separateurCreated with Sketch.

Come è nata l’ideologia gender? Quali le sue origini?

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 05/10/17
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Il femminismo ne ha spalancato le porte. Una lesbica, Judith Butler ha poi teorizzato la de-costruzione dell’identità sessuale

Nel giorno in cui Papa Francesco lancia un messaggio chiaro contro ogni forme di ideologia sessuale deviata («la manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale rischia di smantellare la fonte di energia che alimenta l’alleanza tra uomo e donna», ha detto in un incontro alla Pontificia Accademia per la vita), è ancora più emblematico raccontare quali siano le strane origini dell’ideologia gender.

Gabriele Kuby le racconta in “La rivoluzione sessuale globale” (Sugarco edizioni).

«Mai prima d’ora nella storia – premette Kuby – le élites di potere si erano arrogate il diritto di modificare le categorie sessuali di uomo e donna utilizzando strategie politiche e misure legislative: per farlo mancava loro il know-how dell’ingegneria sociale.  Questo però accade oggi sotto ai nostri occhi e su scala mondiale: la strategia di cui stiamo parlando è il gender mainstreaming»,

La battaglia in corso «viene portata avanti con il pretesto della parificazione fra uomo e donna, cosa che in realtà si rivela essere una strategica tappa intermedia».



Leggi anche:
Genitori confusi sul genderfluid

LO SLOGAN FEMMINISTA

Nel XIX secolo le donne iniziarono a ribellarsi, anche perché l’industrializzazione aveva cambiato i rapporti sociali e il ruolo della donna reggente della famiglia estesa era andato perduto.

La lotta per l’«autodeterminazione sessuale» della donna, con la legalizzazione della contraccezione e dell’aborto, inferse il colpo decisivo al fondamento cristiano della cultura occidentale. Simone de Beauvoir aprì la strada alla transizione verso il femminismo radicale con la sua celeberrima frase: «Donna non si nasce, lo si diventa», che mise in moto una dinamica piuttosto bizzarra: all’umiliazione e alla svalutazione dell’uomo operata dal femminismo, gli uomini reagirono con sentimenti di colpa e battendo passivamente in ritirata.

GUERRA A MATRIMONI E FAMIGLIA

Ciò tuttavia non fu sufficiente alle femministe radicali al comando, che volevano ottenere la parità dei sessi e che continuarono a combattere per una «equiparazione» ancora più stringente: esse, in verità, avevano dichiarato guerra al matrimonio, alla famiglia, ai bambini, alla donna come madre per giungere alla totale deregolamentazione della sessualità. Dichiararono guerra a tutto ciò che a loro, in quanto le- sbiche, era negato.


SILVANA DE MARI
Leggi anche:
Una donna/un uomo e i bambini con la madre: il fantasy contro il gender

LA PAROLA “MAGICA”

Affinché questa visione potesse essere imposta sul piano sociale e politico era necessario dotarsi di un nuovo termine, perché la lingua non solo riflette la realtà, ma la crea. Gender fu la parola magica; il vecchio termine sesso doveva essere sostituito, perché fino a quel momento alla domanda: «Di che sesso sei?», potevano essere date solo due risposte: maschio o femmina.

DECOSTRUIRE LA BIPOLARITA’ SESSUALE

Senza alcun dubbio, ragiona Kuby, esistono variabili culturali e storiche nella forma sociale in cui si palesa la polarità sessuale di uomo e donna: di questo si occupano i sociologi e gli etnologi. Queste variabili però non eliminano la sessualità binaria, così come la variabilità del tempo non elimina la realtà del giorno e della notte. Il termine gender venne adottato proprio per «rendere insignificante», «destabilizzare» e «decostruire» la bipolarità sessuale attraverso la lotta politica.


LA TEORIA DI BUTLER

La principale ideologa della teoria gender è Judith Butler, nata nel 1956. Cresciuta in una famiglia di accademici ebrei di origini russo-ungheresi, ottenne nel 1984 un dottorato dall’università di Yale per una dissertazione sul concetto di desiderio in Hegel. È docente di retorica all’università di Berkley e dal 2006 presiede la cattedra di filosofia «Hannah Arendt» alla European Graduate School in Svizzera.

Judith Butler è lesbica. Evidentemente sente la bipolarità sessuale come una prigione, una limitazione della libertà, come una discriminazione imposta dalla natura.

DISAGIO SESSUALE

Il suo libro Gender Trouble. Feminism and the Subversion of Identity, uscito nel 1990, è il caposaldo dell’ideologia gender. La Butler si sente a disagio con l’ordine sessuale e vuole creare problemi, come è scritto nella sua prefazione al libro, ponendo la questione in questi termini:

«Qual è il modo migliore di mettere seriamente in questione le categorie di genere che sostengono le gerarchie di genere e l’eterosessualità obbligatoria? […] Il compito di questa analisi è di concentrarsi su – e decentrare – tali istituzioni definitorie: il fallogocentrismo e l’eterosessualità obbligatoria […] e di deregolamentare efficacemente codici sessuali rigidi e gerarchici»



Leggi anche:
L’attacco del subdolo virus del gender alla famiglia

“CONFUSIONE SOVVERSIVA”

Per sovvertire l’ordine sessuale, la filosofa post-strutturalista ha sviluppato una complicata teoria, confezionata in un linguaggio filosofico artificiale, con l’obiettivo di scuotere le fondamenta dell’ordine umano attraverso la «confusione sovversiva» e «la moltiplicazione delle possibilità di genere».

Dice Judith Butler:

«Il “sesso” è un costrutto ideale che viene materializzato a forza nel tempo. Non si tratta di un semplice elemento o di una condizione statica del corpo, ma di un processo per mezzo del quale il “sesso” si materializza attraverso la ripetizione forzata di norme regolative»

LE ORIGINI DEL SESSO

In parole povere: non esistono affatto gli «uomini» e le «donne». Il sesso è una fantasia, qualcosa a cui crediamo solo perché ci è stato ripetuto molto spesso. Il genere non è associato al sesso biologico, che non riveste assolutamente alcuna importanza; il genere emerge perché viene generato attraverso il linguaggio e perché le persone credono a ciò che viene loro ripetuto in modo costante.

BAMBINI “PROGETTATI”

Secondo la Butler l’identità è liberamente fluttuante e flessibile; non esiste un essere maschile o femminile, solo una determinata performance, cioè un comportamento che può essere modificato in qualsiasi momento.

Secondo la Butler, le famiglie non si costituiscono solo con il matrimonio e attraverso la discendenza, ma anche per mezzo di atti arbitrari di appartenenza momentanea. Nell’universo parallelo butleriano, i bambini non vengono concepiti ma «progettati» e prodotti con l’aiuto di tutte le possibilità tecniche disponibili, quali la donazione di sperma e di ovuli, la maternità surrogata, gli uteri artificiali e la manipolazione genetica.



Leggi anche:
Psicologi diffidenti verso l’ideologia gender sotto attacco?

TEORIA QUEER

Judith Butler è considerata la più importante ideologa della teoria queer. Così come il termine gender, anche il termine queer è stato sottoposto a modifiche semantiche.

Il termine queer servirebbe ad affrancare dall’eterosessualità obbligatoria tutti quei concetti che, anche nella sua negazione, ancora la presuppongono come ad esempio lesbica, omosessuale, transessuale.

Queer è semplicemente tutto ciò che non è straight (cioè eterosessuale). La polarità etero-omo deve essere soppressa per far posto a una totale dissoluzione dell’identità sessuale, perché solo allora «l’egemonia dell’eterosessualità obbligatoria» sarà completamente sconfitta e le persone saranno totalmente libere di autoinventarsi.

Top 10
See More