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Sposarsi non costa nulla!

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MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 19/09/17
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Costano i festeggiamenti, gli addobbi, il pranzo, gli abiti, le bomboniere, le fotografie, i fuochi d’artificiodi Rachele Bruschi

Matrimonio francescano, che è? Se magna?!

No! Ma anche sì, in effetti, è la cerimonia che tutti possono avere. Pure quelli squattrinati, o ricchissimi che vogliono sobrietà francescana, pure quelli che sono fidanzati da anni e si nascondono dietro la scusa “adesso non ci possiamo sposare, aspettiamo di sistemarci”. Ma poi che significa sistemarsi?!

Quand’è precisamente che ci si sistemerebbe? Chi è “sistemato”, dunque, starebbe a posto fino alla fine? Non rischia il posto di lavoro, non si ammala, non dovrà privarsi dell’abbonamento a Netflix o delle vacanze montanare..?!

Per carità, non vorrei criticare le scelte di nessuno – l’articolo è per di più rivolto a quei cristiani che rimandano scelte definitive – ma, inevitabilmente, da questo discorso qua i ragazzi (e anche i vecchiardi scapoloni) si sentono turbati, partono all’attacco dandoti dell’irresponsabile, di non stare coi piedi per terra…eccetera fino a illimitate banalità.

Praticamente in che gradino viene messo il vostro amore? Ha il primo posto? Generalmente si assiste ad un fidanzamento che dura da svariati anni (“ci dobbiamo conoscere”, sacrosanto, ma quanto ce vo’? Devi trovare i punti segreti di pressione della scuola di Hokuto?), il grande passo viene via via nel tempo rimandato dopo la laurea, dopo il lavoro (quello fisso!!! “dobbiamo sistemarci!), dopo la convivenza (devono vedere se quel che hanno conosciuto dell’altro funziona, altrimenti “No grazie” o “Next please”, insomma), dopo la lezione di arti marziali, ovviamente (per via dei punti di pressione), dopo… dopo! Viene dopo!



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“Il matrimonio costa”, ma quando mai… sposarsi non costa nulla! È la mega festona coi fuochi d’artificio ad essere un po’ eccessiva (ed egocentrica) eventualmente. Davvero l’amore sponsale, l’unione in Cristo, due che diventano uno… tutto ciò è meno urgente, meno importante, tanto da essere eternamente rimandato, della festa?

Attenzione che a forza di rimandare, conoscersi, sistemarsi, questo “amore” non inizia vacillare, a viziarsi, ammuffirsi, fino alla sua tragica e liberante fine. Chi è l’irresponsabile? Direte voi “allora questo non era amore! Meglio così”, giusto, non lo era e meglio così in effetti (col senno di poi), perché l’amore grida e attende un sigillo, non vuole essere svalutato, vuole e merita la nostra dedizione, costanza, soprattutto nutre l’urgenza di svilupparsi, innalzarsi, crescere, progredire. Se è fermo rimane ad una fase illusoria, non si arriva a godere dei suoi frutti, non si arriva a toccare il fulcro, il perno che tiene insieme tutto e permea con impetuosa dolcezza le nostre vite. Meglio così, sì, ma attenti a non scambiare “il latte per panna” quando arriverà l’ubriachezza di un forte sentimento e riverserete la vostra visione romantica di coppia in un matrimonio che non può funzionare senza le giuste basi.

L’amore è una scelta, la persona si frequenta (un annetto andrà bene), per capire e confrontarsi su tematiche importanti: come impostare un fidanzamento, castità, matrimonio, sessualità, educazione dei figli, cammino spirituale… sono le risposte che avrete da questi dialoghi insieme con il corteggiamento nobile (andate al corso Fidanzati di padre Giovanni Marini ad Assisi per saperne di più!) che vi aiuteranno a valutare e capire se quella è la persona con cui Dio vi pensa.



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Dio sa eternamente e dunque eternamente vi pensa insieme a qualcuno. Perché ciò che conta è il sacramento, il patto, la promessa sigillata e benedetta. Dio vi pensa con quella persona con cui stringerete alleanza, il resto sono chiacchiere da bar. Una volta sposati saprete con certezza che la persona è proprio quella, non dovrete far altro che sceglierla ogni giorno rispettando quel vincolo. Questo è l’amore, quello che si sceglie. Il sentimento iniziale, la cotta, la scintilla, ti capita e basta… l’amore va costruito.

Quello che si rifiuta “di prendere il mutuo” e che vuole abitare l’altro abusivamente crolla.

 

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