Tentativi di rapina nella sua chiesa a Mantova. Lui pedona, ma c’è tanta amarezza
Don Antonio Bottoglia a 97 anni scende ancora a confessare, a celebrare la Messa, ad ascoltare i problemi di chi a lui si rivolge con fiducia. Lo fa tutti i giorni alla chiesa di Santa Caterina a Mantova. Ma nel pomeriggio del 30 agosto per la seconda volta in un anno ha subito un grave sopruso.
L’AGGRESSIONE
E’ stato aggredito da un cinquantenne marocchino mentre stava amministrando il sacramento della penitenza. La classica frase «dammi i soldi», il rifiuto del sacerdote («Non ne ho») e la situazione degenera: il malvivente inizia a sputare contro il prete, lo malmena, inizia a inveire contro di lui e contro la gente presente in chiesa. Un testimone oculare chiama la Polizia, poco dopo arriva la volante: immediate le ricerche dell’aggressore, breve la sua fuga (Avvenire, 1 settembre).
DENUNCIATO UN MAROCCHINO
La polizia, in base alle descrizioni ricevute, ha subito cominciato le ricerche. Non c’è stato bisogno di andare molto lontano: l’uomo è stato rintracciato nella vicina piazza dei Mille, poche decine di metri dopo. Si tratta di E.H.A., 53 anni, marocchino, residente in città. L’uomo è stato denunciato a piede libero per il reato che corrisponde all’art. 405 del codice penale, “turbamento di funzioni religiose del culto di una confessione religiosa” (La Gazzetta di Mantova, 31 agosto).
SCUSE E AMAREZZA
Il giorno dopo don Antonio ha ricevuto anche le scuse dell’uomo che lo ha aggredito. Ciò non toglie che l’anziano sacerdote provi ancora amarezza per l’accaduto. «Ci sono rimasto male – racconta al termine della messa pomeridiana – perché quell’uomo è intervenuto nel bel mezzo di una funzione religiosa. Ero nel presbiterio e stavo confessando una mia parrocchiana quando quell’uomo ha fatto irruzione mettendosi tra me e la signora» (La Voce di Mantova, 1 settembre).
COLTELLO IN GOLA
E non è la prima volta che gli accade qualcosa di simile. Un’altra rapina, forse ancora più efferata, lo aveva sconvolto nell’aprile del 2016. Quella volta don Bottoglia era in canonica, e il suo errore fu quello di aprire a due uomini – entrambi italiani – che egli aveva più volte aiutato. Ma ecco che di fronte all’ennesima richiesta il sacerdote disse «no», scatenando anche in questo caso la furia dei malviventi. Comparve un coltello che arrivò alla gola del prete per poi scendere sulla sua talare, l’abito di una vita, recidendola in corrispondenza della tasca.
Alla fine, però, niente soldi, solo un’agendina e la carta d’identità. Partono allora insulti e minacce e la fuga dei rapinatori terminata anche in quel caso grazie alla Polizia.
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