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Possiamo prevedere le malattie di cui soffriremo in futuro?

UOMO GENETICA MEDICINA
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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 18/07/17
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In parte è vero grazie alla medicina predittiva che avanza con i test genetici. Ma ci sono dei rischi da sapere…

Oggi si possono prevedere le malattie di cui possiamo soffrire in futuro? Quali sono i rischi dei test genetici? Risponde ai due quesiti Giulio Meazzini, autore di Eugenetica (Edizioni Città Nuova).

COSI’ CONOSCIAMO I NOSTRI GENI

I progressi della biologia molecolare e i test che ci consentono di conoscere, base per base, l’intero DNA di un uomo stanno già trasformando la pratica della medicina. Abbiamo, ormai, la possibilità di individuare non solo i geni che determinano univocamente alcune malattie (malattie monofattoriali), ma anche i geni che concorrono o predispongono a sviluppare malattie di origine più complessa (malattie multifattoriali) e i geni che possono condizionare la progressione di una patologia, le sue complicazioni, le risposte al trattamento.

Ogni persona, come sappiamo, ha un corredo genetico specifico, diverso da ogni altro.

COMPONENTI NON GENETICHE

I test genetici rendono dunque possibile accedere a una delle componenti biologiche che concorrono a definire le caratteristiche di ogni individuo. Non bisogna però dimenticare che la gran parte delle caratteristiche individuali sono frutto anche di altre componenti biologiche non genetiche (il sistema immunitario, per esempio) e della storia personale. Se Filippo ha avuto un’infezione al fegato nel corso della sua vita, ha una diversa capacità epatica di resistenza immunitaria rispetto a Rosa, che non ha avuto l’infezione.

LA MEDICINA PREDITTIVA

L’approccio predittivo, invece, ci aiuta a scoprire i “fattori interni”, individuali, che, per una specifica persona in un dato contesto ambientale, possono favorire l’insorgenza di una malattia.

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La medicina predittiva elabora, dunque, dia- gnosi (quasi) del tutto inedite. Non ci dice se abbiamo o no una malattia. Ma, in termini probabilistici, ci dice quale rischio abbiamo di contrarre, nell’arco della nostra vita, una patologia e ci indica le condizioni ambientali in cui questo rischio può, sempre in termini probabilistici, realizzarsi.

PROBABILITA’, NON CERTEZZA

La medicina predittiva, dunque, non ci indica affatto il nostro “destino”. Il nostro futuro, anche sanitario, è quasi sempre aperto. E la medicina predittiva non pretende di prevederlo, ma si limita a indicare la probabilità che la nostra storia imbocchi una certa strada se si verificano alcune condizioni ambientali al contorno. Indica non la nostra predestinazione, ma la nostra predisposizione a contrarre una qualche malattia.

I TEST GENETICI

Come concretamente agisce la medicina predittiva? I test genetici e le nuove biotecnologie ci offrono molte opportunità che possiamo racchiudere in due grandi dimensioni: quella di “conoscere” il nostro presente (e il nostro passato) genetico e quella di “agire” per costruire un futuro (anche genetico) desiderabile. Un test genetico mi consente, per esempio, di sapere se ho una “predestinazione” per l’Huntington e – in un futuro che speriamo vicino – la “terapia genica” potrà agire per sostituire il “pezzo difettoso di DNA” e regalarmi il futuro che desidero.

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TRE RISCHI

Tuttavia, come ogni tecnologia, anche quelle “bio” comportano non solo delle opportunità, ma anche dei rischi, la gran parte dei quali evitabili. I rischi sono molti e di diversa natura. I principali, probabilmente, ricadono in tre grandi categorie: epistemologici, socioeconomici e culturali.

NON E’ PREDESTINAZIONE!

I rischi di natura epistemologica. Possono essere molti. Il maggiore è quello di non riuscire a uscire dalla gabbia del determinismo genetico. Di non saper distinguere tra “predestinazione” e “predisposizione”.

Il profilo genetico ti dice solo se hai una “predisposizione” all’infarto. Non se hai una “predestinazione”. Se lo leggi male, quel profilo emerso dal test genetico ti rovina la vita.

Ma il determinismo genetico, quando degenera, diventa oltremodo pericoloso per la società.

IL MERCATO

I rischi di natura socioeconomica. Costituiscono, probabilmente, l’insieme più grave. L’uso positivo delle biotecnologie: il rischio in una società schiacciata su un mercato non regolato è che esse non siano “a beneficio dell’intera umanità”, come Francis Bacon voleva fosse sempre la scienza, ma “a beneficio di questo o di quello”.

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NUOVI ESSERI VIVENTI?

I rischi di natura culturale. La nuova tecnologia CRISPR/Cas9 ha reso ancora più attuale la possibilità: potremo agire con sempre maggiore precisione ed efficacia sul DNA dei viventi, compreso il nostro. E la biologia sintetica promette persino di creare nuove specie di viventi con una velocità e un’efficacia ben superiori all’antica domesticazione.

 

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