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7 mamme per un progetto: una per tutte e tutte per una!

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Silvia Lucchetti - Aleteia Italia - pubblicato il 25/09/17
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Hanno perso il lavoro dopo esser diventate mamme ma non si sono arrese e insieme hanno dato vita a un nuovo progetto, senza rinunciare alla famigliaQuesta è la storia di 7 donne che non si sono arrese dopo aver perso il lavoro durante la gravidanza o subito dopo il parto. A chi non è mai capitato di ascoltare una vicina di casa, un’amica, sfogarsi dispiaciuta e piena di amarezza per essere stata licenziata dopo aver annunciato in ufficio di essere incinta? Così un momento unico e prezioso come quello della maternità si carica di preoccupazioni e pensieri. Mentre niente dovrebbe togliere ad una donna la gioia dell’attesa, dell’aver ricevuto la grazia di diventar madre, come ha detto il Santo Padre.
Teresa, Ester, Priscilla, Ilaria, Alessandra, Daria e Ilaria si sono trovate in questa situazione. Sono sette amiche, sette mamme, (ha parlato di loro qualche giorno fa il Corriere della Sera) che senza lasciarsi cogliere dalla tristezza hanno deciso di rimettersi in gioco, di far fruttare i loro talenti, di unirsi per dar vita ad un progetto: Family Welcome. La foto sul Corriere le immortala insieme, unite, sorridenti. Family Welcome ha una peculiarità, un segreto speciale, si basa su un irremovibile principio: lavorare lasciando il tempo da dedicare ai figli. Vi sembra poco? È tutto! Le storie di queste donne mostrano chiaramente come purtroppo il mondo del lavoro sia modellato su schemi maschili come afferma spesso la giornalista Costanza Miriano:

“Non è previsto che a una mamma lavoratrice si ammali un figlio. Se succede, sono fatti suoi. Se succede molto perché i figli sono molti, i fatti sono molto suoi. Perché tutta la logica del mondo del lavoro rispetto a quello femminile è: donne, se volete (dovete) lavorare, prego. Se ci riuscite, queste sono le nostre regole di maschi. Sennò, fatti vostri. Quanto alla maternità, si vuole liberare le donne dal fardello in modo che possano lavorare presto e molto. Insomma, che le mamme siano lavoratrici. Ma che le lavoratrici siano prima di tutto mamme, e che i figli non siano un fardello ma la loro felicità non è previsto. Invece la donna non è un uomo, e deve poter lavorare (sarebbe bello che lo scegliesse, e non fosse costretta dalla necessità economica) con i suoi tempi e i suoi modi e i suoi ritmi”.

Vi raccontiamo qualcosa di loro per conoscerle meglio.



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ECCO LA STORIA DI FAMILY WELCOME E DELLE SUE DONNE

La fondatrice di Family Welcome è Priscilla Galloni, una donna romana di 45 anni che lavorava in una multinazionale. A 39 anni rimase incinta e durante la gravidanza ricevette addirittura una promozione, soltanto che suo figlio nacque con problemi di salute e suo marito venne trasferito a Madrid. Lei lo seguì chiedendo la maternità facoltativa, poi chiese un’aspettativa ma le fu risposto che la sua figura professionale era stata soppressa. Così, perso il lavoro, Priscilla si rimboccò le maniche e ispirandosi ad un’azienda spagnola fondò in Italia il blog Family Welcome, uno spazio riservato ai consigli alle famiglie: ristoranti, alberghi, vacanze, locali. Racconta al Corriere: «Poco alla volta abbiamo preso a organizzare eventi ed è arrivata la pubblicità. Oggi siamo un blog ma anche una società di comunicazione e marketing, sempre a tema famiglia».

Teresa Saragò fu la prima che venne chiamata da Priscilla per  collaborare al progetto. Avvocato oggi 44enne, perse il lavoro più o meno per gli stessi motivi: una gravidanza a rischio a 39 anni, problemi economici dell’azienda, soppressione della sua figura. E la storia si ripete.

La comunicazione di Family Welcome è curata da Ester Gaiani, 46 anni,  che si ritrovò senza lavoro a 39 anni quando cercò di restare incinta. L’azienda per cui lavorava era molto competitiva e lei non riusciva a dedicare al lavoro lo stesso tempo di prima, non potendo viaggiare all’estero con i soliti ritmi. Quindi addio incarico.

Ilaria Mercanti, 46 anni, ex dirigente di una società di comunicazioni, racconta che oggi guadagna molto meno rispetto al passato ma che ha la possibilità di prendersi cura dei suoi figli, e questo non ha prezzo. Ad Ilaria la notizia del licenziamento arrivò in ospedale mentre, pensate un po’, stava per partorire. Alle urla per i dolori del parto si saranno aggiunte quelle di rabbia per la perdita del lavoro. Ma cara Ilaria tu sei una mamma, è questo è molto più di un impiego 🙂 😉 è una vocazione a tempo indeterminato!

Anche Ilaria Martino perse il suo impiego dopo la prima gravidanza e riconosce che sia davvero impegnativo occuparsi del lavoro e della famiglia. Ma oggi a Family Welcome qualcosa è cambiato: «Non si guadagnano cifre astronomiche e tenere insieme lavoro e figli è difficile per tutte, ma noi qui facciamo rete: condividiamo babysitter e passaggi per portarli a fare sport».

Daria Oliva, 44 anni, avvocato, lasciò il lavoro delusa e amareggiata durante la gravidanza perché si rese conto che il suo collega approfittava delle sue assenze per lavorare con i suoi clienti. Mentre Alessandra Greco, 52 anni, rinunciò al suo incarico di ricercatrice in un istituto scientifico perché aveva avuto un aborto e stare a contatto con solventi chimici la spaventava.

Alle donne far famiglia riesce benissimo, non solo a casa ma anche a lavoro! E noi a queste super 7 e a tutte le mamme auguriamo il meglio! Anzi, di scegliere sempre la parte migliore che non gli sarà tolta!

 

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