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Sì, puoi fidarti della Chiesa

CROSS,SKY,CHURCH
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David Mills - pubblicato il 14/09/17
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Il mondo pensa che accettiamo l’insegnamento della Chiesa nel modo in cui alcuni cantano l’inno nazionale all’inizio di una partita di calcio, ma non colgono il fulcro della questioneLa sua terapeuta gli chiese perché non volesse guardare materiale pornografico e masturbarsi. “Perché la Chiesa dice che non si deve fare”, rispose. Lei lo esortò a non fare riferimento agli insegnamenti della Chiesa, dicendo invece quello che pensava personalmente al riguardo. Lui non volle. In un articolo onesto in modo ammirevole, il giovane avvocato Chris Damian spiega come sia arrivato a vedere più chiaramente perché faceva quello che la Chiesa dice di fare.

La sua terapeuta gli stava dicendo: “Non darmi la risposta ufficiale della Chiesa, dammi la tua risposta personale”. Lui ha reagito a questo fatto, per ragioni comprensibili. Pensava che la gente dicesse una cosa del genere “quando pensava che l’insegnamento della Chiesa non avrebbe retto se confrontato con la vita umana reale. Pensavo che la gente ponesse questa domanda quando pensava che tu non credessi davvero, che stessi semplicemente ripetendo a pappagallo qualcosa che in realtà non capivi”.

Spinto dalla sua terapeuta, Chris ha visto che doveva capire la speranza che è in lui. “Lo stare sulla difensiva e i costanti riferimenti ai paragrafi del Catechismo e al Magistero rivelavano quanto la speranza non fosse mia”, ha affermato. “Una fede interiorizzata è una fede che diventa così personale che la ragione deriva da una vita conformata ad essa dal di dentro piuttosto che da qualche paragrafo letto dal di fuori. Più assomiglia al Catechismo, meno è probabile che venga da te”.

Aveva delle ragioni, una volta che ci si è messo davvero a pensare. Tra queste, “Perché voglio che la mia sessualità sia usata come un dono piuttosto che per indulgere alle proprie passioni” e “Perché non voglio che i miei desideri volubili dettino ciò che faccio”.

Credere e confidare

La terapeuta ha spinto Chris come dovrebbe fare un terapeuta, ma il suo presupposto era un problema, anche se le sue pressioni hanno funzionato in modo positivo per lui. I mondani pensano che le convinzioni cattoliche siano qualcosa di alieno, imposto, di seconda mano. Pensano che accettiamo questo insegnamento nel modo in cui certe persone si alzano per l’inno nazionale all’inizio di una partita di calcio. È quello che si fa, ma non implica alcun attaccamento.

Hanno anche un po’ di ragione a pensarla così. Quando ero protestante, parlavo con cattolici che amavano davvero il fatto di essere cattolici ma erano stranamente sganciati dalle convinzioni ufficiali della loro Chiesa. Alcuni avevano vissuto la vita cattolica in modo così energico che avevano interiorizzato la fede, ma non erano interessati alla teologia quanto lo ero io. Avrebbero strabuzzato gli occhi se avessi chiesto loro della transustanziazione, ma riuscivano a parlare in modo toccante del loro incontro con Gesù a Messa.

Per altri però non valeva la stessa cosa. Alcuni dicevano di non essere interessati all’insegnamento della Chiesa. “La mia fede non riguarda questo”, mi disse una persona. Altri dicevano di accettarlo ma lo presentavano in forma secolarizzata. Consideravano la Messa un atto di comunità e fraternità, non come un sacrificio divino che produceva comunità e fraternità. Respingevano le dottrine morali più difficili.

E quindi i mondani hanno un po’ di ragione a pensarla come la pensano, ma non colgono comunque il fulcro della questione. Chris ha descritto due aspetti fondamentali della nostra vita cattolica: la comprensione personale che fa sentire una convinzione reale e la fiducia e l’obbedienza richieste per arrivare a questo comprensione.

La vita cattolica sembra a volte qualcosa del tipo “prima comprensione, poi convinzione”. Si vede una verità e poi si scopre con gioia che la Chiesa la insegna. Senza il secondo aspetto non arriviamo molto lontano nella vita cattolica. Crescendo nella fede, scopriamo che la convinzione ci indica e ci porta alla comprensione.

Chris conosceva le regole, e obbedendo ad esse è giunto a una comprensione più profonda del motivo per il quale le regole stabiliscono questo e proibiscono quello. Avendo compiuto il duro lavoro di affrontare le proprie sfide, può presentare l’insegnamento in un modo che ha senso per gli altri, quando le parole ufficiali invece li allontanerebbero. Tre urrà per Chris Damian.

Tutto ciò che insegna la Chiesa cattolica

G.K. Chesterton lo ha descritto nel suo grande libro Ortodossia, scritto da anglicano a malapena praticante, 14 anni prima di entrare nella Chiesa cattolica, ma la “cosa” a cui si riferisce è chiaramente la Chiesa cattolica.

Verso la fine del libro offre la sua motivazione “per accettare la religione e non solo le varie verità secolari”. Considerava il cristianesimo una risorsa e non un’autorità, un’istituzione divina, una Madre.

“Lo faccio”, scrisse, “perché la cosa non ha detto semplicemente questa o quella verità, ma ha rivelato se stessa come una cosa che dice la verità. Tutte le altre filosofie dicono le cose che sembrano chiaramente essere vere; solo questa filosofia continua a dire la cosa che non sembra vera ma lo è. Solo questa tra tutti i credo è convincente in ciò in cui non è attraente”.

Per vedere come funziona e i frutti che derivano dalla fiducia e dall’obbedienza, consultate l’articolo di Chris Damian, ne vale la pena.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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