Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro. (Susanna tamaro)
Ed è per questo, per aggiungere pianticelle, arbusti, fiori. Un sasso, la panca di legno. L’altalena al fico. E un arco, anche, da appoggiare là, dietro il melo. Per scoccare frecce, se necessario.
È per questo che lo facciamo. Ogni settimana.
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Ogni sabato vi mettiamo 5 cose, nuove, nel cesto che portate con voi in giardino. In quello della memoria. Ogni sabato 5 cose da aggiungere e sistemare. Un po’ di ghiaia da gettare nel vialetto. Terriccio fresco per le rose. Corteccia, bulbi. Oppure un forbicione. E una sega. Per potare e segare. E una vanga, se occorre. Rastrelli? Concime.
Anche attrezzi per lavori grossi e ingrati. E necessari. Come quando occorre estirpare ciò che soffoca e piantare qualcosa di nuovo che cresca per magari procurarci una bella ombra d’estate e sibili al passaggio del vento tra rami e chioma.
Anche dei pali, in legno solido. Da conficcare bene nel terreno. Perché la nostra mente e la nostra anima vanno coltivate, dissodate, abbellite e difese!
Frugate nel cesto: