“Questo corpo che mi è stato dato non è volgare, è funzionale”, dice Aliya Shagieva rispondendo ai criticiChe viso meraviglioso ha questa giovane madre! E anche il suo bimbo. Una delizia. Esotici, per noi; hanno tratti asiatici, infatti. Vivono in un piccolo paese tra la Cina e i territori di alcune Repubbliche ex sovietiche.
Ma anche lì arriva Instagram! È bello il messaggio di questa ragazza, che oltre ad essere nota perché si fa fotografare mentre allatta suo figlio, lo è per status. Figlia del Presidente del Kyrgystan, Aliya Shagieva, ha 20 anni, un figlio e un certo coraggio.
Nell’intervista alla BBC risponde alle critiche che le erano piovute abbondanti per quegli scatti, non solo via social.
“Questo corpo che mi è stato dato non è volgare, è funzionale”, ha detto l’artista ventenne, “Il suo scopo è quello di soddisfare le esigenze fisiologiche del mio bambino, non di essere sessualizzato. Quando allatto mio figlio, sento come se gli stessi offrendo il meglio a mia disposizione. Prendersi cura del mio bambino è più importante di ciò che la gente dice di me”.
E ancora, a commento dell’immagine di lei in slip che allatta il figlio e in risposta alle reazioni arcigne di molti, scrive: “Nutrirò il mio bambino ogni volta che ne avrà bisogno e ovunque ne avrà bisogno”.
È un messaggio positivo, audace. Certo, la bellezza e la sacralità dell’atto, per rimanere tali, non dovrebbero forse essere ostentate. Ma nemmeno nascoste!
(E non è vero che tutto il senso del corpo femminile si esaurisca qui. Ma non credo che lo pensi nè credo si possa sempre dire tutto. Ogni volta è come se si procedesse per accenti. Così parole, frasi, versi, terzine, poemi hanno senso e musica…)
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E su questo ha ragione Aliya: il seno non deve essere per forza associato al sesso, almeno non nel senso esasperato o mercificato del quale spesso siamo fatte oggetto, un po’ a tutte le latitudini.
Aliya è un’artista (guardate il suo profilo. Foto e disegni meravigliosi)! Non se l’è sentita, forse, di rinunciare ad un soggetto così bello e così fuggevole?
E poi fino ad un certo punto non eravamo abituati anche noi in Occidente a vedere rappresentate le donne nell’atto di allattare? La Madre di Dio in primis.
Certo l’accostamento è per lo meno ardito, ma forse possiamo considerare con benevolenza l’intenzione della giovane di valorizzare questa meravigliosa esperienza. Sì, sì. Lo sappiamo: allattare è anche alzarsi di notte, soffrire di ragadi, di ingorghi, fiaccarsi, ricevere qualche morso ai primi dentini. Ma è anche questo: poesia, simbiosi, nutrimento di qualità insuperabile (anche se dipende direttamente dalla qualità dell’alimentazione della madre. Attenzione, vi prego, a non intraprendere regimi rischiosi! Le carenze nutrizionali, nei primi mesi di vita, si pagano a carissimo prezzo!). Ed il primo capitolo di una storia d’amore, di carne, sangue, sorrisi, identità e ricordi per i quali non ci spiacerà, negli anni a venire, struggerci dolcemente.