In Turchia, le vestigia di un’impressionante costruzione religiosa sono state ritrovate immerse nelle acque del lago di Iznik. Secondo le ultime ipotesi, potrebbe trattarsi di una basilica strettamente legata allo storico primo concilio di Nicea.
La scoperta rimonta al 2014, ma attualmente essa continua a nutrire le ipotesi e i dibattiti più appassionanti. Le vestigia ritrovate nel lago di Iznik – già Nicea – nella provincia di Bursa in Turchia, sarà forse legato a quel grande avvenimento che fu il primo concilio di Nicea, che si tenne nel 325 per iniziativa dell’imperatore Costantino? In effetti è una delle ipotesi più serie, sulla quale lavorano storici e archeologi dal giorno in cui una fotografia aerea ha permesso di scoprire – a una distanza di venti metri dalle rive del suddetto lago e a non più di due metri sotto il pelo dell’acqua – ciò che assomiglia parecchio alle fondazioni di una basilica. L’edificio sarebbe sprofondato nell’anno 740, quando un violento terremoto aveva funestato questa regione di Bitinia.
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Secondo il professor Mustapha Sahin, che dirige il dipartimento di archeologia dell’università di Bursa, l’edificio avrebbe potuto essere fondato sul luogo dove si sarebbe svolto nel 303 – sotto il regno di Diocleziano – il martirio di San Neofita, un giovane cristiano di 15 dato in pasto alle fiere, decapitato e gettato in una fornace dai soldati romani per aver rifiutato di sacrificare agli idoli. Anche se, stando al ricercatore, sembra più probabile che la basilica sia stata costruita nella scia del primo concilio ecumenico di Nicea, riunito dal 20 maggio al 25 luglio 325 per iniziativa dell’imperatore Costantino, desideroso di placare le divisioni passibili di dividere le comunità cristiane di allora. Se fosse questo il caso, si tratterebbe di una scoperta eccezionale legata a un episodio essenziale della storia della cristianità.
Concilio storico
Attorno all’imperatore si ritrovarono in effetti a Nicea alcune delle figure più celebri della Chiesa di allora, come Eusebio di Cesarea, Eustazio di Antiochia, Atanasio di Alessandria. In totale, la tradizione riferisce che 318 padri conciliari erano presenti per adottare una dottrina unificata e mettere fine allo sparpagliamento della Chiesa in una moltitudine di patriarcati indipendenti gli uni dagli altri e nei quali fiorivano divergenze ed eresie. Così, è in quel concilio che fu stesa la gran parte del “simbolo niceno-costantinopolitano” (poi revisionato a Costantinopoli nel 381), che ancora oggi recitiamo. È pure grazie a questo concilio che fu respinta definitivamente l’eresia ariana, che non riconosceva la piena divinità del Padre e del Figlio (concetto che i Padri espressero con la categoria – per la prima volta non-biblica – di “consustanzialità”).
Gli appassionati di storia, di archeologia e di immersioni non potranno farsi scappare quest’occasione eccezionale, tanto più che le autorità turche – certo scrupolose di preservare questo patrimonio – stanno pensando di proporre la possibilità di escursioni sottomarine e pensano anche di costruire un museo subacqueo.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]