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Perché il diavolo perseguita con tanto accanimento la Chiesa?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 03/11/17
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Secondo Papa Francesco Satana impazzisce di fronte alle follie del Vangelo. Mentre trova terreno fertile nella Chiesa “tiepida”

L’esistenza del demonio appartiene al patrimonio della dottrina della Chiesa Cattolica e si fonda sull’insegnamento della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero Ecclesiale.

Come spiega Papa Francesco in “Il diavolo c’è” – una raccolta dei suoi interventi a cura di Diego Manetti (edizioni San Paolo) – il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) afferma chiaramente l’esistenza del diavolo (diàbolos, colui che divide; oppure satàn, “satana”, colui che accusa) quale angelo decaduto:

Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c’è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato satana o diavolo. La Chiesa insegna che all’inizio era un angelo buono, creato da Dio. “Diabolus enim et alii dæmones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali – Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi” (CCC 391).

SCELTA IRREVOCABILE

Questo angelo è decaduto, insieme agli altri spiriti creati che ne hanno seguito le orme nefaste, in virtù di una libera scelta con la quale ha “radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno” (CCC 392), commettendo un peccato imperdonabile a causa del “carattere irrevocabile della loro scelta” e non per “un difetto dell’infinita misericordia divina” (CCC 393).



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I FIGLI RINNEGATI

Papa Francesco spiega, poi, che l’angelo decaduto, divenuto diavolo, ha reagito contro la Chiesa avviando una dura persecuzione contro di essa.

Il Signore ci ha già avvertiti (cfr. Mt 24,4-14; Mc 13,9-13; Lc 21,12-19), affinché fossimo preparati. Sarà perseguitata non certo nei suoi figli mediocri che scendono a patti con il mondo, come fecero quei rinnegati dei quali ci parla il libro dei Maccabei (cfr. 1Mac 1,11-15): quelli non sono mai perseguitati.

I TESTIMONI DEL VANGELO

Lo sarà, invece, negli altri figli, che, in mezzo alla “moltitudine di testimoni”, scelgono di “tenere gli occhi su Gesù” (cfr. Eb 12,1-2) e di seguire le sue orme a qualunque costo. La chiesa sarà perseguitata nella misura in cui si mantiene fedele al Vangelo. La testimonianza di questa fedeltà infastidisce il mondo, lo fa infuriare, gli fa digrignare i denti (cfr. At 7,54).



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La persecuzione è un evento ecclesiale di fedeltà; a volte è frontale e diretta, mentre in altri casi bisogna saperla riconoscere in mezzo alle tante bardature “acculturate” con cui si presenta in ogni epoca, nascosta nella mondana “razionalità” di un certo sedicente “senso comune” di normalità e civiltà.

LO SCANDALO DELLA CROCE

Le forme sono tante e varie, ricorda Bergoglio, ma a provocare la persecuzione è sempre la follia del Vangelo, lo scandalo della croce di Cristo, il lievito delle beatitudini. Poi, come nel caso di Gesù, e di quella immensa “moltitudine di testimoni”, i metodi sono stati e restano gli stessi: la disinformazione, la diffamazione, la calunnia, per convincere, per smuovere e, come ogni opera del demonio, per far sì che la persecuzione cresca, si contagi e trovi giustificazione (ovvero appaia ragionevole, e non appunto una persecuzione).



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LA TENTAZIONE DELLA CHIESA

Invece, sottolinea il papa, la tentazione per la Chiesa è stata e sarà sempre la stessa: eludere la croce (cfr. Mt 16,22), patteggiare la verità, attenuare la forza redentrice della croce di Cristo per evitare la persecuzione.

Povera la Chiesa tiepida che rifugge ed evita la croce! Non sarà feconda, si “socializzerà educatamente” nella sua sterilità con fronzoli di cultura accettabile. È questo, in definitiva, il prezzo che si paga – e a pagarlo è il popolo di Dio – per essersi vergognato del Vangelo, per aver avuto paura di rendere testimonianza.

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