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Che cos’è l’erotismo secondo la Teologia del Corpo?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 27/09/17
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Nulla di spiccatamente sessuale. Ma una “ricchezza del cuore”. Gesù ne “parla” nel Discorso della Montagna

La Teologia del Corpo è una raccolta di 129 discorsi che San Giovanni Paolo II ha pronunciato nelle sue udienze del mercoledì dal 1979 al 1984. Sono un tesoro di profondità teologica su ciò che significa essere maschio e femmina in relazione l’uno all’altra e con Dio.

Nel Compendio della Teologia del Corpo (edizioni Ares) a cura di Yves Semen si parla anche di erotismo, inteso come il luogo in cui si incontra il significato autentico di una celebre lezione di Gesù Cristo: quella raccontata nel Discorso della Montagna e riportata nel Vangelo di Matteo.

Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Per comprendere il rapporto tra questo passo del Vangelo e il significato autentico dell’erotismo bisogna prima comprendere cosa siano l’eros e l’ethos.



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DUE SIGNIFICATI

Il termine «eros*» ha negli scritti di Platone un significato filosofico, che sembra esser differente dal significato comune e anche da quello che, di solito, gli viene attribuito nella letteratura.

Secondo Platone, l’«eros» rappresenta la forza interiore, che trascina l’uomo verso tutto ciò che è buono, vero e bello. Questa «attrazione» indica, in tal caso, l’intensità di un atto soggettivo dello spirito umano.

Nel significato comune, invece – come anche nella letteratura – questa «attrazione» sembra essere anzitutto di natura sensuale.



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PULSIONE SOGGETTIVA

È proprio per questa interpretazione dell’«eros» che acquista importanza fondamentale anche il modo in cui intendiamo la «concupiscenza», di cui si parla nel Discorso della Montagna. In senso psicologico e sessuologico, la concupiscenza indica la soggettiva intensità del tendere all’oggetto a motivo del suo carattere sessuale (valore sessuale).

Quel tendere ha la sua soggettiva intensità a causa della specifica «attrazione» che estende il suo dominio sulla sfera emotiva dell’uomo e coinvolge la sua «corporeità».

Cioè, più intensamente ci sentiamo presi e coinvolti emotivamente da quel corpo, più ne siamo attratti sessualmente. E per ognuno di noi questa pulsione è soggettiva. L’ «eros» diventa così la fonte dell’erotico.



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UN APPELLO AL CUORE DELL’UOMO

Ma l’erotico è anche il luogo dove l’eros incontra l’ethos della redenzione, cioè l’inizio del processo di redenzione.

In che modo? Comprendendo correttamente la specifica e complessa ricchezza del «cuore», a cui Cristo si richiamò nel suo enunciato di Matteo 5, 27-28, estrapolato dal Discorso della Montagna.

Le parole di Matteo 5, 27-28 sono un appello rivolto al cuore umano. Tale appello è la categoria propria dell’ethos della redenzione e significa pure la possibilità e la necessità di trasformare ciò che è stato appesantito dalla concupiscenza della carne.

NON SOLO UN DIVIETO

Quei passi del Vangelo significano che, nell’àmbito erotico, l’«eros» e l’«ethos» non divergono tra di loro, non si contrappongono a vicenda, ma sono chiamati a incontrarsi nel cuore umano, e, in questo incontro, a fruttificare.

Noi siamo comunemente propensi a considerare le parole del Discorso della Montagna sul «guardare per desiderare» esclusivamente come un divieto, un divieto nella sfera «erotica». E molto spesso ci contentiamo soltanto di tale comprensione, senza cercare di svelare i valori veramente profondi ed essenziali che questo divieto copre, cioè assicura.


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LA PIENA MATURITA’ DEI RAPPORTI

Assai spesso si ritiene che sia proprio l’ethos a sottrarre spontaneità a ciò che è erotico nella vita e nel comportamento dell’uomo; e per questo motivo si esige il distacco dall’ethos «a vantaggio» dell’eros. Colui che accetta l’ethos dell’enunciato di Matteo 5, 27-28 deve sapere che è anche chiamato alla piena e matura spontaneità dei rapporti, che nascono dalla perenne attrattiva della mascolinità e della femminilità.

MATURITA’ E BELLEZZA SPIRITUALE

E’ proprio a prezzo del dominio su di essi [i suoi impulsi] che l’uomo raggiunge quella spontaneità più profonda e matura, con cui il suo «cuore», padroneggiando gli istinti, riscopre la bellezza spirituale del segno costituito dal corpo umano nella sua mascolinità e femminilità.

 

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