Il clero poco retto è sempre problematico, ma oggi buona parte della colpa è dei genitori cattoliciQual è il gruppo responsabile dei più grandi scandali sessuali che riguardano oggi i bambini: quello composto da sacerdoti, religiosi e vescovi o i laici?
Quando tra cent’anni verrà raccontata la storia del nostro tempo, non dubito del fatto che a tutti verrà data la loro dose di responsabilità, ma penso che la risposta sarà “i laici”.
Il peccato sessuale è passato dall’essere una delle tante tentazioni a cui le persone diventano suscettibili solo da adulti a un problema pervasivo che inizia nell’infanzia.
Papa Benedetto XVI lo ha affermato nel 2008 nella sua visita in America, quando ha detto ai vescovi: “Che cosa significa parlare della protezione dei bimbi quando la pornografia e la violenza possono essere guardate in così tante case attraverso i mass media ampiamente disponibili oggi?”
Il defunto cardinale Francis George disse ai media di Chicago quanto fosse vera questa affermazione: “I vescovi non si sono sentiti liberi di dirlo perché sembra che ci vogliamo scrollare di dosso la responsabilità, ma lui è libero di dirlo. E lo ha fatto”.
Nel decennio successivo, lo scandalo relativo ai laici non ha fatto che peggiorare.
L’accesso alla pornografia che abbiamo offerto ai bambini ha conseguenze tragiche. I bambini imitano quello che vedono. Mettono in pratica quello che guardano, e questo vale per la pornografia come per qualsiasi altra cosa.
Uno studio afferma che i bambini in genere iniziano ad avere un’attività sessuale circa un anno dopo aver guardato seriamente materiale pornografico – in media a 12 anni.
Generalmente le conseguenze sono solitudine, ansia e difficoltà a stringere i legami. Di recente, 20/20 della ABC ha raccontato la storia di una bambina californiana, Brooke, la cui dipendenza dai social media l’ha portata a iniziare a inviare sue fotografie compromettenti agli uomini che la ricattavano e ad abusare di alcool e droghe.
Ma spesso la situazione è anche peggiore.
I resoconti di questo mese riferiscono del suicidio di un adolescente avvenuto a Chicago nel gennaio scorso. Uno studente modello è stato chiamato nell’ufficio disciplinare della sua scuola e gli è stata messa davanti una videochiamata al cellulare che aveva girato su di lui che faceva sesso con una ragazza. I funzionari scolastici hanno convocato la madre, e mentre aspettavano il ragazzo è sgattaiolato fuori dalla stanza, è andato fino a un parcheggio situato al quinto piano di un palazzo vicino e si è buttato di sotto.
Le statistiche affermano che la pornografia tra chi frequenta la Chiesa non è molto diversa da quella relativa a chi non la frequenta. Anche i problemi per il fatto che i bambini imitano ciò che vedono non sono diversi.
“Gara di sexting [invio di immagini o testi sessualmente espliciti via Internet o cellulare, n.d.t.] scoperta e fermata in una scuola superiore cattolica”, recita un titolo recente. Un altro dice: “Una scuola cattolica è tra le sette indagate attualmente” per pornografia infantile perché gli studenti minorenni fanno “sexting” tra loro. A San Diego si dice che nelle scuole cattoliche ci sia un’“epidemia di sexting”.
In un momento in cui i cattolici devono essere un faro di speranza in una cultura oscura, la Chiesa è troppo spesso coinvolta nella stessa oscurità sessuale di cui soffre la cultura in generale. E non sono i sacerdoti che infrangono leggi e disonorano i voti a peggiorare il problema, ma i laici che non riesco a limitare gli eccessi sessuali in sé e nei propri figli.
“I bambini hanno diritto di crescere con una sana comprensione della sessualità e il ruolo che le è proprio nelle relazioni umane”, ha detto Papa Benedetto in America. “Ad essi dovrebbero essere risparmiate le manifestazioni degradanti e la volgare manipolazione della sessualità oggi così prevalente”.
Dobbiamo loro il fatto di fare non solo qualcosa per limitare la pornografia nella loro vita, ma di fare molto, e questo vuol dire:
– Filtrate il vostro Internet domestico con qualche servizio. Se vostro figlio ha un Chromebook, assocuratevi che il genitore sia registrato come “Proprietario” e il bambino come “Utente supervisionato”, e poi controllate regolarmente l’uso di Internet.
– Riservate gli smartphone a quando saranno molto più grandi. Rod Dreher, nel suo libro The Benedict Option, suggerisce 18 anni, e gli esperti secolari stanno iniziando a concordare.
– Parlate spesso con i vostri figli dei pericoli della pornografia e dei modi per evitarla, soprattutto quando si parla di visite a casa degli amici.
– Pregate Carlo Lwanga e compagni per ricevere aiuto. È quello che Papa Francesco ha suggerito in Africa: “Cosa direbbero i martiri dell’Uganda sull’uso sbagliato dei mezzi di comunicazione moderni, quando i giovani sono esposti a immagini e visioni distorte della sessualità che degradano la dignità umana, portando a tristezza e senso di vuoto?”, ha chiesto.
Ci esorterebbero a fare molto di più.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]