È davvero importante che un oggetto religioso sia benedetto? E se sì, è importante chi lo benedice?
Il mio rosario, ad esempio, è stato benedetto da padre Jeremy quando lo abbiamo braccato fuori dalla parrocchia. È meno “benedetto” della statua di Guadalupe del nostro giardino, su cui padre Juan Diego ha realizzato una mini-cerimonia, usando olio benedetto e acqua santa?
E questa benedizione impallidisce se paragonata a quella del quadro del Sacro Cuore e della statua della Madonna di casa nostra? Le avevamo portati in un borsone in Piazza San Pietro e sono stati benedetti da un Papa – e da un santo, Giovanni Paolo II.
Ho cercato un po’ su Internet per rispondere a queste domande ma non mi ha aiutato molto. Gli articoli tendono a dirti come le Scritture usino la parola “benedizione” e poi citano il Catechismo sui “sacramentali” (rosari, statue, ecc.) per spiegare la questione.
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C’è sicuramente del buon materiale, ma ho ancora molte domande: qual è la differenza tra sacramentali e superstizioni? Tra, diciamo, uno scapolare benedetto e una felpa “portafortuna”? E in che modo i sacramentali sono diversi dal sentimentalismo? In che modo i fiori secchi resi speciali dal mio matrimonio differiscono dal santino del Piccolo Fiore reso speciale dalla benedizione del vescovo?
I sacramentali possono sembrare quasi un piacere colpevole per i cattolici. Da qualche parte dentro di noi sospettiamo che dovremmo essere al di sopra di queste cose, ma amiamo sicuramente che i nostri rosari vengano benedetti.
Forse è perché alcune pie pratiche simili ai sacramentali dovrebbero davvero farci venire i brividi, come le catene di e-mail che assicurano ricompense a chi prega in un certo modo – e implicano una minaccia per chi non lo fa. O forse perché pensiamo ai sacramentali come al “lato luminoso della Forza”, mentre le carte dei tarocchi servono da “lato oscuro della Forza”.
La Chiesa non la pensa in questo modo. La Chiesa abbraccia i sacramentali: candele battesimali e anelli nuziali, ceri e palme. Ci inchiniamo per baciare il crocifisso il Venerdì Santo, poi baciamo il Bambino Gesù nove mesi dopo.
La Chiesa sa che i sacramentali non sono più (o meno) misteriosi delle preghiere.
Si potrebbe dire, infatti, che i sacramentali siano delle preghiere. Noi preghiamo con le parole. Preghiamo anche con i gesti – il segno della croce, le ginocchia piegate, la testa china. Ma preghiamo anche con oggetti fisici: accendere una candela, appendere un crocifisso, allestire un presepio.
Quando preghiamo con le parole, pregare da soli è bellissimo, ma pregare con qualcun altro è anche meglio – e pregare in unione con la Chiesa è la cosa migliore di tutte. È la stessa cosa quando preghiamo con gli oggetti. Un sacerdote può pregare con me dopo la Messa, e sarebbe una splendida cosa una tantum. Ma può anche benedire il mio rosario come “funzionario” della Chiesa, di modo che la mia preghiera sia unita alla sua benedizione. E allora non è più una splendida cosa una tantum, ma una splendida cosa perpetua.
Pregare usando un oggetto benedetto unisce la nostra preghiera a quella di chi lo ha benedetto, e a quello che rappresenta. Potrebbe rappresentare la Chiesa attraverso la parrocchia o la diocesi o rappresentare la Chiesa attraverso la Cattedra di Pietro. In ogni caso, rappresenta la Chiesa.
I sacramentali sono efficaci? È come chiedere se le preghiere siano efficaci.
I sacramenti sono garantiti. Quando un sacerdote pronuncia le parole di assoluzione nella confessione sacramentale, o le parole di consacrazione sull’altare a Messa, quelle parole avranno sempre il loro effetto, conferendo la grazia intesa.
I sacramentali non non sono più garantiti delle preghiere ordinarie. A volte Dio li garantisce, altre volte no, o perché non sono per il nostro bene o perché lo blocchiamo con le nostre libere scelte.
I sacramentali non conferiscono la grazia a chi li usa – “preparano” e “dispongono” chi li usa per la grazia. “Ai fedeli ben disposti è dato di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1670).
Cristo stesso ci ha dato i sacramenti – ha aperto sette finestre delle dimensioni di Dio perché la luce della grazia si effondesse nella nostra vita. La Chiesa ci dona i sacramentali per riflettere la luce in ogni angolo.
E allora sì, è importante che il mio rosario sia stato benedetto da padre Jeremy, ed è importante che la mia Madonna sia stata benedetta da Papa Giovanni Paolo II. Mi ricordano che la mia fede non è mia. Deriva da Gesù Cristo, ed è donata attraverso il suo amministratore, la Chiesa.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]