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La indegna spettacolarizzazione di una gravidanza trans

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Silvia Lucchetti - Aleteia Italia - pubblicato il 20/07/17
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La manipolazione ideologica veicolata dai media con l’enfasi sul parto di un uomo transgender, biologicamente donna All’inizio di luglio vi abbiamo parlato del caso di Searyl, il bambino nato da una donna che aveva già intrapreso il percorso di transizione per diventare uomo, e che ha poi chiesto che nessun documento governativo identifichi il sesso del figlio. Perciò nella tessera sanitaria del piccolo, nell’apposito spazio relativo al sesso c’è scritto “U”, “unassigned” (non assegnato) “undetermined” (non determinato).

Oggi vi parliamo invece di un’altra storia assurda e dai risvolti devastanti, per la virtuale rubrica #cosedellaltromondo.

L’altro ieri Repubblica, precisamente Reptv, titolava: «Usa, ”Sono un papà in dolce attesa”: racconto di una gravidanza trans».

Il papà in attesa è Trystan Reese, una donna di Portland (Stati Uniti) che ha effettuato il processo di transizione senza rimuovere l’apparato riproduttivo. Così, dopo aver smesso la cura ormonale, ha potuto portare avanti la gravidanza e partorire Leo, un bambino che ha di fatto due papà, di cui uno però è la sua mamma con barba e aspetto da uomo. Trystan, insieme al marito Biff, ha voluto condividere e raccontare pubblicamente la sua esperienza, scrive Repubblica “anche per abbattere i pregiudizi nei confronti degli “uomini incinti” che, a suo dire, nel mondo sarebbero tanti” (Reptv, 18 luglio 2017).

I due hanno creato una pagina facebook “Biff and I”, dove hanno narrato giorno per giorno attraverso foto e post i momenti della gravidanza e risposto alle domande dei curiosi. Sempre sul social network hanno dato l’annuncio della nascita del bambino con un video girato a pochissime ore dalla sua venuta al mondo.



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Fila tutto liscio vero? Tutto normale e logico! Cosa ci sarà mai da scandalizzarsi nel vedere un uomo (che però biologicamente è una donna) con la barba e il pancione? Ma come siete retrogradi e antichi! Si amano, cosa c’è di male?

Il breve trafiletto di Repubblica è arricchito da un video in cui la coppia parla, si presenta, mostra la pancia che cresce, risponde ad alcune domande, e il filmato finisce mostrando i due, la madre-padre e il padre sul letto dell’ospedale con al centro il bambino appena nato (povera creatura, così piccolo è già prigioniero dei Social Media) e Biff che afferma: “La prossima volta che qualcuno ti dice che gli uomini non possono avere bambini, mostragli questo video” e Trystan risponde ridendo: “Io l’ho fatto. Ed è stato fantastico”.

Il 9 e il 22 giugno anche Vanity Fair dedicava spazio a questa gravidanza trans, titolando per il primo articolo: «Sono un uomo e sono incinta». E dopo poche battute il pezzo prosegue:

“Trystan è nato nel corpo di una donna, alla nascita gli è stato assegnato il sesso femminile e nonostante la decisione di iniziare il processo di transizione non ha mai pensato di modificare «le parti originali» del suo corpo. «Penso che il mio corpo sia bellissimo. È stato un dono nascere in questa fisicità e ho cercato di fare ciò che era necessario per mantenerla tale. Anche con gli ormoni e le altre modifiche»”.

E poi:

«Sto bene nel mio corpo di uomo transgender. Sono un uomo con un utero e ho la possibilità di portare un bambino dentro di me. Questa situazione non mi fa sentire meno uomo. Può accadere che un uomo riesca ad avere un figlio nel suo grembo».



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La coppia inoltre ha anche adottato i due nipoti di Biff, come ci informa Vanity Fair del 22 giugno:

«Li abbiamo adottati cinque anni fa (…) È stato un lungo iter ma ce l’abbiamo fatta. Adesso sono felici di sapere che avranno un fratellino più piccolo ma non sono entusiasti dell’idea di dovere dividere i loro due papà con lui».

Queste affermazioni così esageratamente autocelebrative sono una palese manipolazione del dato biologico.
Il fatto di avere la barba non fa certamente di un individuo geneticamente femmina un uomo: Trystan è biologicamente, dal punto di vista cromosomico, gonadico e dell’apparato riproduttivo una donna! Solo grazie a questo ha potuto concepire un bambino e metterlo al mondo!

Cosa possiamo intuire vi sia alla base della volontà della coppia, ed in particolare di Trystan, di procreare e di dare ampia spettacolarizzazione a tutta il percorso della gravidanza fino alla nascita del piccolo Leo? Non vi è dubbio che la coppia si voglia porre simbolicamente al vertice del movimento che promuove la battaglia a favore dell’ideologia gender, che afferma l’assoluta indipendenza dell’identità e del ruolo sessuale dal dato biologico.

Per quanto riguarda gli aspetti psicologici di Trystan e Biff, è possibile – anche da parte di un non esperto – intuire come in entrambi sia presente di fatto un “delirio di onnipotenza”, in cui si desidera e ci si illude di poter coniugare dentro di sé gli elementi maschile e femminile che la natura ha tenuto ben distinti. Infatti questo è evidente nella scelta di mantenere gli organi genitali da parte di Trystan, così come nell’interesse di Biff nei confronti di un partner somaticamente androgino.
Sembra che nessuno pensi al futuro psicologico, e non solo, di questi tre bambini: i due nipoti adottivi e l’ultimo nato.



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Avendo come modelli due padri, di cui uno però ha anche messo al mondo il fratello minore, quali processi di sviluppo emotivo e relazionale si svilupperanno, e a quali conseguenze porteranno? Possiamo prevedere quantomeno la strutturazione di un’identità confusa e instabile, senza precisi punti di riferimento in grado di dare senso ai principi universali del maschile e del femminile, con il rischio almeno potenziale di sviluppare disturbi mentali veri e propri.

A questo punto ci dobbiamo chiedere se tutto questo non sia, se non giuridicamente ma di fatto, una grave forma di violenza psicologia nei confronti di minori indifesi, che rischiano di essere ostaggi e vittime di una pericolosissima deriva ideologica che ha come obiettivo il completo sovvertimento antropologico dell’essere umano.

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