Non c’è mai stata la mano di un alchimista, né si è trattato di un processo miracoloso del marmo. Una nota del 1752 lo attesta
Cappella San Severo, gioiello architettonico nel cuore della Napoli antica. Al suo interno c’è una scultura che attira migliaia di turisti da tutto il mondo. È il “Cristo velato“.
La fama di alchimista e audace sperimentatore di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, committente dell’opera, ha fatto fiorire sulla scultura numerose leggende.
L’INCREDIBILE TRASPARENZA DEL SUDARIO
Una di queste riguarda proprio il velo del Cristo: da oltre duecentocinquant’anni, infatti, viaggiatori, turisti e perfino alcuni studiosi, increduli dinanzi alla trasparenza del sudario, lo hanno erroneamente ritenuto frutto di un processo alchemico di “marmorizzazione” compiuto dal principe di Sansevero (www.museosansevero.it).
L’ABILE SCALPELLO DI SANMARTINO
In realtà, il Cristo velato è un’opera interamente in marmo, ricavata da un unico blocco di pietra, come si può constatare da un’osservazione scrupolosa e come attestano vari documenti coevi alla realizzazione della statua. La statua è frutto dello scalpello dell’artista napoletano, Giuseppe Sanmartino (www.visitarenapoli.it).
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LA NOTA DEL 1752
Un documento conservato presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli, riporta un acconto di cinquanta ducati a favore di Sanmartino firmato dal committente (il costo complessivo della statua ammonterà alla ragguardevole somma di cinquecento ducati).
Ecco il testo della “fede di credito” di 50 ducati emessa dal Banco di Santissimo Spirito il 16 dicembre 1752:
(“…pagarete al Magnifico Giuseppe Sanmartino in conto della statua di Nostro Signore morto coperta da un velo ancor di marmo….”). E in un successivo pagamento a saldo, 30 ducati, fatto dal Banco della Pietà il 13 febbraio 1754, “a compimento di ducati 500 ed intiero prezzo convenuto della statua scolpita in marmo di Nostro Signore Gesù Cristo morto, ricoperto da una sindone di velo trasparente dello stesso marmo, da detto Sanmartino…”.
Autore della scoperta Edoardo Nappi, archivista della Fondazione dal 1963 (National Geographic, 19 settembre).
LE LETTERE INEDITE
Anche nelle lettere spedite al fisico Jean-Antoine Nollet e all’accademico della Crusca Giovanni Giraldi, il principe descrive il sudario trasparente come realizzato dallo stesso blocco della statua.
Lo stesso Giangiuseppe Origlia, il principale biografo settecentesco del di Sangro, specifica che il Cristo è tutto ricoperto d’un lenzuolo di velo trasparente dello stesso marmo (www.altrarealtà.com, 20 luglio 2016).
La leggenda del velo, però, è dura a morire. L’alone di mistero del Cristo Velato con la liquida trasparenza del sudario si continua ad alimentare.