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La “conversione” di Sergio Staino, il vignettista ateo che ora racconta la vita di Gesù

Sergio Staino
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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 04/10/17
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Pubblicata su Avvenire la prima vignetta. “Le parole di papa Francesco sui migranti mi hanno aperto il cuore”. Ma sulla fede nessun passo indietro. “A Dio proprio non c’arrivo”

“La conversione” di Sergio Staino. Il vignettista ateo, toscano di Piancastagnaio, 77 anni, da domenica 1 ottobre ha iniziato a pubblicare una serie di vignette su Avvenire che raccontano la vita di Gesù, dal titolo: ‘Hello Jesus’.

DA BOBO ALL’UNITA’

Staino è il creatore di Bobo, il marxista leninista con gli occhiali sopra a un grosso naso, sempre perplesso circa l’evolversi dei tempi e gli sbandamenti del Partito, o di ciò che ne rimane.

Sergio Staino

© Sergio Staino | Facebook

È da quarant’anni vignettista per l’Unità, l’Espresso e molte altre testate e programmi televisivi. È, tuttora, da alcuni mesi, anche direttore dell’Unità, benché il giornale al momento non esca in edicola. Ed è perfino presidente onorario della Uaar, Unione atei e agnostici razionalisti (Avvenire, 1 ottobre).

“UNO SGUARDO APERTO SULLA REALTA'”

Ma allora cosa lega un personaggio così lontano da Dio ad un giornale che invece è ispirato dalla dottrina cattolica? «Già otto anni fa – spiega Staino al quotidiano dei vescovi – ho messo mano a questo mio Gesù, ma non ho mai pubblicato le strisce. Solo ora le ho proposte ad Avvenire, giornale di cui ho stima. Trovo che il giornalismo cristiano abbia uno sguardo aperto sulla realtà».

“SPERAVO DI VEDERE L’ANGELO CUSTODE”

D’altro canto la formazione di Staino è stata tutt’altro che lontano da Dio e dalla Chiesa. «Devo dire anche che io sono cresciuto, come tanti, in un oratorio, e con dei preti simpatici. Se ci credevo? Ero un bambino che si voltava di scatto, sperando di vedere l’angelo custode. Mio nonno, anarchico e non credente, mi fece mandare a dottrina: ‘Da grande, deciderà lui…’. E infatti da ragazzo ho deciso: mi sono ritrovato incapace di credere a qualcosa di non materiale, di non scientificamente dimostrabile».

Sergio Staino

© Sergio Staino | Facebook

“UN BELLISSIMO PERSONAGGIO STORICO”

E allora via con il ’68 e il pieno sostegno alle battaglie contro la famiglia tradizionale. «Con tutto ciò quando incontravo don Ernesto Balducci, mio amico e conterraneo, mi diceva: ‘Guarda, Sergio, che tu in fondo sei più credente di me‘».

In realtà «io sono ateo e resto ateo. Per me Gesù è un bellissimo personaggio storico, il primo dei socialisti, il primo a combattere per i poveri. Lo dico sempre, quando vado nelle scuole a parlare: non mi toccate Gesù, che ha fatto tanto bene al mondo…».

“MI INCURIOSISCE LA SUA VITA PRIVATA”

Insomma, nelle mente di Staino, per essere concreti, Gesù non è mai stato il figlio di Dio. Piuttosto, dice lui, «mi incuriosisce la vita di quell’uomo fino ai trent’anni, quando era il figlio di un artigiano e di una madre apparentemente come le altre. È su questo Gesù della vita privata che mi concentrerò soprattutto nelle strisce per Avvenire».



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GLI RICORDA SUO FIGLIO

Gesù assomiglierebbe a una persona a lui cara. «Gesù che ho immaginato somiglia a mio figlio quando aveva vent’anni, e portava i capelli lunghi. Giuseppe e Maria sono invecchiati e sono molto preoccupati di quel figlio che parla di andare nel deserto e fare il profeta, invece di mettersi a lavorare nell’aziendina di famiglia».

“PARLEREI CON LUI DELLA CATALOGNA..”

Se lo incontrasse oggi a quel Gesù, «gli direi di venire a cena con me. A tavola, è il modo più bello per stare con gli amici».

«E gli parlerei di ciò che mi angoscia nello scenario politico oggi, di questa Catalogna che vuole dividersi dalla Spagna e mi fa temere nuovi fantasmi nazionalisti, e del referendum e del dramma dei curdi invece, di cui non importa niente a nessuno…»

https://www.youtube.com/watch?v=GPxBAc1JmXo

FEELING CON PAPA FRANCESCO

Se Gesù resta per Staino “solo” un personaggio storico, il vignettista non ha remore nell’ammettere di ammirare Papa Francesco. «Amo di lui prima di tutto le sue radici di figlio di migranti, che respiro in famiglia, perché mia moglie è peruviana figlia di italiani emigrati. Trovo che quest’uomo sia per il mondo una boccata di ossigeno» (Il Giornale, 4 ottobre).

STOP ANTICLERICALISMO

«Quando ho sentito il suo ultimo discorso sui migranti – racconta il vignettista – mi si è allargato il cuore. Sono parole che mi piacerebbe sentire da tutta la sinistra. Poi, certo, stiamo parlando di una monarchia assoluta teocratica, non è il massimo della democrazia».

E il suo antico anticlericalismo, scrive La Repubblica (1 ottobre) finisce in soffitta: «L’anticlericalismo è una difesa quando il clero faceva parte dei ceti sfruttatori, quando si mette al servizio del potere, quando ha un atteggiamento antiscientifico». Non oggi, insomma. In tempi in cui il Santo Padre appoggia i migranti e parla alla sinistra del mondo.



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