Majid è il protagonista di “Amore senza motivo”, il corto vincitore della Menzione Speciale del Premio MigrArti alla Mostra del cinema di Venezia
Una storia semplice ma di grande impatto emotivo. E’ quella di Majid, ragazzo siriano scappato dalle bombe, uno dei dodici migranti ‘salvati’ da papa Francesco nel campo profughi di Lesbo e arrivato a Roma dove, ora, come tutti i suoi coetanei più fortunati, può anche sognare di fare il rapper.
La storia è raccontata in maniera poetica e a tratti ironica nel cortometraggio ‘L’amore senza motivo’ di Paolo Mancinelli che ha ricevuto la Menzione Speciale del Premio MigrArti alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia proprio «per la capacità di aver saputo narrare una storia semplice che ha fatto il giro del mondo in maniera fresca e immediata» (Ansa, 12 settembre).
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“IL VERO AMORE E’ SENZA UN MOTIVO”
Il cortometraggio di Mancinelli affronta la storia di Majid come simbolo del dramma contemporaneo della fuga dai luoghi della guerra che ancora squassano gli equilibri dell’Europa e del mondo. Mancinelli ha scelto però la chiave dell’ironia, della leggerezza, grazie anche alla simpatia irresistibile di Majid: il padre lo vorrebbe dentista, ma il ragazzino invece sogna di diventare un rapper.
Majid si appassiona da subito alla lingua e alla cultura italiana, tanto che, nella frequentazione dei rapper della capitale e insieme ai suoi nuovi amici (italiani, nuovi italiani e rifugiati), decide di scrivere la canzone “L’Amore senza motivo” per veicolare, in arabo e italiano, il suo messaggio: «Il vero amore è senza motivo, non ti chiede niente e ti da tutto, come è successo a me che sono stato salvato anche se non avevo niente da dare» (Avvenire, 12 settembre).
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LA BUONA INTEGRAZIONE E LO “IUS SOLI”
Nel film il ragazzo è raccontato nel suo girovagare per Roma, nei suoi incontri con cantanti e produttori è anche un viaggio di ricerca di una nuova identità. Nel film si parla d’amore amore e integrazione, si affronta il tema dello Ius Soli, in attesa dell’approvazione della legge in Italia.
È possibile abbracciare davvero e senza conflitti la lingua e la cultura italiana? Sì, e per il protagonista del film sembra bastino anche molto meno dei cinque anni come previsto dalla legge in approvazione. Sì, se oltre allo Stato c’è una società migliore, più bella: che integra e che non ha paura.
L’Italia quindi è tutto per Majid: non solo i rapper romani, ma anche Francesco Totti, Trastevere, la pizza Margherita.
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I “VIAGGI DELLA SPERANZA”
Sullo sfondo del film restano vivi il doloroso scenario del Mediterraneo, come un grande cimitero e la difesa della vita, in particolare per chi rischia di morire nella speranza di un futuro e lontano dell’inferno di una guerra o spinto dai morsi della povertà. Majid si è salvato, e nell’esperienza di tanti sopravvissuti, vive la sua vita con gioia e riconoscenza.
SANT’EGIDIO SET DEL CORTO
Quando è arrivato in Italia a seguire lui e la sua famiglia è stata la Comunità di Sant’Egidio. Proprio le aule della Comunità destinate ai corsi di sostegno e per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri sono diventate il set del documentario (La Repubblica, 12 settembre).
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