separateurCreated with Sketch.

5 attrici hollywoodiane di successo scartate perché “non abbastanza”…

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Paola Belletti - Aleteia Italia - pubblicato il 13/09/17
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

…belle, alte, intelligenti. Ma ora lo raccontano con un Oscar in manoIsabella, la nostra terzogenita, ci ripete spesso un aneddoto che le ha a sua volta raccontato una delle sue maestre, la più brava in disegno e realizzazioni creative in genere.

Ancilla, la maestra “artistica”, ha spiegato a quattro file di occhioni spalancati che a lei, una volta, una maestra disse “non diventerai mai e poi mai brava a disegnare. Impegnati in qualcos’altro”.

E così, ora, anche Isabella non appena si accorge che sta per abbattersi perché la rappresentazione degli animali dello zoo che voleva le riuscisse memorabile l’ha un po’ delusa, si ripete la storia della maestra Ancilla. Che proseguiva con lei bambina decisa a diventare la più brava di tutti nel disegno. Gli effetti di questa ostinazione nel provare, riprovare e provare ancora sono lì, davanti a quelle 4 file di occhioni…

Ecco, questo fatterello, così incoraggiante e poetico e di un discreto valore pedagogico, mi è tornato in mente stamattina sfogliando un po’ sbadatamente l’ANSA nel canale Lifestyle – People.

Parlava di quelle (in realtà ci sarebbe anche un uomo, ma non era abbastanza da far cambiare il genere del titolo) che sono state scartate ai casting perché non abbastanza: belle, intelligenti, magre, nere.

E allora ho pensato che fosse una cosa utile raccontarcelo e tenerci questi episodi, ma se volete vi presto volentieri anche quello della mia bimba e della maestra Ancilla, come delle sponde alle quali attaccarsi a riprendere fiato quando le onde dei fallimenti-piccoli o grandi che siano, dei rifiuti, eclatanti o meno, diventano un po’ troppo moleste.

1- Jennifer Lawrence .“No, mi spiace. Non ho nulla contro di te ma non sei abbastanza bella”. In sostanza questo si è sentita dire l’attrice ai provini per interpretare Sharon Tate dalla di lei sorella, Debra Tate. Non ha nulla contro Jennifer in particolare, pare siano i suoi standard ad essere ad un’altezza siderale. Sembra comunque che la carriera, e anche la bellezza, della Lawrence non ne siano state grandemente colpite.

2- Meryl Streep, a suo tempo rifiutata per il ruolo della ragazza in King King, nel remake del 1976 perché brutta. Fu Dino de Laurentis ad esclamare in italiano “Che brutta!”. Meryl, aveva ed ha sì tratti originali che non ricalcano la bellezza canonica, ma conosceva e parlava anche l’italiano. “Mi spiace di non essere abbastanza bella”, rispose. L’episodio l’ha profondamente ferita al punto che ancora oggi lo racconta. Lo riferisce a dimostrazione del riscatto che ne è seguito; della pochezza di certi personaggi in determinate situazioni, forse anche a riprova della nostra tesi. Essere rifiutati e incompresi, alle volte, aiuta! A questo punto, l’avverbio “nonostante”, inizia ad entrare in crisi.

3-Reese Witherspoon ha fatto strike: non abbastanza alta, né bella, né intelligente per alcun topo di carriera cinematografica, si è sentita dire, agli albori della propria carriera (per fortuna non stroncata da questo primo impatto) la Premio Oscar per Walk the line.

4- Lea Michele, la Rachel di Glee, con un viso gradevole ma compromesso da quel nasone – a detta dei selezionatori – avrebbe dovuto quanto prima intervenire chirurgicamente su setto e cartilagini se avesse davvero voluto avere una qualche speranza. Eppure non si direbbe, guardandola sul Red Carpet.

5- Viola Devis, secondo il New York Times non era “la classica bellezza nera” che era un modo per dirle “non sei abbastanza bella”. Non deve essere importato molto questo autorevole parere al pubblico sempre più vasto che l’ha seguita in molte fortunate serie fino alla nomination all’Oscar per Il dubbio.

Eppure ciò che salta di più all’occhio di questo e altri episodi non è tanto la bruttezza (quasi mai pervenuta) delle attrici ma l’arroganza di chi seleziona. Certo, chi sceglie deve proprio operare un continuo “tu sì, tu no”. Tu vai bene, tu affatto et cetera.

Ma il rifiuto, il non piacere a qualcuno o a tanti, l’essere giudicati scadenti, sia a ragion veduta sia ingiustamente, fa parte della vita. Anche senza essere aspiranti attori siamo tutti sempre in fila per una specie di casting. Conviene abituarcisi. Come?

Accettando che sia proprio così, ma smettendo di considerare i riconoscimenti, le valutazioni esterne come unica fonte di refrigerio per la nostra sete di autostima.


PADRE FIGLIO PINOCCHIO
Leggi anche:
Le 5 cose giuste che stai già facendo per tuo figlio

E quindi, che fare?

Vivere i rifiuti come salutare mortificazione,

Farsi due lacrimucce,

Farsi due, tre grasse risate,

Fare tesoro delle critiche fondate e abbandonare lungo la via quelle infondate,

Allenarsi tenacemente come la maestra Ancilla e la sua piccola emula Isabella.

E infine attingere là. Sì. Dobbiamo ricordarci che siamo l’unica creatura creata per sé stessa. E uscire dal mercato degli schiavi dove ci guardiamo dentatura, rughe, tono muscolare, peso…e ci compriamo e vendiamo.

Non vi sentite fissati anche voi? Ma sì. Da quello sguardo…

Quello di chi vi ama davvero. Infatti quando esco dal confessionale, o prego, o faccio la Comunione mi ricordo di come siamo tutti, veramente, definitivamente, guardati.

A Consuelo Cordoba, la giovane colombiana sfregiata con l’acido dal marito 17 anni fa,  lo avrà ricordato Papa Francesco quando le ha detto: “sei bella e coraggiosa”.


CONSUELA CORDOBA
Leggi anche:
Sfregiata dall’acido, rinuncia all’eutanasia: «Mi ha convinta Papa Francesco»

Top 10
See More