«Le arti divinatorie mi avevano spinto fino al pensiero del suicidio. Un giorno mia sorella mi disse di partecipare ad una riunione di un gruppo carismatico di preghiera…»
L’occultismo, l’arte divinatoria, l’avevano allontanata dalla fede. Al punto da trascinarla in uno stato depressivo fino all’idea del suicidio. Poi un incontro con un gruppo di preghiera del Rinnovamento Carismatico nel momento più buio della sua vita. E lì l’incontro inatteso e l’abbraccio con il Signore.
Dopo quel giorno cambia per sempre la vita di Emmanuel Maillard, oggi, per tutti, Suor Emmanuel da Medjugorje, religiosa della Comunità delle Beatitudini, che vive a Medjugorje dove svolge la sua missione di apostolato.
Suor Emmanuel è molto conosciuta e apprezzata anche sui social. Il suo profilo facebook riscuote molto successo e quando può gira il mondo a raccontare la sua incredibile storia.
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Lei, parigina, proveniente da una famiglia molto credente, sin da quando frequentava la scuola presso le suore, è tentata delle arti occulte. Le sue compagne di classe le avevano provato ad insegnare come fare una seduta spiritica e lei ne era rimasta abbastanza spaventata.
Poi durante gli studi a Parigi ha cominciato a frequentare persone specializzate in arte divinatorie come se la paura fosse “compensata” da un certo fascino che nutriva nei confronti dell’occultismo. Ed ha continuato a farlo anche quando ha iniziato a viaggiare per lavoro.
IL “LIBRO DELLA VITA”
«Una volta sono andata in India, era nel ’72, avevo ventiquattro anni, da un astrologo molto famoso, molto conosciuto a New Delhi e lui mi ha fatto quella cosa che si chiama carta astrale», racconta in una delle sue testimonianze».
Il maestro dell’occulto le disse: «Sapevo che venivi da me, io ho il libro della tua vita nella mia biblioteca». L’uomo va a prendere questo libro e comincia a leggerlo. «Ero sconvolta. Tutto era giusto…sin da quando ero bambina… e poi continuava a leggere su quel libro cosa mi sarebbe accaduto anche negli anni successivi, fino a trent’anni. Ebbi paura e ad un tratto lo fermai…».
«Io – prosegue Suore Emmanuel – credevo in Dio, che era il maestro, il creatore, che aveva tutto nelle sue mani, ma l’astrologo mi provava che tutte le cose della mia vita dipendevano da queste cose nel cielo, cose fredde, senza personalità, senza legame, senza calore, senza affetto. Allora una grande angoscia è entrata nel mio cuore e sono caduta in una certa paura, in una certa disperazione. Come se avessi perso un padre. Quell’incontro mi sconvolse. Stetti malissimo».
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L’IDEA DEL SUICIDIO
La depressione sconvolse le giornate della futura religiosa. Che addirittura iniziò a pensarla di farla finita. «Un giorno mia sorella, nel mio appartamento a Parigi, mi vede in uno stato disperato e mi dice: “Domani è la Pentecoste, vieni con noi, c’è un gruppo di preghiera che ho trovato da poco, ma loro sono fantastici, hanno una tale gioia!”. Io le risposi: “Troppo tardi, il tuo Spirito Santo non può più niente per me, sono finita“. La notte per me è stata un inferno, una tortura al punto che al mattino ho fatto un’ultima preghiera e ho detto: “Ecco, Signore, è arrivato il mio ultimo giorno sulle terra, ti dico che alle cinque non ci sarò più. Mi ammazzo”. E ho pensato – Forse è meglio che vada lì a vedere mia sorella in questo posto così non sarò da sola».
IL “PATTO” CON GESU’
Così Emmanuel si avviò al luogo della riunione di questo gruppo che apparteneva al Rinnovamento Carismatico. «Arrivo lì e cosa trovo? Un posto con una trentina di persone ma… una gioia, un sorriso, un amore, una tenerezza, una dolcezza…sembrava ci stesse il cielo in mezzo a loro».
Emmanuel si ricordò di una promessa fatta qualche anno prima. «Un giorno leggendo gli Atti degli Apostoli… chiesi al Signore… “ma dove sono queste persone che vivono il Vangelo con questa gioia”? “In chiesa non le vedo? Se le troverò allora andrò con loro perché io voglio questa vita, voglio vivere con lo Spirito Santo”. E quella riunione mi fece subito pensare: “si, sono proprio loro che cercavo da anni!”.
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“MI SONO BATTUTA IL PETTO, NON SENTIVO PIU’ ANGOSCIA”
L’intesa con il gruppo di preghiera fu eccezionale. «Hanno pregato per una liberazione. Non ho sentito niente, non ho gridato, non ho pianto, però quando mi sono alzata da questo banco ho fatto così (si tocca il petto) come per cercare la mia angoscia e non c’era più. La mia tortura non c’era più. La mia sofferenza non c’era più. Ma soprattutto questa angoscia di morte, questo gusto di morte, di inferno, non c’era più… (si commuove, ndr)…Ecco… Era un incontro con Gesù, stupendo. Non è che ho avuto una visione però l’ho visto nella mia anima, che Lui era disceso nel mio inferno, prendendo tutte le spine su di Lui, per portarmi fuori da questo inferno. In un certo senso ha preso il mio posto per salvarmi. Questo era un incontro incredibile con il mio Salvatore».
DALLA COMUNITA’ A MEDJUGORJE
Quest’incontro avvenne nel 1973. Tre anni più tardi, Emmanuel entra nella Comunità del Leone di Giuda (che poi cambierà nome in “Comunità delle Beatitudini”) facendosi suora nel 1978. Undici anni più tardi la Comunità, viste le sue abilità nel diffondere i messaggi della Gospa decide di inviarla a Medjugorje dove si stabilisce e tuttora risiede.
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