Scelta per interpretare Giulietta, si rifiuta di recitare con una vestina trasparente e perde il ruolo: «Tenevo molto alla parte, ma molto di più alla mia dignità».di Laura Bellomi
Ha rifiutato la parte da protagonista nel musical Romeo&Giulietta di David Zard, con esordio all’Arena di Verona e tour per tutta Italia, per rispetto di se stessa e del suo corpo. «Tenevo molto alla parte, ma molto di più tengo alla mia dignità». Maria Luce Gamboni, 18 anni, pesarese, era stata scelta per interpretare la Giulietta del secondo cast. Un’occasione unica per lei che, studentessa all’ultimo anno di liceo classico, studia canto e pianoforte al Conservatorio ma come attrice non si era mai cimentata. «Evidentemente sono piaciuta. Mi ero proposta come voce, invece mi hanno scelto come attrice protagonista».
A luglio dello scorso anno quando Maria Luce lascia la famiglia per trasferirsi a Roma, accordandosi con gli insegnanti per non rimanere indietro con lo studio. Le prove si susseguono un giorno dopo l’altro, fino a settembre. «Quando però mi è stato detto che per interpretare la scena del risveglio dalla notte d’amore tra Romeo e Giulietta avrei dovuto indossare solo una sottoveste trasparente, dentro di me ho subito detto no e l’ho fatto sapere ai produttori». La regia le chiede se si rende conto delle conseguenze: il rischio è la revoca della parte. «Me lo hanno chiesto due volte, la seconda a dieci giorni dall’esordio. Senza giri di parole mi hanno ribadito che la scena andava realizzata così, e che se non ero d’accordo avrebbero trovato un’altra Giulietta».
Maria Luce rifiuta e fa i bagagli. «Volevo essere coerente e in pace con me stessa. Non volevo mettere il mio corpo seminudo a disposizione della scena. Quando salgo sul palco non mi trasformo: innanzitutto, per me al primo posto ci sono i valori e la dignità; in secondo luogo, sono cattolica, ho tanto rispetto del mio corpo. La fede mi ha aiutata, tornassi indietro rifarei la stessa scelta».
Una diciottenne determinata che nel momento della scelta ha trovato conforto nella Bibbia e nelle parole dell’evangelista Luca: «Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?» (9,25). «Non ho avuto tentennamenti, un’occasione non vale la vita. I miei genitori non sapevano nulla, ma quando glielo ho raccontato mi hanno detto che erano orgogliosi di me perché avevo saputo portare avanti i miei principi anche da sola, lontano da casa. Mi sono commossa, non si sono intromessi nella mia scelta ma se sono riuscita a dire di no è stato grazie alla loro educazione».
Valori forti, quelli che la famiglia ha trasmesso a Maria Luce: «Siamo tre fratelli: mia sorella Maria Gioia, io e mio fratello Emmanuele Maria. Per sette anni i miei genitori non sono riusciti ad avere figli, quando poi siamo arrivati mia mamma ci ha considerati una grazia. Per questo ha voluto porci sotto la protezione della Madonna. Io sono stata battezzata il giorno dell’Assunzione».
Una volta tornata a Pesaro, Maria Luce ha scritto una lettera ai compagni di classe: «Tutti sapevano, ma volevo condividere quanto successo. Non erano sorpresi, mi hanno detto che da me se l’aspettavano. Solo chi non mi conosce si stupisce: quando hai valori forti non è difficile tenerli stretti, basta essere convinti delle proprie idee». Scuola, Conservatorio, la vita ha ripreso il ritmo collaudato, compresa la Messa domenicale assieme ai genitori, cantando fra le panche perché, anche se le piacerebbe far parte del coro, non avrebbe il tempo di andare alle prove. «A distanza di mesi posso dire che quest’esperienza mi è servita. Non ho mai avuto molta autostima ma in questa situazione ho vinto con me stessa, l’essermi rispettata mi ha gratificata e mi ha resa più consapevole», confida la ragazza.
La maturità classica all’orizzonte, poi l’idea di proseguire con il canto e magari trovare una professione artistica. Maria Luce desidera innanzitutto finire gli studi. «E voglio essere felice. Anzi, scegliere sempre di essere felice». Proprio come già sperimentato quando ha detto no a una Giulietta lontana dal suo modo di vivere e di essere: «Se capiteranno altre occasioni valuterò cosa fare. Ma non ci si pente mai di aver fatto una scelta di cuore».