sottoscritto con lo Stato Islamico il cosiddetto “Contratto di protezione”.

“È stato assassinato”

Adesso lui confida che dopo anche per Padre Dall’Oglio avvenga la stessa sorte. Smentendo così le recenti dichiarazioni di un foreign fighter marocchino fatto prigioniero dalle Forze democratiche della Siria (Fds). Il combattente, intervistato da un quotidiano panarabo al-Sharq al-Awsat, ha detto che Dall’Oglio sarebbe stato assassinato a Raqqa subito dopo il suo sequestro nel luglio del 2013 dal leader siriano dell’Is, Ali Moussa Al-Shawakh, detto Abu Luqman al-Raqqawì per il suo legame con la città di Raqqa, ex roccaforte dell’Is in Siria (Tgcom, 31 ottobre).



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“Perchè dovremmo credergli”

«Non è la prima volta che qualcuno mette in giro voci sulla sua morte – replica Murad – e ogni volta dicono cose completamente diverse. Per quale motivo l’ultima versione dovrebbe essere più credibile delle precedenti? Non portano mai dati e elementi concreti. E noi continuiamo a sperare e a pregare».

Mano tesa all’Islam moderato

Le voci contrastanti sulla presunta morte di Dall’Oglio contrastano con un dialogo sempre più scorrevole tra l’Islam moderato e la Chiesa. Proprio il 7 novembre, come scrive l’AnsaPapa Francesco ha ricevuto i Vaticano il grande imam di Al Azhar, Ahmed al Tayyeb.



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Papa Francesco e il leader dell’università del Cairo, punto di riferimento mondiale per l’islam sunnita, si erano già incontrati una prima volta il 23 maggio del 2016 in Vaticano, e una seconda al Cairo, il 28 aprile di quest’anno, quando Papa Francesco ha preso parte a un Forum per la pace a Al Azhar e le due istituzioni hanno preso impegni di collaborazione per la pace e un ruolo di pacificazione delle religioni, contro fondamentalismi ed estremismi (Aleteia, 28 febbraio 2017).

https://www.youtube.com/watch?v=ZGe4hcWZ4Xo

IN DIALOGO DOPO BENEDETTO

Il colloquio del maggio 2016 in Vaticano segnò la ripresa del dialogo tra Al Azhar e Santa Sede, che era stato interrotto dall’università del Cairo nel 2011 a causa della presa di posizione di Benedetto XVI in difesa dei cristiani copti, dopo un attentato contro di loro in una chiesa di Alessandria. Allora il centro dell’islam sunnita interpretò le parole di Benedetto XVI come una “ingerenza”.



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